Yoon Suk-yeol dichiara la legge marziale per colpire l’opposizione. L’Assemblea nazionale vota contro la decisione. E lui fa retromarcia
In poche ore, la Corea del Sud è piombata in una ormai insolita instabilità politica. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, eletto nel 2022 con il partito conservatore People Power Party, ha proclamato la legge marziale per la prima volta dalla fine della dittatura militare degli anni ’80.
L’annuncio è arrivato in un discorso televisivo notturno, sorprendendo l’intera nazione. Questo gesto ha subito suscitato forti proteste sia dalla popolazione che dall’Assemblea nazionale, dove l’opposizione detiene la maggioranza. In una riunione notturna straordinaria 190 parlamentari su trecento hanno votato una risoluzione per chiedere la revoca della legge marziale.
Secondo la legge coreana, il presidente è obbligato ad attenersi alle decisioni dell’Assemblea, altrimenti il parlamento sarebbe stato libero di avviare la procedura di impeachment. Migliaia di persone sono andate a protestare davanti alla sede dell’Assemblea nazionale. E in serata Yoon si è “arreso” annunciando che revocherà la legge marziale.
Accuse all’opposizione
Il presidente aveva motivato il suo annuncio accusando il principale partito d’opposizione del paese di simpatizzare con la Corea del Nord e di svolgere attività antistatali, citando problemi di sicurezza nazionale e la minaccia di sovversione interna.
Il discorso televisivo di Yoon aveva inquadrato la mossa come essenziale per preservare la democrazia della Corea del Sud in un contesto di aumento delle provocazioni nordcoreane, comprese le recenti notizie di infiltrazioni, spionaggio e attacchi informatici.
Il “tentato golpe” di Yoon va però inserito e compreso nel contesto di crescente tensione politica interna al paese. La dichiarazione è arrivata in seguito a uno stallo politico sulla legge di bilancio, con il Partito democratico, in maggioranza nel parlamento, che si è rifiutato di dare il via libera al testo.
Non è la prima manovra proposta del governo Yoon che viene bloccata all’Assemblea, e va ad aggiungersi a una serie di vittorie politiche dell’opposizione che stanno frustrando il presidente. Il governo di Yoon ha inoltre accusato il Partito democratico di aver abusato della sua posizione di forza nell’Assemblea per mettere sotto accusa membri del governo, come la mozione per l’impeachment di alti procuratori a lui vicini.
Scandali e impopolarità
Dopo la vittoria schiacciante dell’opposizione alle elezioni parlamentari nella primavera di quest’anno, Yoon si trova in una posizione di potere limitato, con la sua capacità di influenzare le decisioni parlamentari fortemente indebolita. La gestione della situazione economica del paese e accuse di corruzione hanno portato a un calo vertiginoso dei suoi consensi.
Da quando è salito al potere due anni fa, Yoon ha affrontato una serie di scandali che ne hanno minato la popolarità, come la tragica notte di ottobre 2022, durante i festeggiamenti di Halloween nel quartiere di Itaewon, a causa della calca, sono morte 159 persone. Un altro scandalo che ha macchiato la sua presidenza è stato il caso della borsa firmata ricevuta dalla moglie, in violazione della legge anticorruzione che vieta ai funzionari pubblici e ai loro familiari di avere regali di valore superiore a 750 dollari.
In questo contesto il presidente potrebbe aver cercato di scavalcare il blocco dell’opposizione e, al contempo, di distogliere l’attenzione dalle difficoltà interne, puntando sul nazionalismo e sulla sicurezza per consolidare il proprio potere.
Bivio democratico
Tuttavia, a seguito della dichiarazione notturna di Yoon, la reazione politica è stata forte. All’interno dello stesso partito del presidente, il People Power Party, il leader Han Dong-hoon ha definito la mosse del collega come una decisione «sbagliata».
I parlamentari dell’opposizione hanno condannato la sospensione dell’Assemblea nazionale e si sono attivati per garantire il ritorno immediato alla normalità democratica. L’Assemblea ha adottato una risoluzione che ha chiesto la revoca immediata della legge marziale, appellandosi alla Costituzione che stabilisce che il presidente deve rispettare le decisioni del parlamento.
Anche la risposta pubblica è stata rapida e di forte indignazione. La dichiarazione della legge marziale ha evocato i ricordi di periodi autoritari passati, quando il paese era governato da dittature militari. Nonostante, quindi, sembri attualmente rientrato il rischio di un golpe militare a Seul le prossime settimane saranno cruciali per determinare se la Corea del Sud riuscirà a superare questa crisi senza compromettere le sue istituzioni democratiche.
La comunità internazionale ha subito manifestato la propria preoccupazione e, alla fine, Yoon ha deciso di fare un passo indietro. Il futuro del suo governo, però, resta comunque appeso a un filo, mentre la Corea del Sud rischia di trovarsi a un bivio decisivo per il suo cammino democratico.
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