La protesta ufficiale della portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, contro l'ingresso nel Kursk di Davide Maria De Luca, che per Domani ha scritto dalla regione occupata dalle truppe ucraine alcuni reportage e inchieste pregevoli, è un grave attacco al lavoro del cronista, al nostro quotidiano e, più in generale, alla libertà d'informazione.

Dopo l'annuncio di Zakharova su Telegram, il rischio ora è che, come già accaduto per l'inviata della Rai Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini e altri giornalisti stranieri, anche De Luca finisca nell'elenco delle persone ricercate dalle autorità russe. Solo per aver svolto, con coraggio e dedizione, il proprio lavoro. Che è quello di raccontare sul campo la guerra in corso e i suoi effetti sulle popolazioni coinvolte.

La copertura giornalistica degli eventi da parte di professionisti indipendenti è fondamentale per evitare che l'opinione pubblica venga informata sui fatti solo attraverso la propaganda delle parti in conflitto.

Le proteste del ministero degli Esteri russo e le inchieste dei servizi segreti del Cremlino hanno proprio questo obiettivo: intimorire i reporter che provano e essere testimoni diretti degli eventi, e tenere lontani i media dal fronte e dai campi di battaglia.

Il direttore di questo giornale dà totale solidarietà a De Luca e agli altri tre cronisti che ieri sono stati accusati di aver attraversato illegalmente il confine russo, e assicura che Domani continuerà a svolgere il diritto-dovere di informare i suoi lettori su quanto sta avvenendo in Russia e Ucraina.

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