A Brescia è in corso una indagine, riguarda anche i vertici del Consiglio nazionale dei commercialisti. L’inchiesta ha toccato anche il ministero di via Arenula
Al ministero della Giustizia arrivano moltissime segnalazioni ed esposti. Alcuni, però, sembrano finire più facilmente in fondo alla pila delle priorità, soprattutto quando riguardano questioni inerenti il Consiglio nazionale dei commercialisti.
A fare questa fine, come già raccontato dal Fatto Quotidiano, sono state le segnalazioni risalenti al 2023 in merito alle irregolarità in seno all’Ordine dei commercialisti e al Consiglio di disciplina di Bergamo, che oggi sono oggetto di una indagine condotta dalla procura di Brescia. I pm bresciani, poi, hanno trasmesso uno stralcio alla procura di Bergamo e altri due sarebbero in fase di valutazione, in attesa di essere trasmessi alle procure di Roma e Latina.
Il caso di Latina
Domani è in grado di raccontare che la stessa inerzia del ministero, ad oggi, è stata riscontrata proprio rispetto a un esposto e richiesta di intervento firmata dal Consiglio dell’ordine dei commercialisti di Latina. Destinatari: il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, la sua capo di Gabinetto Giusi Bartolozzi, il viceministro Francesco Paolo Sisto che delle professioni ha la delega e il direttore generale Giovanni Mimmo.
Nell’esposto dell’Ordine di Latina – datato 6 agosto 2024 - si legge come il Consiglio nazionale, presieduto dal barese Elbano De Nuccio, abbia avviato una attività di ispezione in modo anomalo, per modalità e tempi. L’ispezione di Latina nasce da una denuncia di un consigliere di minoranza dell’ordine, che tuttavia non ha in allegato alle doglianze nessun documento che le dimostri.
L’esposto viene protocollato il 18 luglio, ma la convocazione della riunione del consiglio per deliberare la «verifica ispettiva dell’Ordine locale» è datata il giorno prima, 17 luglio. La riunione per la delibera si svolge il 24 luglio alle ore 14.30, con un esito peculiare: appena mezz’ora dopo, alle 15.06, l’Ordine di Latina riceve una pec con la comunicazione di una ispezione fissata per il 26 luglio, due giorni dopo quindi.
In altre parole: il Consiglio nazionale - «in totale assenza di attività istruttoria» è la denuncia dell’Ordine di Latina – delibera in tutta fretta una ispezione presso un ordine territoriale «con una richiesta di copiosa e sovrabbondante documentazione a fronte di un esposto costituito da un mero racconto di personali idee dell’esponente». L’ispezione di un ordine, per altro, è una misura di estrema gravità, visto che può essere prodromica al commissariamento.
Per questo, l’Ordine di Latina chiede al ministero di attivarsi, parlando di «manifeste irregolarità» del Consiglio nazionale «che auspica non derivino da una posizione di pubblica critica di questo ordine in relazione alla politica e alla gestione del presidente Elbano De Nuccio». La richiesta è quella di approfondire «le modalità di gestione del potere di vigilanza da parte dell’attuale Consiglio nazionale e del suo presidente».
Ad oggi, dopo un mese e venti giorni, il ministero della Giustizia non ha dato alcun riscontro all’Ordine di Latina. Sentito da Domani, il ministero non ha risposto alla richiesta di informazioni.
Similitudini
Con il caso di Bergamo, già sfociato in una indagine, i fatti di Latina hanno due punti in comune. Uno è l’inerzia da parte del ministero della Giustizia nel verificare le presunte irregolarità. Il secondo è il metodo di utilizzo delle ispezioni da parte del Consiglio nazionale. Proprio questo secondo aspetto, infatti, è tra gli oggetti dell’indagine di Brescia con l’ipotesi di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Nel settembre 2023, i pm hanno disposto la perquisizione della sede nazionale dell’Ordine dei commercialisti per sequestrare gli atti e le pratiche sul caso di Bergamo, tra cui «la corrispondenza intercorsa con il ministero della Giustizia relativamente alle criticità».
La procura sta indagando anche sull’ispezione del Consiglio nazionale nei confronti del Consiglio dell’ordine dei commercialisti di Brescia. Attualmente il fascicolo d’inchiesta è diviso in più filoni. Uno privo di indagati è stato trasmesso a Bergamo per competenza territoriale.
Per quello che riguarda le vicende romane, invece, le indagini oltreché a carico dei commercialisti, lambiscono anche il ministero della Giustizia: indagato è Giovanni Mimmo, direttore generale della direzione generale degli affari interni. Sotto inchiesta anche 18 membri del Consiglio nazionale dei commercialisti, tra cui il presidente De Nuccio: il reato ipotizzato è quello di interruzione di pubblico servizio e, a carico solo di De Nuccio, rivelazione di segreto d’ufficio.
La procura di Brescia, poi, ha rilevato, di competenza della procura di Roma, due elementi: «L’inerzia prolungata» del ministero e la consulenza data dal Consiglio Nazionale dei commercialisti al figlio del viceministro Sisto, l’avvocato penalista barese Roberto Eustachio. Sisto figlio, infatti, ha ottenuto una consulenza, come rivelato da Domani alcuni mesi fa, da parte della Fondazione nazionale dei commercialisti per 25 mila euro.
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