Ci sono sette stati in bilico e dal loro risultato dipende chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Ecco quali sono: non tutti hanno lo stesso peso e c’è anche la possibilità di un clamoroso pareggio
Arizona: 11 grandi elettori; Georgia: 16; Michigan: 15; Nevada: 6; North Carolina: 16; Pennsylvania: 19; Wisconsin: 10. Per un totale di 93 grandi elettori. I sette grandi stati in bilico sono questi alle elezioni americane, secondo i sondaggi e secondo l’opinione praticamente unanime dei media. Significa che molto probabilmente il futuro presidente degli Stati Uniti si deciderà qui.
Ovviamente, gli altri stati sono altrettanto importanti e potrebbero diventare decisivi in caso di colpi di scena, ma siamo solo nel campo della teoria (anche se in alcuni casi è una teoria supportata dai sondaggi, che preannunciano qualche possibile sorpasso, per esempio in Iowa). Restando però nell’ambito del probabile, sono gli “swing states” che faranno la differenza, permettendo a uno dei candidati di raggiungere la soglia fatidica dei 270 grandi elettori (su 538). E dunque di essere eletto.
Il sistema elettorale americano funziona così: quasi ovunque, il principio è del “winner takes all”, il candidato più votato (anche di un solo voto) conquista l’intero stato con il suo bottino di grandi elettori. Ci sono stati che sono considerati “sicuri”, per il loro orientamento storico. Altri stati (come Florida, Iowa, Minnesota, New Hampshire, New Mexico, Texas o Virginia) dove la sfida è più combattuta, ma c’è un vincitore probabile. E ci sono infine gli stati in bilico fino all’ultimo, dove i sondaggi non riescono a dare certezze.
Le due strade
Il punto di partenza è dunque questo: Kamala Harris dovrebbe partire da un bagaglio di 226 grandi elettori certi, mentre Donald Trump 219. Dunque, Harris ha bisogno di altri 44 voti per raggiungere la soglia dei 270 necessari per la vittoria, mentre Trump ne deve ottenere 51.
Il modo più facile per Harris di vincere sarebbe conquistare Pennsylvania (19), Georgia (16) e North Carolina (16), per un totale di 51 voti. Ma lo stesso vale anche per Trump, che raggiungerebbe così esattamente i 170 grandi elettori di cui ha bisogno. Stando così le cose, è evidente che Trump sia favorito alla vigilia, visto che secondo la media dei sondaggi analizzati da Fivethirtyeight è davanti in tutti nella maggior parte degli swing states.
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Ma, come abbiamo spiegato, il distacco nelle varie rilevazioni è così risicato – soprattutto in Pennsylvania, dove Harris è considerata in vantaggio di 0,2 punti percentuali – che tutto ancora può succedere, come avvertono gli stessi sondaggisti. In tutti i casi il distacco è inferiore ai tre punti percentuali e l'esito è dunque altamente imprevedibile.
Matematicamente, Kamala Harris potrebbe avere 10 combinazioni diverse per vincere conquistando tre degli stati in bilico e altre dieci conquistandone quattro. Donald Trump ha solo una combinazione con tre stati, ma 20 con quattro stati. Vediamo dunque questo elenco (che può essere utile tenere sott’occhio durante lo spoglio dei voti), per capire quale potrebbe essere la strada che può portare i due candidati a diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. Tenendo però conto che c’è anche una terza via, non impossibile: il pareggio.
Così Kamala Harris può vincere
Il punto di partenza per Kamala Harris sono dunque i 226 grandi elettori che dovrebbero essere certi (California: 54 voti; New York: 28; Illinois: 19; New Jersey: 14; Virginia: 13; Washington: 12; Massachusetts: 11; Colorado: 10; Maryland: 10; Minnesota: 10; Oregon: 8; Connecticut: 7; New Mexico: 5; Hawaii: 4; Maine: 4; New Hampsire: 4; Rhode Island: 4; Delaware: 3; Distretto di Columbia: 3; Vermont: 3). Ne mancano 44 a 270.
Essendo il Maine un caso molto particolare (alcuni grandi elettori sono assegnati su base distrettuale), va tenuto conto che uno dei grandi elettori (quello nel secondo distretto) è più in bilico rispetto agli altri. Allo stesso tempo un distretto del Nebraska potrebbe essere vinto da Harris.
In grassetto sono indicati gli stati dove Harris è in vantaggio secondo la media dei sondaggi al momento della scrittura di questo articolo. Con, ancora una volta, un’avvertenza: nella maggior parte dei casi la differenza fra i due candidati è così limitata (inferiore al punto percentuale) da essere un sostanziale pareggio.
