Almeno 17 morti nel campo profughi della Striscia dopo una notte di bombardamenti. L’inviato della Casa Bianca sta mediando per evitare l’escalation con il Libano
Gli Stati Uniti stanno cercando di evitare una guerra più grande tra Israele e il movimento libanese Hezbollah, ha detto l'inviato americano Amos Hochstein, in seguito all'escalation del fuoco transfrontaliero esploso lungo la frontiera meridionale del Libano. Hezbollah, sostenuto dall’Iran, ha scambiato il fuoco con Israele negli ultimi otto mesi parallelamente alla guerra di Gaza.
La scorsa settimana, il gruppo ha lanciato le più grandi raffiche di razzi e droni finora mai registrate nel corso delle ostilità contro siti militari israeliani, dopo che un attacco israeliano aveva ucciso il comandante più alto in grado fino ad allora. Le elezioni presidenziali in corso in Iran, dopo la scomparsa di Ebrahim Raisi in un incidente di elicottero, non paiono aver provocato alcun rallentamento delle operazioni militari di Hezbollah. Hochstein, inviato speciale del presidente americano Joe Biden, ha detto di essere stato inviato in Libano subito dopo una breve sosta in Israele perché la situazione al confine settentrionale è «grave».
«Abbiamo assistito a un'escalation nelle ultime settimane. E ciò che il presidente Biden vuole è evitare un'ulteriore escalation verso una guerra più grande», ha detto Hochstein. Martedì l’inviato speciale, riporta la Reuters, aveva incontrato il capo dell'esercito libanese e aveva parlato con i giornalisti dopo un incontro con il presidente del parlamento Nabih Berri, che guida il movimento armato Amal, una formazione alleata di Hezbollah. Gli Stati Uniti e la Francia, antica potenza coloniale del paese dei Cedri, sono impegnati da tempo in sforzi diplomatici per garantire una fine negoziata alle ostilità lungo il confine con il Libano ma senza successo.
Hezbollah afferma che non fermerà i suoi attacchi contro Israele che hanno provocato l’allontanamento di numerosi abitanti della zona settentrionale di Israele, finché non ci sarà un cessate il fuoco nella Striscia. «Sia diplomaticamente che militarmente, garantiremo il ritorno sicuro e protetto degli israeliani nelle loro case nel nord di Israele. Questo non è oggetto di negoziazione.
Il 7 ottobre non può accadere di nuovo in nessuna parte di Israele o su alcuno dei confini di Israele», ha dichiarato il portavoce del governo israeliano David Mencer. Hezbollah ha iniziato a scambiare colpi con Israele l’8 ottobre, il giorno dopo che il suo alleato palestinese Hamas aveva attaccato il sud di Israele, scatenando la guerra di Gaza. Decine di migliaia di persone sono fuggite da entrambi i lati del confine.
La proposta di Biden
Ma c’è un secondo messaggio che l’inviato speciale Hochstein è venuto a portare in Medio Oriente. «La proposta di Biden di porre fine alla guerra a Gaza deve essere approvata da Hamas se questo è ciò che intende fare ed offre un'opportunità per un cessate il fuoco alla frontiera», ha detto, citato dai media, l’inviato speciale in Medio Oriente del presidente americano, incontrando a Beirut il presidente dell'Assemblea nazionale libanese, Nabih Berri.
Hochstein ha esortato Hamas ad accettare la proposta in tre fasi di cessate il fuoco a Gaza sostenuta dagli Stati Uniti e approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che secondo lui «fornisce anche un'opportunità per porre fine al conflitto attraverso la Linea Blu», la linea di demarcazione tra Libano e Israele dove parti del confine internazionale sono contese e dove staziona il maggior contingente italiano in missione all’estero sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Martedì pomeriggio Hezbollah ha annunciato un attacco di droni contro un carro armato israeliano. La scorsa settimana il gruppo ha utilizzato gran parte del suo vasto arsenale rifornito dall’Iran contro Israele, spingendo i funzionari delle Nazioni Unite in Libano ad avvertire durante il fine settimana che «il pericolo di un errore di calcolo che porta a un conflitto improvviso e più ampio è molto reale». Accendere un piccolo fuoco è facile ma circoscriverlo è molto più complesso. Martedì il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite Volker Turk ha detto che «anche lui è preoccupato per l'escalation in corso in Libano».
Un altro raid a Nuseirat
Intanto almeno 17 persone sono morte nella notte nel campo profughi di Nuseirat dopo una notte di pesanti bombardamenti israeliani nel centro di Gaza. Lo riferisce Al Jazeera. Nel primo attacco sono morte 10 persone, tra cui donne e bambini: cinque di loro appartenevano alla stessa famiglia, mentre i feriti sono almeno 10. Altre persone sono ancora intrappolate sotto le macerie.
Un'ora dopo, è stata colpita l'abitazione di un'altra famiglia: tra le vittime una coppia, i loro figli e i nonni. Altri due sono rimasti uccisi sulla strada costiera nella zona centro-occidentale di Gaza. Circa 35 persone rimaste ferite negli attacchi poi ricoverate in ospedale in gravi condizioni. Un conflitto che nonostante la tregua giornaliera concessa dall’Idf in opposizione a Netanyahu non pare diminuire di intensità.
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