Da Giovanni Paolo II a Steve Jobs, passando per Montesquieu, la lunga lista di riferimenti che ha inserito nel suo discorso la neopremier
I punti di riferimento citati da Giorgia Meloni nel suo discorso di insediamento sono parecchi, ma oltre agli omaggi a figure da tempo tra i punti di riferimento della destra italiana come Oriana Fallaci, la presidente del Consiglio ha anche fatto riferimenti più espliciti e meno già visti.
L’Amerigo Vespucci
Meloni ha per esempio parlato della «”nave più bella mondo”, per riprendere la celebre espressione usata dalla portaerei americana Independence quando incrociò la nave scuola italiana Amerigo Vespucci». Il riferimento è all’incontro, avvenuto nel 1962, tra la portaerei americana USS Independence (CVA-62), in navigazione per il Mar Mediterraneo quando incrociò la nave italiana Amerigo Vespucci. Con il segnalatore, la Independence lampeggiò chiedendo l’identificazione. La Amerigo Vespucci rispose: «Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana». E allora la Independence rispose: «Sei la nave più bella del mondo».
Papa Francesco
La neopremier nel discorso parla di «rivoluzione copernicana» e subito dopo cita papa Francesco, di cui ricorda la frase: «La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro». Il riferimento è a uno degli ultimi discorsi del papa, pronunciato lo scorso otto ottobre. Secndo il papa, il lavoro «porta della dignità di un uomo è il lavoro. Senza un impegno di tutti per far crescere politiche lavorative per i più fragili, si favorisce una cultura mondiale dello scarto. Siamo tutti fratelli e sorelle, non devo dimenticare che ogni persona va trattata con rispetto e cura».
La letteratura
«L’Italia non è un paese per giovani» dice Meloni. È una quasi citazione molto diffusa, che ha il suo primo spunto nel libro di Cormac McCarthy, poi diventato un film dei fratelli Cohen Non è un paese per vecchi, uscito nel 2007. Non è un paese per giovani, invece, è un film di Giovanni Veronesi del 2017.
Steve Jobs
Meloni inserisce nel discorso anche il fondatore della Apple. «Al famoso “Siate folli, siate affamati”, di Steve Jobs, io vorrei aggiungere “siate liberi”. Perché è nel libero arbitrio la grandezza dell’essere umano». Il riferimento è a un famoso discorso di Steve Jobs all’università di Stanford pochi mesi prima della morte per cancro a soli 57 anni, il 12 giugno 2005.
Montesquieu
Sono tanti altri i riferimenti alla libertà del discorso di Meloni. «Diceva Montesquieu che “La libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene”». Per il filosofo francese del Settecento, la libertà risiedeva nella separazione dei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario.
Il fascismo
Nel suo discorso Meloni ha toccato brevemente il fascismo, senza scendere nel dettaglio: si è limitata a dire che «esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre». Le leggi razziali risalgono al 1938, quando il governo italiano impose la separazione tra le “razze”, impedendo agli ebrei di continuare la loro esistenza normale, escludendoli dalla vita economica, politica e sociale del paese.
L’antimafia
Meloni cita la legalità come «stella polare dell’azione di governo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico». Borsellino è stato ucciso a luglio 1992 in un attentato di Cosa nostra dopo aver a lungo portato avanti indagini pericolose per i mafiosi nell’ambito del pool antimafia.
Giovanni Paolo II
Meloni ha già dedicato un post alla coincidenza tra la giornata in cui il governo ha giurato e quella dedicata a Giovanni Paolo II dalla chiesa cattolica. Nel discorso, è tornata su questo tema. «Nel giorno in cui il nostro governo ha giurato nelle mani del Capo dello Stato, ricorreva la memoria liturgica di Giovanni Paolo II. Un pontefice, uno statista, un santo, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente. Mi ha insegnato una cosa fondamentale, della quale ho sempre fatto tesoro. “La libertà” diceva “non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”. Io sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare ciò che devo».
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