Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non ha usato mezze parole dopo che la cattura sul fronte del Donbass di due cittadini cinesi in uniformi russe. «Dopo Iran e Corea del Nord ora c’è un altra nazione che supporta militarmente l’invasione russa dell’Ucraina – ha detto ieri dopo aver annunciato la cattura dei due soldati – Ma con una differenza: i nordcoreani combattevano a Kursk, i cinesi combattono sul territorio dell’Ucraina».

Una nuova escalation, insomma, e un grido di allarme agli alleati affinché rispondano rapidamente. Durissimo anche il ministro degli Esteri, Andriy Sybiga, che ieri ha lanciato un attacco a Pechino: il coinvolgimento di cittadini cinesi nel conflitto mette in dubbio la credibilità cinese e persino il suo ruolo nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sybiga ha detto di aver convocato l’incaricato di affari cinese a Kiev per avere chiarimenti sull’episodio. Insomma, proprio ora che la Cina sembrava intenzionata ad ampliare il suo ruolo in Ucraina, questo incidente porta le relazioni tra i due paesi a un minimo storico.

I fatti

Ma che cosa è successo? Per il momento, sappiamo che ci sarebbe stato uno scontro sul fronte orientale tra sei soldati cinesi e un gruppo di ucraini. Al termine della scaramuccia, due cinesi sarebbero stati catturati e trovati in possesso di «documenti, carte bancarie e dati personali» che ne certificherebbero la nazionalità.

Zelensky ha anche pubblicato il video di uno dei due prigionieri, in cui si vede una persona in uniforme con tratti asiatici gesticolare e parlare in un inglese approssimativo (come hanno notati diversi giornalisti, il file del filmato si chiama “soldati coreani”, ma la lingua che il soldato parla inframezzata all’inglese sembra effettivamente cinese). Il presidente ha aggiunto che ci sono molti altri cinesi che combattono per la Russia, ma non ha fornito altri dettagli.

Quello che tanto Zelensky quanto il suo ministro degli Esteri sembrano voler sostenere implicitamente è che questi soldati sarebbero in Ucraina con il benestare di Pechino e la loro cattura sarebbe la prova che la Cina è molto più coinvolta nel conflitto di quanto ammetta a parole, mentre Pechino si dichiara neutrale e sostiene di non fornire armi alla Russia. In altre parole, la difesa dell’Ucraina sarebbe quindi collegata alla più vasta battaglia geopolitica che diversi elementi dell’amministrazione Trump vorrebbero combattere contro la Cina.

Ma questa versione sembra piuttosto improbabile al momento. Non ci sono elementi per ritenere che il governo cinese abbia inviato soldati o incoraggiato volontari ad arruolarsi nelle forze armate russe. L’ipotesi più probabile è che i due soldati catturati siano semplici “volontari”: cittadini cinesi che hanno deciso in modo autonomo di arruolarsi nell’esercito russo, attirati dagli alti bonus che vengono pagati al momento, diverse decine di migliaia di euro a seconda della regione – e i cinesi non sono gli unici, nelle forze armate russe combattono persone provenienti dall’Asia centrale, dall’Africa, dai Caraibi e dal Sud America.

Per una curiosa coincidenza, proprio la settimana scorsa Le Monde aveva pubblicato la storia di “Fen”, un cittadino cinese che si era arruolato nell’esercito russo nel luglio del 2023 alla ricerca di avventura. Il quotidiano francese ha identificato almeno altri 40 cittadini cinesi che avrebbero fatto la stessa scelta, attirati dai ricchi stipendi.

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