Secondo l’operatore statale Ukrenergo, l’entità dei danni dei nuovi attacchi russi è «paragonabile o potrebbe superare le conseguenze dell'attacco del 10-12 ottobre», quando i bombardamenti hanno colpito anche Kiev. Un milione e mezzo di ucraini è senza corrente.
Il Cremlino ha preso di mira l’energia e le infrastrutture ucraine. Il lancio di almeno trentasei missili russi e l’attacco massiccio alla rete ha determinato interruzioni dell’energia elettrica e ore di terrore per gli abitanti. In centinaia di migliaia, ieri all’alba, sono stati svegliati dal suono delle sirene. L’allerta aerea ha riguardato dapprima alcune parti del paese per poi estendersi.
Qui in tempo reale l’allerta antiaerea nelle varie regioni
L’attacco alla rete
I missili lanciati dall’esercito di Mosca hanno colpito centrali elettriche, sistemi di approvvigionamento idrico, e altre infrastrutture chiave in tutto il paese. L’aviazione ucraina ha affermato di aver abbattuto 18 dei 33 missili da crociera lanciati dagli aerei e dalle navi russe, ma la portata delle devastazioni preoccupa ancora le autorità.
Secondo Ukrenergo, l’operatore statale che fornisce rete elettrica in tutto il paese, l’entità dei danni causati dalla nuova offensiva è «paragonabile o potrebbe superare le conseguenze dell'attacco del 10-12 ottobre», quando i bombardamenti hanno colpito pesantemente anche la capitale. Il governatore della regione di Kiev si è rivolto su Telegram ai suoi concittadini, invitandoli alla cautela: «Il pericolo non è passato. L’allerta aerea continua. Chiedo a tutti di stare nei rifugi e di mantenere la calma».
Le squadre di riparazione, ha informato Ukrenergo con un messaggio su Telegram, si sono messe da subito all’opera per ripristinare la corrente, interrotta in diverse regioni. «Un milione e mezzo di ucraini sono senza elettricità in questo momento. L'oscurità totale e il freddo stanno arrivando», ha scritto su Twitter, nelle stesse ore, la deputata Kira Rudik.
Mosca e l’Iran
«Tipiche tattiche terroristiche» con cui «l’aggressore continua a terrorizzare il nostro paese». Così il presidente Volodymyr Zelensky si è rivolto a cittadini e militari, ringraziando i servizi di difesa aerea per il lavoro svolto e «tutti gli operai» impegnati nel riportare al funzionamento le infrastrutture non del tutto compromesse. Nella notte tra venerdì e sabato decine di bombardamenti russi hanno riguardato anche il sud del paese.
A Nikopol, nell’oblast di Dnipropetrovsk, l’amministrazione militare regionale parla di danni a diversi gasdotti e a oltre 20 edifici, in seguito a un’offensiva condotta con sistemi missilistici a lancio multiplo e artiglieria pesante. E missili sono piovuti anche sulla comunità di Komyshuvakha, nella regione di Zaporizhzhia, dove le autorità non hanno però segnalato vittime né danni gravi.
Il Comando aereo meridionale rende noto, con un comunicato su Facebook, che le unità antiaeree ucraine hanno abbattuto dieci droni kamikaze diretti contro la regione di Mykolaiv. Si tratterebbe, secondo lo stesso Comando, di droni Shahed-136, di fabbricazione iraniana. Proprio in questi giorni Bruxelles ha approvato un pacchetto di sanzioni contro militari e produttori di droni di Teheran, per punire il sostegno agli sforzi bellici della Russia.
Una battaglia chiave
Qualche decina di chilometri più a sud è invece l’Ucraina a portare avanti la sua controffensiva. Nella regione occupata di Kherson, i militari hanno bombardato le posizioni avversarie mirando alle rotte di rifornimento che passano attraverso il fiume Dnipro.
Un assalto diretto delle forze armate alla città di Kherson potrebbe essere imminente. Il capoluogo dell’omonimo oblast è considerato, infatti, da entrambi gli eserciti obiettivo strategico primario e, secondo Associated Press, i funzionari russi inviati nella regione starebbero tentando disperatamente di asserragliare la città, favorendo nel frattempo l’evacuazione di decine di migliaia di residenti.
Nella regione, che è stata annessa a Mosca con i referendum di fine settembre – non riconosciuti dalla comunità internazionale – lo sfollamento di civili è iniziato la settimana scorsa, dopo la richiesta di aiuto inviata al Cremlino dal governatore Vladimir Saldo.
La diga
Ieri le autorità filorusse hanno invitato i cittadini a «lasciare immediatamente la città e attraversare la riva sinistra del fiume Dnipro», a causa della situazione tesa sul fronte e del «crescente pericolo di bombardamenti di massa e della minaccia di attacchi terroristici».
E mentre alle porte di Kherson si combatte metro per metro, Zelensky in un discorso televisivo si rivolge ai leader occidentali per segnalare che le forze russe avrebbero piazzato esplosivi all’interno della diga di Nova Kakhovka. La città, 58 chilometri a est di Kherson, ospita una centrale idroelettrica fondamentale per l’irrigazione dell’Ucraina e della Crimea settentrionale. Farla saltare, dice Zelensky, significherebbe inondare gran parte del sud del paese e un «disastro su larga scala». Di qui l’invito ai leader mondiali a «agire con forza e rapidità per prevenire un nuovo attacco terroristico russo».
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