Circa 1.200 manifestazioni hanno avuto luogo sabato in tutti i 50 stati americani e in diversi paesi del mondo, inclusi Canada, Messico, Germania, Francia e Regno Unito
Migliaia di americani sono scesi in piazza sabato 5 aprile per protestare contro il presidente Donald Trump: è la prima mobilitazione di massa da quando è tornato alla Casa Bianca alla fine di gennaio.
Circa 1.200 manifestazioni hanno avuto luogo in tutti i 50 stati americani e in diversi paesi del mondo, inclusi Canada, Messico, Germania, Francia e Regno Unito. Al centro della contestazione, le politiche economiche e sociali dell’amministrazione Trump, in particolare i tagli ai programmi pubblici, le politiche sull’immigrazione, l’espansione dei poteri presidenziali e la collaborazione con Elon Musk, che guida l’ormai controverso Dipartimento dell’Efficienza Governativa.
Una folla imponente a Washington
A Washington D.C., migliaia di persone si sono radunate nei pressi del Washington Monument. Secondo gli organizzatori sono stati oltre 20mila in partecipanti. Oltre 150 gruppi attivisti hanno aderito alla giornata di mobilitazione. Molti manifestanti indossavano simboli di solidarietà internazionale, come bandiere ucraine e kefiah palestinesi, e i rappresentanti democratici del Congresso hanno preso la parola per condannare l’operato del presidente.
Il Doge sotto accusa: tagli e licenziamenti
Uno dei bersagli principali delle proteste è il Dipartimento dell’Efficienza Governativa, guidato da Musk, che ha già eliminato oltre 200.000 posti nella pubblica amministrazione. Solo all’Agenzia delle Entrate, sono stati annunciati oltre 20mila licenziamenti, pari al 25 per cento del personale.
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