A un mese dall’omicidio di Shinzo Abe, il primo ministro cerca di contrastare il crollo di consenso con un rimpasto del governo. E allontana tutti i ministri vicini alla setta fondata dal reverendo Sun Myung Moon
In una nazione ancora scossa dall’omicidio di Shinzo Abe, l’attuale primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha deciso di rimescolare le posizioni apicali del suo governo. Lo ha fatto nel tentativo di allentare una volta per tutte i legami con la Chiesa dell’Unificazione. Ovvero con quella sorta di setta fondata dal reverendo Sun Myung Moon e molto vicina ad Abe. Sarebbe stato proprio questo il movente che avrebbe spinto il suo assassino ad agire.
Ma al di là della morte di Abe, la vicinanza con la Chiesa dell’Unificazione è comunque un motivo di imbarazzo per Kishida. E da qui deriverebbe anche un grosso calo nei consensi. Un fatto di cui tenere conto, visto che il suo predecessore – Yoshihide Suga – era stato costretto alle dimissioni proprio per un crollo dei consensi.
I legami
Sono passati solo 10 mesi da quando Kishida è primo ministro ma questo è già il secondo rinnovo del suo governo. I legami fra il potere e la Chiesa dell’Unificazione non sono una novità. Risalgono quanto meno al nonno di Abe, Nobusuke Kishi, che è stato anche lui primo ministro. Negli anni Sessanta il Giappone viveva un periodo di forti rivolte sindacali e la preoccupazione – condivisa con gli Stati Uniti – era che il comunismo prendesse il potere.
In questo contesto, Kishi aveva deciso di appoggiare la Chiesa dell’Unificazione che ne condivideva gli ideali anti comunisti. Il legame ovviamente superava questo sostrato ideologico, tanto che l’adesione era rivendicata con orgoglio. Ci sono foto scattate insieme al reverendo Moon.
Nel tempo la Chiesa dell’Unificazione ha fatto da bacino sicuro di voti per il Partito liberal democratico giapponese, guidato prima da Abe e poi da Kishida. Ma i legami si sono fatti meno trasparenti, mentre la Chiesa veniva accusata di pratiche di “lavaggio del cervello” dei propri adepti, convinti a fare grosse donazioni. «Dopo l’omicidio di Abe, il rapporto della chiesa con le fazioni di destra dell’Ldp e l’influenza sulle fazioni più estremiste del partito rischiano di essere molto criticate», spiega Koichi Nakano, professore di politica internazionale alla Sophia University di Tokyo.
Un problema di fiducia
In questo contesto, martedì Kishida ha detto ai giornalisti martedì che servirà una «revisione rigorosa» della classe dirigente del partito. Ha detto di aver incaricato i suoi ministri e altri alti funzionari di chiarire il loro legame con la Chiesa dell’Unificazione. Con lo scopo principale di «riguadagnare la fiducia» dei cittadini.
Ufficialmente Kishida ha detto che il rimpasto è anche un modo per affrontare al meglio «una delle più grandi crisi del Dopoguerra», riferendosi alla pandemia da Covid-19, alle tensioni a Taiwan e alla guerra fra Russia e Ucraina. Ma sono soprattutto i sondaggi a preoccuparlo. Come quello mostrato lunedì dalla televisione pubblica Nhk: il sostegno al governo di Kishida sarebbe sceso dal 59 al 46 per cento.
Il rimpasto
Il capo di gabinetto, Hirokazu Matsuno, ha mantenuto il suo incarico e ha annunciato mercoledì il rimpasto. Sono stati rimossi sette ministri che hanno ammesso i loro legami con la Chiesa dell’Unificazione. Fra loro, il ministro della Difesa Nobuo Kishi, fratello minore di Abe, e il presidente della Commissione di pubblica sicurezza Satoshi Ninoyu.
Kishi è stato sostituito dall'ex ministro della Difesa Yasukazu Hamada e Taro Kono, già ministro degli Esteri e della Difesa nonché uomo simbolo della campagna di vaccinazione contro il Covid, è tornato al governo come ministro per il digitale. Hanno mantenuto il loro incarico il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi, il ministro dell'Economia Daishiro Yamagiwa, il ministro dei Trasporti Tetsuo Saito e il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki.
Tutti maschi
Il ministro dell'Economia e del Commercio, Koici Hagiuda, che ha anche lui ammesso i legami con la Chiesa dell’Unificazione, è stato spostato a capo del comitato di ricerca sulla politica del partito e sostituito dall'ex ministro dell'Economia Yasutoshi Nishimura. Katsunobu Kato è stato nominato per la terza volta ministro della Salute, con una specifica delega per le misure di contrasto al Covid-19.
Fra le nuove nomine ci sono Sanae Takaichi, un ultraconservatore vicino ad Abe che è stato nominato ministro della Sicurezza economica, e Keiko Nagaoka nuovo ministro dell'istruzione che sostituisce Shinsuke Suematsu, che ha anche lui riconosciuto i legami con la Chiesa dell'Unificazione.
Anche dopo questo rimpasto, la maggior parte dei membri del governo ha ancora più di sessant’anni. E ci sono solo due donne.
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