Il vicepremier Matteo Salvini contesta a Porta a Porta la decisione dell’istituto di chiudere per la fine del Ramadan e propone un tetto per gli stranieri in ogni classe. Un concetto ripreso anche dal ministro Valditara. Il Pd risponde: si tratta di un attacco al presidente Mattarella?
Per il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini, la decisione della scuola di Pioltello, in provincia di Milano, di interrompere l’attività didattica in occasione della fine del Ramadan «è un segnale di cedimento e arretramento».
Ieri a Porta a Porta Salvini ha espresso la sua forte contrarietà sul giorno di chiusura concesso agli alunni dall’istituto comprensivo Iqbal Masih per la festa islamica. «Occorre la reciprocità, non credo che in nessun paese islamico chiudano per la Santa Pasqua o per il Santo Natale», ha detto.
Ma l’attacco non si esaurisce qui. Per il vicepremier occorrerebbe mettere «un tetto di alunni stranieri in ogni classe, per tutela loro e per tutela di tutti i bambini». Salvini, davanti le telecamere di Rai 1, ha sostenuto che quando si hanno «tanti bambini che parlano lingue diverse e non parlano l’italiano è un caos per tutti. Un 20 per cento di bambini stranieri in una classe è anche stimolante perché conosci lingue, culture e musiche. Ma quando gli italiani sono loro il 20 per cento di bimbi in classe, come fa una maestra a spiegare?»
Le parole del segretario leghista arrivano dopo quelle del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in una lettera diretta alla vicepreside Maria Redani aveva mostrato tutto il suo sostegno e l’apprezzamento «per il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell'adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo».
Valditara insiste: nelle scuole la maggioranza sia italiana
A tornare sulla vicenda, senza citarla, sulla falsariga del proprio segretario, è il ministro leghista Valditara, che sui social scrive: «Se si è d'accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l'italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l'arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell'apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci».
«L'inclusione può avvenire assimilando i nuovi arrivati sui valori fondamentali, quelli che sono racchiusi nella Costituzione e che appartengono alla identità di chi accoglie, oppure realizzando la società del melting pot dove ognuno pensa e fa ciò che vuole. La prima società ha un futuro ordinato e prospero, la seconda ha di fronte a sé la disgregazione e il caos».
Le reazioni
La capogruppo del Pd nella Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, ha reagito senza aspettare tempo: «Salvini è ossessionato da se stesso. Arretramento rispetto a cosa? La scuola di Pioltello ha spiegato molto chiaramente le ragioni che hanno portato il consiglio d'istituto a programmare la chiusura per la fine del Ramadan».
«Non vorremmo che queste dichiarazioni del vicepremier abbiamo altre finalità e rappresentino un attacco al Presidente della Repubblica, nelle cui mani il ministro Salvini ha giurato. Meloni ci spieghi cosa va dicendo il suo vicepremier», ha continuato Manzi, chiedendo un chiarimento di quanto detto.
In occasione dell’ultima messa domenicale i tre parroci di Pioltello hanno letto una lettera congiunta in sostegno della decisione della scuola.
«Non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica. Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe, vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione?», scrivono i parroci.
«La realtà di Pioltello – aggiungono – è molto complessa e di certo non servono le chiusure e il disprezzo. Serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme».
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