Almeno 40 persone sono state uccise nell'attacco aereo israeliano lanciato nella notte contro una scuola delle Nazioni Unite nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Lo hanno confermato funzionari del governo di Gaza, controllato da Hamas. «L'esercito di occupazione ha ucciso 40 sfollati nel massacro di Nuseirat, tra cui 14 bambini e nove donne, e ne ha feriti altri 74, tra cui 23 bambini e 18 donne», ha precisato il governo della Striscia.

Anche fonti di un ospedale a Gaza confermano l’attacco e il bilancio di morti provocati dall’attacco alla scuola, che secondo i militari israeliani era usata come rifugio da Hamas. L'ospedale dei martiri di al Aqsa a Deir al Balah ha fatto sapere di aver ricevuto «37 martiri» dall'attacco alla scuola dell'Onu, aggiornando così un precedente bilancio diffuso dall'ufficio stampa di Hamas che indicava 27 morti. Funzionari palestinesi hanno affermato che tra le vittime figurano donne, bambini e anziani.

Serve «un'indagine indipendente» sulla strage, ha scritto su X l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell. L'Idf, l’esercito di Israele, ha sottolineato che l'Aeronautica militare israeliana ha attaccato un complesso di Hamas «eliminando diversi terroristi che progettavano di compiere attacchi terroristici e promuovere attività terroristiche contro le truppe dell'Idf nell'immediato» futuro. Prima dell'attacco - ha aggiunto la fonte - «sono stati intrapresi passi per ridurre il rischio di danneggiare civili non coinvolti, incluse sorveglianza aerea e altre informazioni di intelligence».

L'esercito israeliano afferma di avere ben chiaro quale fosse l'obiettivo. Inoltre dice che i combattenti di Hamas erano nella scuola delle Nazioni Unite, ma non ha fornito alcuna prova di tutto ciò ai media. Gli israeliani hanno informato i media locali, dicendo che sospettavano che alcune delle persone responsabili dell'attacco del 7 ottobre contro Israele si trovassero nella scuola, ma senza fornire prove e mettendo a rischio la vita dei rifugiati.

È una narrazione che abbiamo già sentito molte volte in passato, ma che non convince. Philippe Lazzarini, commissario generale dell'Unrwa, ha detto che 6mila sfollati palestinesi si erano rifugiati nella scuola dell'Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, nel campo profughi di Nuseirat, «colpito senza preavviso» da Israele durante la notte, descrivendolo come «un altro giorno orribile a Gaza».

Nell’ultimo rapporto dell’Unicef è emerso che il 90 per cento dei bambini di Gaza soffre di grave povertà alimentare. Secondo quanto riportato da Haaretz, fonti di Hamas si sono dette pessimiste sulla possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi.

Ucciso riservista

«Rafael Kauders, un riservista italo-israeliano di 39 anni dell'esercito israeliano, è stato ucciso a seguito di un attacco di Hezbollah nel Nord di Israele. Ho appena parlato con la famiglia, attiva nella comunità italiana in Israele, per esprimere le condoglianze a nome di tutto il Governo». Lo ha reso noto il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X. La notizia della morte di Kauders era stata già comunicata dall'esercito israeliano, a seguito di un attacco con droni del gruppo libanese Hezbollah che ha colpito il nord di Israele.

Sul fronte diplomatico 17 paesi chiedono ai leader di Israele e Hamas di fare tutti i compromessi finali necessari per concludere l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi, sulla base del piano del presidente Usa Joe Biden.

All'appello diffuso dalla Casa Bianca aderiscono Stati Uniti, Spagna, Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Thailandia e Gb. Quali «leader di paesi profondamente preoccupati per gli ostaggi, tra cui molti dei nostri cittadini, sosteniamo pienamente il movimento per la tregua e un accordo sul rilascio degli ostaggi». Manca all’appello l’Italia.

Spagna e Sudafrica

Il ministro spagnolo degli Esteri, Josè Manuel Albares, ha annunciato che il governo spagnolo «interverrà nel procedimento» presso la Cpi avviato dal Sudafrica perché «la pace ritorni a Gaza e in Medio Oriente» e per «appoggiare il Tribunale perché siano rispettate le sue misure cautelari».

Il 24 maggio, la corte ha ordinato a Israele di fermare «immediatamente» l'offensiva militare nella città di Rafah e di mantenere aperto senza ostacoli il principale valico di frontiera per gli aiuti umanitari. Ha inoltre chiesto il rilascio «incondizionato» degli ostaggi nelle mani di Hamas durante l'assalto del 7 ottobre che ha scatenato il conflitto. Ma finora la Cpi è rimasta inascoltata e la trattativa sugli ostaggi è in stallo.

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