Gli aggiustamenti in extremis portano a uno scambio con Forza Italia per quanto riguarda Rainews, in modo da allontanare Petrecca dal canale. Movimenti anche a Radio2 e Radio3
Ultimo miglio per le conferme e le nuove nomine alla guida di testate e generi Rai. Giovedì in consiglio d’amministrazione l’ad Giampaolo Rossi arriverà con un ampio pacchetto di nomine. Nonostante la mancanza di accordo per issare in sella la presidente designata Simona Agnes – la nomina deve ancora essere confermata dai due terzi della commissione Vigilanza – la governance di viale Mazzini (in trasferta temporanea a via Asiago) ha finalmente trovato la quadra.
La decisione più facile è stata quella del Tg3, dove sarà confermato Pierluca Terzulli, che ha preso con la benedizione di Avs e Movimento 5 stelle il posto di Mario Orfeo già lo scorso autunno. Il direttore di Rainews Paolo Petrecca, sfiduciato di recente dalla sua redazione, è stato ricollocato in extremis a Raisport grazie a uno scambio orchestrato con Forza Italia, che invece piazza alla guida della all news Federico Zurzolo. Meglio piazzarlo contestato dove non è al centro della scena (e la redazione è considerata più disponibile nei confronti di un direttore di destra), è il ragionamento che circola al settimo piano, dove per Petrecca erano state esplorate anche altre soluzioni, per esempio il Gr Radio. Francesco Pionati (area Lega) è infatti in scadenza per sopraggiunti limiti di età: per lui continua a essere in ballo il passaggio alla presidenza di Rai pubblicità, anche se con probabilità minori per una serie di cavilli legali da risolvere. Una soluzione che accelererebbe il subentro di Nicola Rao, meloniano, finora alla direzione Comunicazione. Al suo posto dovrebbe essere promosso Fabrizio Casinelli, finora capo ufficio stampa dell’azienda.
Non è ancora chiaro quante nomine Rossi riuscirà effettivamente a mettere sul tavolo già giovedì. Di sicuro va risolto il nodo degli interim (Tgr, Tg3, Rainews e Raisport), ma al settimo piano si spinge per portare a casa l’intero disegno di riassegnazione delle poltrone che ha in mente l’amministratore delegato.
Nel dubbio, le opposizioni polemizzano: «Riteniamo non accettabile - proseguono - che in RAI si arrivi a una tornata di nomine, cruciali per il futuro dell'azienda, senza che l'amministratore delegato abbia prima risposto alla richiesta di disponibilità a recarsi in commissione di Vigilanza per un'audizione. Non si è mai visto un ad che dal suo insediamento non ha ancora messo piede in Vigilanza» si legge in una nota del M5s. Sulla stessa lunghezza d’onda il Pd: «Non ci sono altre logiche che quelle di appartenenza nelle nomine concordate, il merito resta solo la trovata nel titolo di un ministero e il pluralismo è morto, per non parlare della riforma della governance Rai» dice Sandro Ruotolo, responsabile informazione.
Il piano prevede movimenti anche in zona Rai cultura e documentari: Fabrizio Zappi (area Lega) dovrebbe traslocare dalla seconda alla prima, mentre ai documentari dovrebbe subentrare Luigi Del Plavignano, considerato gradito agli azzurri. Anche a Rai Italia verrebbe confermato un nome che piace dalle parti di Forza Italia, la vicedirettrice del Tg1 Maria Rita Grieco, che a quel punto lascerebbe un posto da riempire nella squadra di Gian Marco Chiocci. Sfumerebbe così l’opzione Rai Cultura per il meloniano Angelo Mellone, per il momento destinato a restare al Day time. La Lega starebbe chiudendo i giochi anche per sostituire Marcello Ciannamea al prime time – altra direzione di peso – con Williams Di Liberatore. L’uomo che ha portato a casa l’ultimo Sanremo nonostante il grande successo del festival è infatti considerato ormai piuttosto lontano dal partito. Inizialmente previsto di ritorno ai Palinsesti, il suo destino non è ancora definitivo. Quel posto attualmente è infatti occupato da Stefano Coletta, che potrebbe ottenere finalmente l’incarico di coordinatore dei generi, ruolo che Rossi ha in mente per lui da ormai diverso tempo.
Il piano dell’ad era stato però finora ostacolato dalla Lega, che però ora dovrebbe finalmente assecondare FdI. Secondo quanto si dice nei corridoi Rai, il Carroccio conquisterebbe anche Radio2, da assegnare a Giovanni Alibrandi, finora vicedirettore di Paolo Corsini agli Approfondimenti. Quella, invece, rimane una direzione di cui i meloniani in realtà farebbero volentieri a meno, ma a cui – considerati i programmi che copre, non ultimo Report, spesso ragione di mal di testa per la maggioranza – non ambisce nessun altro. Il neodirettore che prenderebbe il posto di Simona Sala (che secondo i bene informati migrerà in direzione Radio3, dove il direttore Andrea Montanari non è lontanissimo dalla pensione, anche se entrambi, come Rao, dovranno pazientare qualche mese) avrebbe dunque di nuovo a che fare con Serena Bortone, che dopo la chiusura del suo programma Chesarà su Rai3 ha iniziato la nuova stagione con Cinque in condotta su Radio2: il suo interlocutore durante il caso Scurati era stato, oltre che Corsini, proprio l’allora vicedirettore Alibrandi.
RaiIl ruolo di Marano
Il pacchetto completo della governance prevede anche che nel vasto mondo della radiofonia – ex feudo dell’attuale dg Roberto Sergio, negli ultimi tempi in mano a Flavio Mucciante – faccia invece capolino Franco Argenziano. La direzione Rai sostenibilità, lasciata libera da Roberto Natale quando è diventato consigliere d’amministrazione, dovrebbe diventare invece il nuovo ufficio di Silvia Calandrelli, se dovesse lasciare, dopo oltre dieci anni, Rai Cultura. Confermata invece Maria Pia Ammirati al timone delle Fiction.
La lettura politica che restituiscono in azienda è di un accordo che accontenta tutti, ma in particolare la Lega. Il filo che lega diversi nomi, anche fuori da quella che è considerata l’area strettamente “leghista”, è infatti un ottimo rapporto dei protagonisti con il consigliere considerato vicino alla Lega, Antonio Marano: da Zurzolo, testimone di nozze dell’ex direttore della Tgr Alessandro Casarin (a sua volta gradito al Carroccio), a Del Plavignano. Altra vecchia conoscenza di Marano è Argenziano, mentre Di Liberatore è considerato un suo allievo, ma la conquista a cui la Lega tiene di più – e per cui è stata disposta anche a cedere il Gr Radio, con cui ora FdI può allargare i suoi possedimenti in Rai – è la Tgr, difesa contro l’interesse degli alleati-rivali della maggioranza, dove sarà confermato Roberto Pacchetti.
Sulla testata che tiene insieme le 24 redazioni regionali aveva infatti messo gli occhi anche la governance politica di Fratelli d’Italia, qualcuno evoca addirittura un interessamento del braccio destro di Giorgia Meloni, Giovanbattista Fazzolari. Alla fine, però, tutto si è risolto con un ritorno allo status quo: per i ben informati, un capitale da spendere in altre partite con la Lega.
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