Il viceministro degli Esteri, fedelissimo di Meloni (e prima di Lollobrigida) è il nome per le regionali campane. Il figlio è nello staff dell’eurodeputato amico, la compagna è diventata dirigente al ministero della Salute. A sinistra è scontro totale tra Vincenzo De Luca ed Elly Schlein sul terzo mandato
Da buon uomo di destra, per Edmondo Cirielli la famiglia è importante. Non a caso, appena è stato nominato viceministro degli Esteri nel governo Meloni, ha detto: «Dedico alla mia famiglia questo traguardo», elencando i vari componenti del nucleo.
Ed essere componente del nucleo familiare di Cirielli, uno dei fedelissimi di Giorgia Meloni, porta quantomeno bene. Sono da esempio i casi del figlio, Italo Cirielli, oggi nello staff dell’europarlamentare di FdI e amico del viceministro, Alberico Gambino, e della compagna attuale di Cirielli, Maria Rosaria Campitiello, nominata pochi mesi fa a capo dipartimento prevenzione del ministero della Sanità, guidato da Orazio Schillaci.
L’occhio sul Piano Mattei
Da generale dei carabinieri, seppure in aspettativa, Cirielli è inflessibile nella sua lealtà. Ha sempre fatto da scudiero sul territorio al partito erede della fiamma, seguendo ogni mossa di Meloni. Ha cementato nel tempo un ottimo rapporto con Francesco Lollobrigida, ma senza legarsi mani e piedi all’ex compagno di Arianna Meloni. Ora che si è appannata la stella del ministro dell’Agricoltura, Cirielli resta comunque in auge.
Negli anni del governo Meloni si è trasformato nell’eroe dei due mondi di Fratelli d’Italia. Ha un piede ben saldo sul Piano Mattei, che guarda allo sviluppo in Africa, come chiede la presidente del Consiglio. È il deus ex machina del grande progetto meloniano, sfruttando la postazione della Farnesina al fianco di Antonio Tajani, che marca a uomo per intestare a FdI gli eventuali meriti del Piano Mattei. C’è insomma da sbrogliare la matassa di progetto funzionale alla narrazione propagandistica della destra, che finora è stato più l’emblema della fumosità.
Ma l’altro piede di Cirielli è ben piantato nella terra natia, la sua Campania. Parte dal comune natio di Nocera Superiore, nell’agro nocerino-sarnese, fino a estendere la sfera di influenza al capoluogo di provincia, Salerno, oggi feudo di Vincenzo De Luca, di cui vorrebbe diventare l’erede alla presidenza della regione Campania (lo scontro nel Pd tra Elly Schlein che vuole un altro candidato al posto di don Enzo e i deluchiani che hanno appena votato in consiglio regionale la possibilità di un terzo mandato è cronaca delle ultime ore). Un modo per rinverdire i fasti della presidenza della provincia di Salerno, conquistata nel 2009.
La questione sembra più spicciola rispetto al rilancio dell’Africa, ma fa gola. Cirielli ha ripetuto in varie occasioni private che vorrebbe correre per diventare il futuro governatore, schivando il fuoco amico di Forza Italia, che punta sul suo eurodeputato Fulvio Martusciello, leader campano dei berlusconiani, come candidato.
Cirielli sta lavorando, insieme ai colonnelli sul territorio, per aggregare le forze politiche ed essere indicato come candidato. L’alternativa, tra qualche mese, può essere la poltrona da ministro del Sud ora che Raffaele Fitto lascerà vuota la casella per dirigersi in Europa da commissario. Solo che Meloni in quel caso preferirebbe tenere Cirielli a guardia del Piano Mattei.
Il rampollo di famiglia
Il suo grande sodale sul territorio è Alberico Gambino, eletto eurodeputato a giugno. Il rapporto è quasi simbiotico tra i due. Gambino, più volte sindaco di Pagani (Salerno) è stato capo segreteria del viceministro (con una retribuzione di 55mila euro lordi all’anno) dall’inizio della legislatura fino al salto in Europa. Cirielli si è speso in ogni momento della campagna elettorale. Il risultato ha avuto risvolti positivi anche in famiglia, valore archetipico per molti esponenti della destra italiana.
Nell’eurostaff di Gambino, come assistente locale, figura Italo Cirielli, figlio del viceministro. La politica è una passione comune: da giovanissimo è stato eletto consigliere comunale a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Gambino a Domani ha motivato la scelta già qualche settimana fa: «Italo Cirielli è laureato con lode alla Luiss. La sua figura è importante per le relazioni con il territorio».
