I talebani hanno deciso di sciogliere le due commissioni elettorali del paese che avevano il compito di supervisione su ogni tipo di elezione (presidenziale, parlamentare e provinciale). Le donne, invece, non possono viaggiare sole per oltre 72 chilometri ma devono essere accompagnate da un uomo della famiglia
Le commissioni elettorali sono «istituti non necessari per l’attuale situazione in Afghanistan». A dirlo è Bilal Karimi, vice portavoce del governo talebano che ha annunciato lo scioglimento della Commissione elettorale indipendente e della Commissione per i reclami elettorali. A queste si aggiunge anche la chiusura del ministero per la Pace e di quello per gli Affari parlamentari.
Secondo l’attuale governo di Kabul, non ancora riconosciuto dalla comunità internazionale, gli istituti non sono necessari in questa fase storica che sta attraversando il paese. Inoltre hanno provato a rassicurare la popolazione affermando che le due commissioni possono essere reintrodotte in caso di necessità.
La loro mansione era quella di amministrare e supervisionare ogni tipo di elezione (presidenziali, parlamentari e provinciali) che avviene nel nel paese.
Ulteriori restrizioni per le donne
Questa scelta si aggiunge alla rimozione, avvenuta di recente, dell’ex ministero per gli Affari delle donne. Sono mosse politiche che hanno il chiaro obiettivo di smantellare il sistema messo in piedi dall’ex governo negli ultimi venti anni nel paese.
Tuttavia, i talebani continuano a imporre nuove limitazioni alla popolazione. Gli studenti coranici hanno infatti annunciato il divieto per le donne di viaggiare da sole per oltre 72 chilometri. Per farlo devono essere accompagnati da un uomo della famiglia.
La direttiva, pubblicata dal ministero della Promozione della virtù e della prevenzione del vizio, chiede anche ai tassisti di non far salire in macchina donne che non indossino il «velo islamico».
Nel frattempo resta ancora difficile per le ragazze riuscire ad accedere all’istruzione nelle scuole, nonostante in diverse province i governi locali hanno riaperto gli istituti scolastici superiori.
Alle violazioni dei diritti umani si aggiunge una grave crisi economica che sta colpendo il paese e rischia di provocare un disastro umanitario senza precedenti.
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