Sabato si chiude il termine per presentare le candidature a consigliere del prossimo cda Rai. Mentre alcuni partiti hanno già chiuso la loro partita interna, Pd, Lega e FdI devono ancora fare i conti. Intanto, l’Usigrai ha ottenuto dai Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero
Il bilancio è approvato, le candidature sono già quasi tutte consegnate e tutto è pronto a viale Mazzini in vista della formazione del nuovo consiglio d’amministrazione.
Oggi il cda uscente ha approvato l’ultimo bilancio aziendale del proprio mandato. Si sono discusse anche questioni interne, come la vicenda di Rtv di San Marino, dove i conti sono un disastro e si cerca un successore per Andrea Vianello, che messo di fronte a una situazione già drammatica ha rinunciato all’incarico qualche settimana fa.
Intanto, dopo l’addio di Amadeus, si temono altre fuoriuscite (Sigfrido Ranucci per il momento resta nell’orbita dell’azienda e ha visto confermate le sue repliche estive, in dubbio fino a qualche giorno fa). Tra i principali indiziati c’è Flavio Insinna, la cui trattativa con La7 sarebbe ormai in fase avanzata. Il conduttore non avrebbe gradito i modi poco delicati dell’azienda, che gli avrebbe comunicato la sostituzione alla conduzione dell’Eredità a cose fatte. Anche le proposte arrivate nel corso dell’ultimo anno non sarebbero state all’altezza delle aspettative.
Ma non è l’unico “imprevisto” che i vertici si trovano ad affrontare. L’assemblea dei cdr ha dichiarato lo stato di agitazione affidando all’Usigrai un pacchetto di cinque giorni di sciopero per una lunga serie di motivazioni, dal mancato rispetto degli accordi sindacali ai piani sul destino dell’informazione Rai. Unirai – sindacato promosso dalla destra di viale Mazzini – ha già detto che non parteciperà. E, come se non bastasse, Marcello Foa, su Radio 1, ha parlato di evasione fiscale come di «libertà», provocando l’indignazione del cdr che ha chiesto l’intervento del direttore Francesco Pionati.
I prossimi passi
Ma, ora che c’è un bilancio approvato da presentare all’assemblea dei soci a maggio, tutto è pronto per completare il risiko del prossimo cda. Praticamente certi sono i nomi di Alessandro di Majo e Simona Agnes, rispettivamente area M5s e Forza Italia.
Anche le aspirazioni alla presidenza della pupilla di Gianni Letta, complice gli ottimi dati che i sondaggi assegnano al partito di Antonio Tajani, restano più che valide. Se FI dovesse superare la Lega alle europee potrebbe legittimamente proporre la propria candidata alla presidenza, essendo il secondo partito della coalizione.
Davide Di Pietro – consigliere uscente in quota dipendenti – ha buone possibilità di fare il bis. La Cgil di settore si sta agitando e sarebbe alla ricerca di un’alternativa, ma al momento non ha ancora trovato il nome giusto da proporre.
Molto più complessa la situazione dalle parti di Fratelli d’Italia e del Pd. I meloniani cercano una candidata, sicuramente non giornalista. Qualcuno che possa abbracciare totalmente lo stile del prossimo amministratore delegato, Giampaolo Rossi. I nomi che circolano sono sempre gli stessi da qualche settimana: Lorenza Lei e Annalisa Terranova. La prima – da ex dg – avrebbe però una conoscenza fin troppo approfondita dell’azienda, è il ragionamento che circola in queste ore a viale Mazzini. La seconda sta girando per diverse trasmissioni e potrebbe spuntarla, ma non è da escludere che all’ultimo FdI faccia un terzo nome.
Peggio ancora in casa Pd, dove pure sull’occupazione manu militari della Rai si era insistito tanto. Dopo i nomi circolati (e tramontati) della scrittrice Chiara Valerio e dell’ex direttore di Rai News Antonio Di Bella, al Nazareno la questione non sembra tra le priorità, visto che c’è ancora da sciogliere il nodo sull’eventuale candidatura della segretaria Elly Schlein alle europee.
Nessun nome ancora, anche se mancano appena tre giorni al termine del bando per il rinnovo dei consiglieri di nomina parlamentare.
Le mosse leghiste
C’è poi il capitolo Lega. A lungo il nome favorito per una candidatura è stato quello di Alessandro Casarin. Ora ne stanno spuntando diversi altri. Si sarebbero fatti avanti anche l’ex parlamentare Federica Zanella, l’ex direttrice di Rai 1 (che aveva scelto Amadeus per Sanremo) Teresa De Santis e Francesco Storace.
L’ipotesi Antonio Marano sta prendendo quota, anche grazie al tentativo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio e responsabile editoria del partito, Alessandro Morelli, di creare un rapporto tra il suo uomo e Matteo Salvini. Ex sottosegretario di Silvio Berlusconi, dal 2002 in poi, in Rai è già stato tutto o quasi. Lui punterebbe alla presidenza, ma anche in quel caso c’è già chi solleva profili di incompatibilità con il suo incarico attuale di direttore commerciale di Milano-Cortina, dove si occupa di raccogliere sponsorizzazioni per le olimpiadi e siglare media partnership.
Certo, già il precedente consigliere in quota Lega, Igor De Biasio, presidente di Terna e ad di Arexpo, era costretto a uscire dalla stanza del cda quando si discutevano temi che lo riguardavano. Marano, che ha lasciato l’azienda nel 2020, ha avuto da Viale Mazzini una buonuscita che crea ulteriore opacità, visto che l’incarico da consigliere è retribuito con 66mila euro. Sommando lo stipendio di direttore commerciale di Milano-Cortina la situazione rischia di farsi decisamente poco trasparente.
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