- Martedì il regime ha deciso di vietare alle donne l’università con la scusa che non avevano rispettato il codice di abbigliamento adeguato.
- Alcuni gruppi di giovani sono scese in piazza a Herat per protesta sfidando i Talebani «codardi». C’è anche una campagna degli studenti maschi che boicottano esami e lezioni in solidarietà.
- Ma l’oscurantismo non si ferma: con lo stesso argomento dell’abbigliamento il ministero dell’Economia che approva le licenze per le ong ha vietato di impiegare donne. Buon Natale
A Herat, nell’Afghanistan occidentale, le donne sono scese in piazza per per rivendicare il diritto di frequentare l’università. Le hanno prese a cannonate d’acqua.
Sembrava l’ultimo divieto, dopo la scuola vietata alle bambine questo martedì, i Talebani hanno vietato alle studentesse di frequentare le università con effetto immediato, poi sabato mentre alcuni coraggiosi manifestanti sono scesi in piazza contro il regime, di divieto ne è arrivato un altro: le donne non potranno più lavorare per le Ong, soprattutto quelle internazionali.
«Talebani codardi»
Alcune donne questa mattina si sono indirizzate verso la casa del governatore della provincia di Herat. Gridavano: «L'istruzione è un nostro diritto», quando sono state respinte dalle forze di sicurezza che hanno sparato con i cannoni ad acqua, costringendole a nascondersi in una via laterale. Ma non si sono fermate e hanno ricominciato a urlare. E urlavano anche: «Talebani codardi».
Secondo le testimonianze raccolte dall’agenzia Ap, tra le 100 e le 150 donne hanno preso parte alla protesta. Un portavoce del governatore provinciale, Hamidullah Mutawakil, ha affermato che c'erano solo quattro-cinque manifestanti. Secondo la Bbc sarebbero state qualche decina.
«O tutti o nessuno»
Ci sono, però, anche alcuni uomini al loro fianco: nel paese è stata anche lanciata una campagna di protesta da un gruppo di studenti per il diritto all’istruzione universitaria con lo slogan «O tutti o nessuno». Ci sono stati studenti che hanno lasciato le aule durante la lezione o hanno rifiutato di sostenere gli esami per solidarietà con le loro compagne. «Fino a quando le nostre sorelle non potranno studiare di nuovo, boicotteremo anche l'educazione degli uomini», ha spiegato il responsabile Ajmir Sadat allTolo News. Circolano anche video in cui si vede la polizia sparare su studenti che boicottano gli esami nella provincia di Kandahar.
L’ultimo divieto
Tuttavia, mentre alcuni gruppi di studenti universitari coraggiosi si mobilitano, il regime si fa sempre più discriminatorio. Proprio ieri i talebani hanno ordinato a tutte le ong straniere e nazionali di non lavorare più con le donne.
Il motivo starebbe nel fatto che le donne che lavorano nelle Ong non seguono un codice di abbigliamento appropriato. «Ci sono state gravi lamentele sul mancato rispetto dell'hijab islamico e di altre norme e regolamenti relativi al lavoro delle donne nelle organizzazioni nazionali e internazionali», ha dichiarato il ministro dell’Economia che, per inciso, è anche la persona da cui dipende l'approvazione delle licenze per le ong che operano in Afghanistan.
E infatti il ministero ha spiegato che «in caso di inosservanza della direttiva (...) la licenza dell'ente che era stata rilasciata da questo ministero sarà annullata». Anche il divieto di frequentare le università è stato giustificato con lo stesso argomento: le donne «non hanno rispettato le indicazioni sull'hijab», ha detto il ministro dell'Istruzione superiore, Neda Mohammad Nadeem,
Le donne in Afghanistan stanno progressivamente scomparendo dalla vita pubblica. Buon Natale.
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