Dopo la partita Ajax-Maccabi, aggrediti brutalmente i tifosi della squadra israeliana che prima avevano intonato cori contro gli arabi e strappato le bandiere palestinesi dai balconi. «Ci vergogniamo di quello che è successo», hanno detto il re e il premier olandese
Calcio e politica sono un connubio inscindibile, soprattutto se il contesto internazionale è molto politicizzato così come la tifoseria del Maccabi Tel Aviv, la squadra più titolata di Israele, seguita da ultrà sostenitori del premier Benjamin Netanyahu. Le violenze di Amsterdam avvenute nella notte del 7 novembre al termine della partita giocata in Olanda tra l’Ajax e il club ebraico fondato nel 1906 potevano essere prevedibili, non è un caso se fuori la Johan Cruijff Arena la polizia ha messo in campo un ingente dispositivo di sicurezza per evitare scontri con i gruppi pro Palestina che avevano intenzione di manifestare contro l’arrivo della squadra israeliana.
Ma dopo la partita, nel centro città, si sono verificate aggressioni indiscriminate non solo contro gli ultrà del Maccabi Tel Aviv, ma anche contro tifosi che non avevano nulla a che fare con il gruppo organizzato, picchiati in quanto israeliani. Decine di persone si sono organizzate a bordo di macchine e scooter per setacciare le vie di Amsterdam alla ricerca dei loro obiettivi. Agenti della polizia hanno dovuto scortare alcuni tifosi nei loro hotel, e il numero dei feriti finale è di cinque persone, che sono state dimesse in mattinata. Altri 20-30 hanno riportato ferite lievi.
Non è chiaro se nel conteggio rientri anche il tassista aggredito con armi improprie dagli ultrà israeliani. La polizia ha annunciato di aver fermato 62 persone, di cui dieci sono ancora in custodia, non specificando se tra questi ci sono anche ultrà israeliani, olandesi o appartenenti a gruppi organizzati. Un’indagine è stata aperta per cercare di capire se sia stato un attacco antisemita premeditato, come è stato definito dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.
In poche ore le notizie su ciò che è accaduto ad Amsterdam, almeno in Italia, sono state un flusso di contraddizioni, dal numero dei feriti a quello delle persone irrintracciabili. I dispersi sono stati poi trovati, mentre il premier Netanyahu era pronto a inviare ad Amsterdam i servizi d’intelligence dello Shin Bet per cercarli.
«Data la situazione e in linea con le raccomandazioni dei professionisti, è stato deciso che non era necessario inviare una missione di soccorso professionale nei Paesi Bassi. Gli sforzi si concentreranno invece sulla fornitura di aerei civili per il recupero dei nostri cittadini», ha detto Netanyahu più tardi. Un primo volo con a bordo i tifosi del Maccabi è rientrato già all’ora di pranzo.
I video circolati online
Gli scontri post partita potevano essere prevedibili anche perché le aggressioni nascono in un contesto, quello del tifo organizzato, intriso di violenze fisiche e verbali a cui gli stessi ultrà del Maccabi Tel Aviv non sono immuni. Lo scorso 7 marzo, durante una trasferta della loro squadra in Grecia che giocava contro l’Olympiakos in Conference League, alcuni tifosi israeliani hanno aggredito una persona che aveva con sé una bandiera palestinese.
E infatti è bastato poco per incendiare la situazione: la pubblicazione sui social di video in cui i supporter israeliani prima della partita intonavano cori contro gli arabi e in favore dell’esercito israeliano: «Lasciate che l’Idf vinca, per fottere gli arabi», i fischi dentro lo stadio al minuto di silenzio per le vittime della Dana di Valencia (la Spagna è uno dei paesi che ha criticato maggiormente il governo Netanyahu per la guerra a Gaza).
Questo ha contribuito a creare un clima incandescente esploso dopo la partita, quando un tifoso si è arrampicato su un edificio per strappare una bandiera palestinese attaccata in un balcone. Una scena ripresa da decine di telefonini e nella quale si vede anche un gruppo di tifosi gridare “Fuck you Palestine”.
Reazioni
Netanyahu ha colto al balzo il risalto mediatico delle violenze per raccogliere la solidarietà internazionale, in un momento in cui è molto criticato. Le violenze sono state designate come «antisemite» non solo dal premier israeliano, ma anche dal presidente Isaac Herzog, da politici europei e dal leader dell’ultradestra olandese Geert Wilders, che ha chiesto le dimissioni della sindaca di Amsterdam Femke Halsema e ha avuto un colloquio con Bibi.
«Mi vergogno di ciò che è successo», ha detto invece il premier olandese Dick Schoof. «Sono immagini e video che speravamo di non vedere mai dal 7 ottobre: quelli di un pogrom antisemita», ha commentato Herzog paragonando i fatti di Amsterdam al massacro di Hamas in cui sono state uccise 1.200 persone e rapite 250. «Domani celebreremo l’86esimo anniversario della drammatica Notte dei Cristalli, l’attacco contro tutti gli ebrei sul territorio europeo. Quella notte è tornata, ieri l’abbiamo osservata per le strade di Amsterdam. Questo è quello che è successo ieri sera», ha detto nel pomeriggio Netanyahu, «dobbiamo prendere la cosa sul serio. Non possiamo lasciar passare una cosa del genere».
Le sue parole hanno guidato il linguaggio delle reazioni dei leader occidentali che hanno parlato di «pogrom nazisti» e «caccia all’ebreo». «L’antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso, ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica», ha detto Giorgia Meloni.
I Fanatics
La polizia ha annunciato di aver schierato circa 800 agenti per garantire la sicurezza ad Amsterdam. Un numero ingente visto l’alto numero di tifosi ospiti presenti nella capitale olandese, stimato in tremila. Chi conosce la storia della frangia estremista (Fanatics) del Maccabi Tel Aviv non poteva sottovalutare la trasferta.
Sono gli stessi che nel 2014 hanno intonato cori razzisti contro un loro calciatore, Mahran Radi, solo perché arabo-israeliano. E, di fronte alle scritte diffuse per Tel Aviv «Non vogliamo arabi al Maccabi» o «Radi è morto», il giocatore ha poi deciso in un secondo momento di cambiare squadra.
Nel 2020 alcuni tifosi del Maccabi hanno ferito cinque israeliani con manganelli e cocci di bottiglia perché hanno partecipato a una manifestazione contro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. I Fanatics, insieme al gruppo ultrà La Familia del Beitar Jerusalem sono considerati vicini alle frange più estremiste della politica israeliana.
Il 17 novembre si terrà la partita Belgio-Israele in territorio neutro a Budapest, e l’allerta è massima. Intanto le autorità israeliane hanno chiesto ai tifosi della squadra di basket del Maccabi di evitare la trasferta di questa sera a Bologna.
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