Le convention americane sono un momento di grande celebrazione politica, oltre che show televisivi seguitissimi.

Si tengono ogni quattro anni, prima delle elezioni presidenziali. Ma prima ancora delle convention ci sono primarie e caucus, occasioni politiche in cui si selezionano i candidati per le elezioni.

Mentre le convention repubblicane (Rnc) si sono già tenute dal 15 al 18 luglio, quelle democratiche (Dnc) si terranno dal 19 al 22 agosto a Chicago, città che le ospita per la ventiseiesima volta. 

Le primarie e i caucus

Il sistema elettorale statunitense prevede che prima delle grandi convention estive si organizzino le primarie in tutti gli stati e per entrambi i partiti, Democratico e Repubblicano.

Le primarie sono un passaggio fondamentale, insieme ai caucus, perché in queste occasioni gli elettori scelgono i delegati che li rappresenteranno alle prossime convention. I delegati a loro volta voteranno per il candidato designato.

Nella maggior parte degli stati si tengono tra i sei e i nove mesi prima delle elezioni, sempre programmate per novembre, sempre di martedì, più precisamente il primo martedì del mese (o il secondo se il mese comincia di martedì). Gli elettori, che sono i membri del partito, scelgono il loro candidato preferito con un voto; al vincitore vengono assegnati i delegati.

Gli stati posso scegliere quale sistema utilizzare: una significativa maggioranza opta per le primarie, i caucus sono un’alternativa. I caucus sono una versione più informale del voto ma che hanno lo stesso obiettivo: designare il candidato per le elezioni generali. La particolarità sta nel fatto che si organizzano sotto forma di riunioni e incontri anche molto diversi fra loro, sia per il luogo in cui si tengono sia per la loro natura. Non ci sono procedure predefinite e non c’è un metodo univoco seguito dagli stati: ognuno si organizza come vuole.

La differenza principale fra i due metodi è la gestione dell’organizzazione. I caucus sono gestiti dai partiti politici, senza che ci siano quindi finanziamenti, regolamentazione o supervisione da parte dei governi statali e locali. Le primarie sono invece gestite direttamente dai governi. 

Questo implica una seconda differenza, ovvero le regole elettorali: nei caucus sono stabilite dai partiti, mentre nelle primarie è lo stato a decidere come si designa il candidato. Le primarie sono più “formali” da questo punto di vista, il metodo di voto usato è quello più consueto: gli elettori segnano la loro preferenza in forma anonima su una scheda elettorale, per via elettronica o in presenza. I seggi elettorali sono luoghi formali e silenziosi.

Il contesto in cui si svolgono i caucus è totalmente differente: incontri informali che si possono tenere in chiese, università, palestre e bar. Ai caucus gli elettori possono tenere brevi discorsi per convincere a votare per il loro candidato e spesso si tengono dibattiti aperti fra i presenti, in un clima più caotico e rilassato. Il voto avviene per alzata di mano, anche più di una volta.

Per quanto riguarda l'assegnazione dei delegati ai candidati si usano due metodi. Il primo prevede che gli elettori assegnino tutti i loro delegati al vincitore del caucus o delle primarie in quello stato; il secondo implica una sorta di proporzionalità, perché si assegnano i delegati in proporzione alla percentuale di voti ricevuta.

Le convention

Al centro del processo elettorale ci sono i delegati. Ogni stato ne ha un certo numero, per entrambi i Major Parties; le persone scelte come delegati sono membri dei partiti, leader o attivisti.

Durante le convention il candidato che ottiene più preferenze viene designato come quello ufficiale: il compito dei delegati, rappresentando lo Stato che li ha eletti, è proprio quello di esprimere queste preferenze. 

Negli ultimi anni le convention si sono trasformate anche in un tv show di grandissimo successo. Come riferito da Hollywood Reporter, la serata di chiusura della Republican National Convention del 2024 ha attirato il più grande pubblico televisivo della settimana. Secondo i dati Nielsen, la copertura della convention, dalle 22 a mezzanotte, ha avuto una media di più di 25 milioni di spettatori su 14 canali. Il pubblico ha raggiunto il picco tra le 22:45 e le 23:00, quando Donald Trump accettava la nomina del partito a presidente per la terza elezione consecutiva.

