La leader cerca di imporre la propria leadership sul centrodestra e lancia un messaggio a Salvini: Casellati fa fatica a raccogliere i voti, sul candidato di Fratelli d’Italia c’è molto più consenso. Risalgono anche le quotazioni di Mattarella
La terza chiama per l’elezione del presidente della Repubblica va ancora in bianco, ma la vincitrice morale è Giorgia Meloni, che con il suo candidato di bandiera, il fondatore di partito Guido Crosetto, ex parlamentare, ha raccolto 114 voti. Un numero che conta quasi il doppio di quelli originariamente previsti, i 63 grandi elettori di Fratelli d’Italia e che è stata il caso della giornata, in cui in realtà il centrodestra avrebbe dovuto votare scheda bianca.
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Non è un caso: Crosetto coltiva buoni rapporti con tutto l’arco parlamentare e i numeri lo dimostrano. Ma la scelta di «smuovere le acque», come l’ha definita la presidente del partito è anche un messaggio verso gli alleati di coalizione, in particolar modo nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini, che negli ultimi giorni si è posto come il king maker di queste elezioni. «Sicuramente Guido è una persona stimata e questo lo sappiamo già, e vuol dire che c’è secondo me da parte del centrodestra complessivamente nell’attuale parlamento una capacità attrattiva», ha detto Meloni al termine del voto.
Fonti interne al partito confermano che la candidatura di Crosetto si configura da un lato come prova di forza per la leadership interna della coalizione, dall’altro come avvertimento nei confronti di chi sostiene la candidatura di Maria Elisabetta Casellati, in primis proprio Salvini: mentre la presidente del Senato fatica a imporsi come candidata autorevole, Crosetto è riuscito ad attrarre su di sé consensi di vasta portata.
Gli altri
Da segnalare, nei risultati della terza chiama c’è anche la prova di Sergio Mattarella. Il presidente uscente ha raccolto 125 voti, quasi il triplo di quelli di ieri: il partito del bis si allarga, coinvolgendo peones del misto e una parte dei parlamentari del Movimento.
Non è un caso che Primo Di Nicola, esperto senatore Cinque stelle, abbia dichiarato all’AdnKronos che la cavalcata di Mattarella non si fermerà qua. «Siamo in tanti e potrebbero aumentare sempre di più i voti per il presidente Mattarella. Attenzione alle trattative improbabili, e basta a candidati divisivi».
Raccoglie una buona performance anche Paolo Maddalena. L’ex vicepresidente della Corte costituzionale ha raccolto 61 voti, ieri erano ancora 39: una crescita che va ben oltre i limiti del maggiore gruppo di fuoriusciti grillini, L’alternativa, che insieme ad altri ex M5s lo aveva candidato.
L’altro spunto che emerge da questi risultati, oltre alla tensione che sale nel centrodestra di fronte allo stallo in cui sono bloccati i due poli, è che la strategia del silenzio non piace ai parlamentari preoccupati del loro futuro: soprattutto nel M5s, il timore per l’esito della votazione spinge verso altri lidi.
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