Il giornalista americano Evan Gershkovich del Wall Street Journal è arrivato oggi alla corte di Ekaterinburg, in Russia, per l'inizio del suo processo in cui è accusato di spionaggio. Gershkovich si trova detenuto in Russia da oltre 15 mesi, cioè dal 29 marzo del 2023, e su di lui sappiamo poche notizie. Infatti, il processo si sta svolgendo a porte chiuse. Gershkovich è apparso con la testa rasata con indosso una camicia a quadri scura.

Lo scorso 13 giugno è stato formalmente incriminato per spionaggio per aver «raccolto informazioni segrete» riguardo a una struttura che costruisce e ripara attrezzature militari nella regione di Ekaterinburg. Rischia fino a 20 anni di carcere.

«Evan ha mostrato una notevole resilienza e forza di fronte a questa triste situazione», ha dichiarato l'ambasciatore statunitense Lynne Tracy nel primo anniversario del suo arresto. Oggi alla prima udienza la stampa, una quindicina di giornalisti secondo le agenzie russe, è stata ammessa solo per 15 minuti di riprese "protocollari" e la seduta è poi continuata a porte chiuse.

«Evan Gershkovich sta affrontando un'accusa falsa e infondata. La diffamazione da parte del regime russo è ripugnante, disgustosa e basata su bugie calcolate e evidenti. Il giornalismo non è un crimine», hanno dichiarato in un comunicato l'editore del Journal Almar Latour e il caporedattore Emma Tucker. Gershkovich, il giornale e il governo degli Stati Uniti hanno da sempre negato le accuse. «Il suo caso non riguarda prove, norme procedurali o lo Stato di diritto. Riguarda l'utilizzo da parte del Cremlino di cittadini americani per raggiungere i suoi obiettivi politici», ha dichiarato l'ambasciata Usa aggiungendo che la Russia «dovrebbe smettere di usare individui  come Evan Gershkovich o Paul Whelan come merce di scambio. Entrambi dovrebbero essere rilasciati immediatamente». Il Cremlino, invece, non ha commentato il caso o risposto alle domande dei giornalisti. Ma il viceministro degli Esteri russo ha detto che sono stati inviati diversi segnali al governo americano su un possibile scambio di prigionieri.

Anche la famiglia ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa: «Il giornalismo non è un crimine. Questi ultimi 15 mesi sono stati straordinariamente dolorosi per Evan e la nostra famiglia. Ci manca nostro figlio e lo vogliamo a casa. Siamo profondamente delusi dal fatto che dovrà sopportare ulteriori tentativi di screditarlo».

Le parole di Trump

Intanto il caso di Gershkovich è stato utilizzato da Donald Trump per fare campagna elettorali in vista delle prossime elezioni presidenziali in cui sfiderà il democratico Joe Biden. Il giornalista del Wall Street Journal «sarà rilasciato prima che io prenda ufficialmente l'incarico se vinco le elezioni il 5 novembre», ha scritto Trump su Truth. Intanto la prossima udienza è fissata al 13 agosto.

© Riproduzione riservata