Tra politica e show televisivo 

La Rnc è stato un momento di solidarietà e commozione, soprattutto perché era la prima apparizione di Trump dopo l’attentato del 13 luglio a Butler, in Pennsylvania. È stata un’occasione per alimentare la narrazione “religiosa” dell’accaduto, con gli ospiti sul palco che giustificavano il fatto che Trump fosse sopravvissuto con l’intervento divino.

Come sostiene Politico, le convention hanno fatto molta strada negli ultimi duecento anni: «Da intensi e contestati conclavi deliberativi più simili alle epiche riunioni dei grandi della Chiesa primitiva per definire la natura di Dio, a un incrocio tra un telemercial e un telethon».

Dagli anni Cinquanta in avanti, decine di milioni di persone hanno guardato ore e ore di copertura di entrambi i partiti nel corso di quasi due settimane. Questo ha portato la politica nelle case delle persone e ha conferito immediatezza, intimità e vicinanza alla politica nazionale e alla nomina del presidente.

Dal 2020 in poi, con la pandemia e le convention senza pubblico, le persone hanno cominciato a guardare l’evento anche in streaming.

Questi eventi vanno spesso al di là della politica. Sono infatti presenti anche parenti, conoscenti stretti e collaboratori dei candidati, e molte volte i loro discorsi al pubblico sono dedicati ad aneddoti strettamente personali. 

La nipote di Trump, Kai Trump, di 17 anni, ha parlato di un nonno «normale» che «ci dà le caramelle e le bibite quando i genitori non guardano». Ha fatto riferimento poi ai casi giudiziari in cui è coinvolto, specificando che «trova comunque il tempo di chiamarmi».

Anche in passato ci sono stati attimi di commozione, divertimento e a tratti di follia. Un momento memorabile fu quando nel 2012 l’attore e regista Klint Eastwood, parlando alla Rnc a Tampa, parlò per dodici minuti con una sedia vuota, in sostituzione dell’allora candidato democratico Barack Obama.

Un altro momento che ha creato disagio è stato quando nel 2000 il candidato democratico Al Gore ha baciato un po’ troppo a lungo sua moglie prima di salire sul palco della Dnc a Los Angeles. Al Gore ai tempi era accusato di essere troppo rigido in pubblico e questa dimostrazione di passione era stata interpretata come un goffo tentativo di mettere a tacere quelle voci. 

Cosa aspettarsi dalla Dnc

Normalmente in occasione delle convention si tiene anche un voto per nominare formalmente i candidati presidente e vicepresidente. Quest’anno le cose sono andate in modo diverso, perché Harris e il suo vice Waltz sono già stati nominati con un voto online anticipato all’inizio di agosto. Secondo un comunicato stampa del Democratic National Committee, il 99 per cento dei delegati partecipanti al voto virtuale ha sostenuto Harris. 

La convention democratica sarà quindi tutta dedicata ai discorsi degli ospiti, oltre che dei candidati, e a consolidare la base del partito. Al momento non c’è ancora una lista ufficiale di ospiti, né si conosce la frequenza con la quale Harris e Waltz appariranno sul palco. Di solito vicepresidente e presidente parlano rispettivamente la terza sera e l’ultima sera, ma non è sempre così. Quest’anno Trump era presente ogni giorno.

Oltre all’evento in sé, sono attese anche diverse manifestazioni. Molti gruppi di attivisti pro-Palestina sono attesi fuori dalla Dnc per contestare la gestione della guerra nella Striscia di Gaza da parte dell’amministrazione Biden. Come riportato dal Washington Post, gli organizzatori delle proteste hanno detto che saranno presenti «decine di migliaia di persone, creando un clima di rabbia e dissenso in un momento in cui i Democratici lavoreranno per proiettare unità».

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