Combinazioni a tre stati:
- Pennsylvania (19), Georgia (16), North Carolina (16) = 51 (+7)
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Michigan (15) = 50 (+6)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Michigan (15) = 50 (+6)
- Georgia (16), North Carolina (16), Michigan (15) = 47 (+3)
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Arizona (11) = 46 (+2)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Arizona (11) = 46 (+2)
- Pennsylvania (19), Michigan (15), Arizona (11) = 45 (+1)
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Wisconsin (10) = 45 (+1)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Wisconsin (10) = 45 (+1)
- Pennsylvania (19), Michigan (15), Wisconsin (10) = 44
Combinazioni a quattro stati:
- Georgia (16), North Carolina (16), Arizona (11), Wisconsin (10) = 53 (+9)
- Georgia (16), Michigan (15), Arizona (11), Wisconsin (10) = 52 (+8)
- Georgia (16), North Carolina (16), Arizona (11), Nevada (6) = 49 (+3)
- North Carolina (16), Michigan (15), Arizona (11), Nevada (6) = 48 (+4)
- Georgia (16), Michigan (15), Arizona (11), Nevada (6) = 48 (+4)
- North Carolina (16), Michigan (15), Arizona (11), Nevada (6) = 48 (+4)
- Georgia (16), North Carolina (16), Wisconsin (10), Nevada (6) = 48 (+4)
- Georgia (16), Michigan (15), Wisconsin (10), Nevada (6) = 47 (+3)
- North Carolina (16), Michigan (15), Wisconsin (10), Nevada (6) = 47 (+3)
- Pennsylvania (19), Arizona (11), Wisconsin (10), Nevada (6) = 46 (+2)
Così Donald Trump può vincere
Il punto di partenza per Donald Trump sono i 219 grandi elettori che dovrebbero essere certi (Texas: 40 voti; Florida: 30; Ohio: 17; Indiana: 11; Tennessee: 11; Missouri: 10; Alabama: 9; South Carolina: 9; Kentucky: 8; Louisiana: 8; Oklahoma: 7; Arkansas: 6; Iowa: 6; Kansas: 6; Mississippi: 6; Utah: 6; Nebraska: 5; Idaho: 4; Montana: 4; West Virginia: 4; Alaska: 3; South Dakota: 3; North Dakota: 3; Wyoming: 3). Ne mancano 51 a 270.
Ancora una volta, in grassetto sono indicati gli stati in cui Trump è in vantaggio secondo i sondaggi, ma sempre nel contesto di assoluta incertezza che abbiamo ripetuto più volte.
Combinazioni a tre stati:
- Pennsylvania (19), Georgia (16), North Carolina (16) = 51
Combinazioni a quattro stati:
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Michigan (15), Arizona (11) = 61 (+10)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Michigan (15), Arizona (11) = 61 (+10)
- Pennsylvania (19), Georgia (16), North Carolina (16), Wisconsin (10) = 61 (+10)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Michigan (15), Wisconsin (10) = 60 (+9)
- Georgia (16), North Carolina (16), Michigan (15), Wisconsin (10) = 57 (+6)
- Georgia (16), North Carolina (16), Michigan (15), Wisconsin (10) = 57 (+6)
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Arizona (11), Wisconsin (10) = 56 (+5)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Arizona (11), Wisconsin (10) = 56 (+5)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Michigan (15), Nevada (6) = 56 (+5)
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Michigan (15), Nevada (6) = 56 (+5)
- Pennsylvania (19), Michigan (15), Arizona (11), Wisconsin (10) = 55 (+4)
- Georgia (16), North Carolina (16), Arizona (11), Wisconsin (10) = 53 (+2)
- Georgia (16), North Carolina (16), Michigan (15), Nevada (6) = 53 (+2)
- Georgia (16), Michigan (15), Arizona (11), Wisconsin (10) = 52 (+1)
- North Carolina (16), Michigan (15), Arizona (11), Wisconsin (10) = 52 (+1)
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Arizona (11), Nevada (6) = 52 (+1)
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Arizona (11), Nevada (6) = 52 (+1)
- Pennsylvania (19), Michigan (15), Arizona (11), Nevada (6) = 51
- Pennsylvania (19), Georgia (16), Wisconsin (10), Nevada (6) = 51
- Pennsylvania (19), North Carolina (16), Wisconsin (10), Nevada (6) = 51
L’incognita pareggio
Rimane infine l’incredibile ipotesi di una terza via, quella del pareggio. Se dovesse succedere, il 6 gennaio dovrebbe essere la Camera a esprimersi e a scegliere il presidente: ogni stato avrebbe un voto a disposizione, attraverso i suoi rappresentanti, mentre il distretto di Columbia (favorevole a Harris) non voterebbe, perché non ha rappresentanti.
Infine, il Senato dovrebbe scegliere il vicepresidente (con ogni senatore che avrebbe a disposizione un voto).
Ma in che caso potrebbe succedere? Ci sono tre possibilità, sempre partendo da una realtà senza sorprese negli stati che dovrebbero essere assicurati per Harris e Trump:
- Harris vince Georgia (16), Arizona (11), Wisconsin (10) e Nevada (6); Trump vince Pennsylvania (19), North Carolina (16) e Michigan (15)
- Harris vince Georgia (16) North Carolina (16) e Arizona (11); Trump vince Pennsylvania (19), Michigan (15), Wisconsin (10) e Nevada (6)
- Harris vince North Carolina (16), Arizona (11), Wisconsin (10) e Nevada (6); Trump vince Pennsylvania (19), Georgia (16) e Michigan (15)
E se Kamala Harris vincesse in Iowa?
Come abbiamo visto, tutti questi calcoli partono da un bagaglio di voti che abbiamo definito come “certi” o “probabili” per i due candidati. Le combinazioni possono ovviamente variare se ci fossero delle sorprese.
Per esempio, la vittoria in Iowa (prevista da un autorevole sondaggio) permetterebbe a Kamala Harris di avere sei grandi elettori in più, aumentando le possibili combinazioni per vincere (ne abbiamo contate 39 a tre o quattro stati). Allo stesso tempo, complicherebbe un poco la strada per Trump, che ad esempio non potrebbe accontentarsi più di soli Pennsylvania, Georgia e North Carolina.
Questo non cambierebbe ovviamente l’importanza degli “stati in bilico”, che rimarrebbero comunque decisivi.
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