Quello del rampollo di casa Cirielli non è l’unico caso in famiglia, o ex tale, con un ruolo. Un esempio lampante è stata la scalata di Carmela Rescigno, attuale consigliera regionale in Campania ed ex compagna del viceministro degli Esteri.
Rescigno, medica di professione e con un importante curriculum in ambito sanitario, ha fatto un salto in avanti in concomitanza del rapporto iniziato con Cirielli in una carriera politica iniziata a fari spenti: era stata candidata con FdI nel 2013 al Senato per spirito di servizio. Lo sbocco successivo è stato un posto nelle liste di Fratelli d’Italia alle europee del 2019, con ben altre ambizioni. Ha ottenuto infatti un buon risultato (sebbene non sufficiente all’elezione): oltre 43mila preferenze anche grazie alla pedissequa presenza al suo fianco di Cirielli durante la campagna elettorale.
Rescigno, nonostante la rottura personale con il leader salernitano del partito, ha tirato dritto facendosi valere e presentandosi alle regionali 2020: è stata la prima delle non elette con i meloniani. Solo successivamente è scattato il seggio (per la sospensione di Marco Nonno). Di lì a qualche anno si è incrinata pure l’intesa con il partito.
Rescigno, forte della presenza in consiglio regionale e di un’attività che l’ha messa in risalto nell’opposizione a De Luca, ambiva a una candidatura alle politiche del 2022.
Nelle liste non c’era. Così è passata nella Lega per avere una maggiore valorizzazione.
Nel frattempo Cirielli ha scalato gerarchie. Da deputato questore alla Camera, ruolo tra i più ambiti perché garantisce la gestione del bilancio di Montecitorio, è approdato alla Farnesina.
Sulla sua strada ha trovato una nuova compagna di vita, Mara Campitiello. Anche lei proviene dal mondo della sanità, è esperta in ginecologia. E ha avuto una fulminante ascesa, dall’Asl di Salerno al ministero di Lungotevere Ripa, a Roma, con il sigillo di una nomina approvata in consiglio dei ministri.
L’ascesa di Campitiello
Campitiello è entrata prima nello staff del ministro Schillaci, come capo segreteria tecnica, e poi è stata nominata dal governo alla guida del dipartimento prevenzione. Cirielli, alle malelingue che adombravano sospetti di familismo, ha spiegato che non c’entrava nulla: è tutto legato al merito. I titoli ci sono, ma anche gli altri competitor per quel ruolo erano sicuri di averli.
Non c’è solo la famiglia nella vita di Cirielli, nella sua rete ci sono varie figure di riferimento. Il senatore di FdI, Antonio Iannone, è un altro pezzo del puzzle politico campano del viceministro. Nel 2012 ha raccolto la guida, ad interim, della provincia di Salerno dopo che Cirielli era decaduto (in concomitanza dell’elezione alla Camera). Iannone non ha abbandonato la nave di FdI, restando scudiero di Cirielli, anche quando alle elezioni comunali di Salerno del 2016 ha ottenuto l’1,5 per cento con il simbolo della fiamma. La lealtà è stata ripagata nel 2018, quando grazie a un posizionamento buono in lista Iannone è approdato al Senato. Ora è il suo grande sponsor.
La ramificazione del nocerino Cirielli ha raggiunto nel tempo la città di Avellino, dove è nato un grande sodalizio politico con Ines Fruncillo, una vita di militanza a destra, che si è consacrata prima come presidente di FdI in Irpinia e poi ha conquistato un seggio nell’europarlamento. A Napoli il punto di riferimento è invece Sergio Rastrelli, deputato e “figlio d’arte”: il padre Antonio Rastrelli è stato leader campano degli eredi della fiamma, diventando anche presidente della regione dal 1995 al 1999.
La missione-candidatura per Cirielli è più agevole dopo che il principale competitor interno, l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, è stato travolto dal caso-Boccia. Addirittura Gennaro Salvatore, uomo di fiducia di Stefano Caldoro, in passato vicino alla galassia di Forza Italia, si è spinto a dire: «Cirielli è il candidato naturale».
Uno sgarbo a Martusciello, che è musica per le orecchie del viceministro degli Esteri «Buon per la sinistra se sarà Cirielli il candidato a destra», è il mood che circola negli ambienti campani di FI, che vorrebbero il loro eurodeputato. Il fedelissimo di Meloni in Campania non vuole però arretrare. Benché nelle ultime settimane si parli di un indebolimento nelle gerarchie per la candidatura. Mentre lo sguardo è rivolto alla regione natia, c’è l’attualità da curare: deve controllare a vista le mosse del ministro Tajani con cui i rapporti «non propriamente sono idilliaci», racconta una fonte della Farnesina.
© Riproduzione riservata