Mentre la presidente Floridia ha deciso di accogliere la richiesta delle opposizioni di convocare la commissione anche senza la maggioranza scoppia un nuovo caso a Rainews
Alla vigilia di Sanremo – su cui, viste le beghe giudiziarie sul marchio, ha messo gli occhi anche Discovery – si preannunciano nuovi guai per la governance della Rai in epoca meloniana.
Dopo che la presidente della commissione Vigilanza Barbara Floridia si è dichiarata «sotto ricatto» per il «bavaglio istituzionale» che la maggioranza sta imponendo alla commissione facendo mancare costantemente il numero legale fino a quando non ci saranno i voti necessari per confermare la presidente designata Simona Agnes, le opposizioni passano al contrattacco.
Sono ormai cinque mesi che la commissione è ferma: dopo l’elezione dei quattro consiglieri d’amministrazione scelti dal parlamento, il cda ha proceduto a scegliere l’amministratore delegato Giampaolo Rossi, mentre la presidenza per ora resta vacante: a fare le veci, il consigliere anziano Antonio Marano, considerato vicino alla Lega. Ma la situazione è bloccata: il fatto che il cda non sia del tutto legittimato crea di fatto un limbo che procura un alibi all’ad, che continua a non procedere alle nomine, circostanza che crea sempre più insofferenza negli alleati.
I partiti di minoranza hanno chiesto la convocazione della commissione secondo regolamento e la presidente ha acconsentito di riunire i commissari già la prossima settimana o, più probabilmente, in quella successiva al festival di Sanremo. I tecnici stanno ancora cercando di capire se la commissione riunita con la sola presenza delle opposizioni oltre a discutere degli argomenti all’ordine del giorno possa anche convocare dirigenti della tv pubblica ed esperti da audire. Di sicuro, non sarà possibile votare: ma se i lavori dovessero riprendere anche con il coinvolgimento della governance – mai passata a palazzo San Macuto, ancora – la questione si farebbe più seria anche per i dirigenti Rai.
Titoli per Petrecca
Nel frattempo, anche nel lavoro quotidiano in azienda la tensione rimane alta. L’ultimo caso che fa discutere nei corridoi di Saxa Rubra è la nuova impresa di Paolo Petrecca. Il direttore di Rainews – per altro in regime di interim, visto che la sua direzione non è stata ancora confermata dal cda – dopo lo scivolone sul festival delle Città identitarie di Pomezia e la condanna per comportamento antisindacale torna a far parlare di sé per aver annunciato che, in futuro, seguirà di persona la stesura dei titoli dei telegiornali.
Di fatto, una sfiducia nei confronti dei vicedirettori che pure ha nominato lui stesso: i desk – la centrale operativa del tg – riceveranno dunque da Petrecca i titoli già preconfezionati.
C’è già chi si chiede come farà il direttore a trovare il tempo di scrivere i titoli di tutte le (numerose) edizioni del giorno di una rete all news, ma al di là dell’ironia sull’ultima crociata di Petrecca, la consapevolezza è che il direttore non ha più intenzione di delegare, pur assicurando «un confronto continuo» con i vicedirettori in turno.
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