Per il 4 febbraio sono previste nuove mobilitazioni studentesche, il segretario di Sinistra Italiana in un’interrogazione scritta chiede «quali indicazioni intenda fornire a prefetture e Questure affinché non si faccia ricorso all’uso della forza»
Nicola Fratoianni, il segretario di Sinistra Italia, dopo la violenza della polizia contro gli studenti che manifestavano a Torino, ha depositato un’interrogazione per chiedere alla ministra dell’interno Luciana Lamorgese di intervenire perché non accada più, un allarme lanciato anche in vista delle prossime manifestazioni in programma per il 4 febbraio.
Le violenze
Le manifestazioni studentesche di commemorazione per la morte di Lorenzo Parelli, lo studente diciottenne che ha perso la vita mentre lavorava nello stabilimento della Burimec, sono sfociate negli scontri. Nonostante gli studenti dai video appaiano in atteggiamenti pacifici, le forze dell'ordine, presenti in tenuta anti-sommossa, hanno caricato i giovani: «Occorre fare piena luce su quanto accaduto e individuare i responsabili che, ad ogni grado e livello, hanno permesso una così pessima gestione dell’ordine pubblico sfociata nelle ingiustificate cariche delle forze dell’ordine ai danni di studenti e studentesse», si legge nell’interrogazione a risposta scritta. Finora, prosegue Fratoianni, né la ministra né altri esponenti del governo si siano espressi sui fatti ne hanno «avvertito la necessità, come sarebbe stato auspicabile, di scusarsi nei confronti degli studenti e delle studentesse».
Per venerdì si attende una nuova manifestazione: «Auspicio è che chi di competenza fornisca chiare istruzioni a funzionari e operatori delle forze dell’ordine responsabili della gestione delle piazze», si legge, per non utilizzare «irragionevolmente, la forza contro i manifestanti e non si ricorra ad una condotta muscolare per impedire loro di manifestare liberamente». Per questo Fratoianni chiede «quali indicazioni intenda fornire a prefetture e Questure affinché già dalle prossime annunciate manifestazioni non si faccia ricorso a tale eccessivo utilizzo della forza, garantendo ai partecipanti il diritto a manifestare».
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