Ieri è arrivato in Italia il primo dei 36 bambini malati oncologici per ricevere cure all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Una notizia diffusa da Palazzo Chigi e che appare di secondo piano rispetto ad altre questioni di rilevanza internazionale di questi giorni. Ma per la Libia e i rapporti con l’Italia non è così.

Nella nota si legge che l’arrivo del bambino a Roma è il risultato di un’intesa raggiunta con il generale Khalifa Haftar durante il viaggio a Bengasi dello scorso 7 maggio. Una rivendicazione del meeting avvenuto tra Meloni e il leader della Cirenaica, in conflitto con i rappresentanti del governo di Tripoli che la premier ha incontrato quello stesso giorno. La notizia arriva dopo giorni in cui in Italia sono state diffuse notizie – partorite dai media tripolini a amplificate dalla stampa italiana – poco chiare sul viaggio di Saddam Haftar nel paese avvenuto a fine luglio.

Il viaggio in Italia

Saddam Haftar, uno dei sette figli del generale Khalifa, è accusato di diversi crimini e di essere dietro il traffico di esseri umani che parte dall’Est del paese verso le coste italiane. È a capo della brigata Tariq Ben Zayed e di recente ha anche assunto ruoli di vertice nella Libyan National Arab Army.

Haftar jr atterra a Genova lo scorso 22 luglio intorno alle 16:40. All’aeroporto la polizia esegue una serie di controlli di frontiera e lo lascia andare. In Italia trascorre una decina di giorni, ma il suo itinerario non è noto. Nel paese era presente anche suo fratello Khaled Haftar, che il 23 luglio si trovava a Roma per la premiazione delle finali di calcio libico disputate in Italia e vinte dalla sua squadra Al Nasr. Saddam decide di rientrare a Bengazi il 2 agosto, partendo a bordo di un jet privato con altri quattro libici dall’aeroporto di Capodichino di Napoli.

Atterrerà in Libia intorno alle 20:40 dopo una serie di controlli eseguiti dalla polizia italiana che vanno oltre a quelli di routine. Il motivo? Secondo diverse agenzie stampa di Tripoli Saddam Haftar è destinatario di un mandato di arresto internazionale emesso dalla Spagna per una vicenda legata a un traffico di armi. La notizia è stata riportata anche da una parte della stampa italiana con l’appendice che dopo i controlli, Saddam sarebbe stato lasciato partire lo stesso per Benghazi.

Ma se così fosse, si tratterebbe di un episodio degno di una crisi diplomatica tra Italia e Spagna. Da parte spagnola non c’è stata alcuna rimostranza ufficiale. Inoltre, se fosse stato effettivamente destinatario di un mandato di arresto, Saddam Haftar avrebbe avuto problemi anche lo scorso 30 maggio quando – secondo l’agenzia Nova – si trovava a Roma per incontrare alcuni imprenditori americani.

Il falso mandato di arresto

Contattato da Domani, il ministero dell’Interno spagnolo preferisce non commentare le notizie pubblicate in Italia e «non conferma» che il figlio del generale della Cirenaica sia destinatario di un mandato di arresto. Secondo a quanto appreso da Domani Saddam Haftar, infatti, è destinatario di una “vigilanza discreta”. Il suo nome è nei database del Sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (Sis II) come persona oggetto di un controllo discreto o di un controllo specifico. Stando alla normativa, sono «segnalazioni volte a ottenere informazioni su persone o oggetti correlati ai fini del perseguimento di reati e per prevenire minacce alla sicurezza pubblica o nazionale».

Cosa distingue questa vigilanza discreta rispetto ai normali controlli di frontiera? La persona è sottoposta a verifiche approfondite ad esempio sulle motivazioni del suo viaggio e sui suoi spostamenti nel paese. La vigilanza discreta sarebbe stata attivata diversi mesi fa su una non meglio chiarita indagine spagnola – di cui ne scrive solo Cronica Global e i media tripolini – riguardo a un giro di traffico di armi bloccato dalla Spagna tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Il carico era diretto verso Dubai prima di andare in Libia tramite due società riconducibili alla cerchia di Saddam Haftar. Le armi sarebbero destinate alla sua brigata di milizie.

Fake news

Le notizie sul falso mandato di arresto sono circolate dalla parte Ovest del paese – ostile alla famiglia Haftar – e sono collegate alla vicenda della chiusura parziale del più grande giacimento petrolifero del paese, quello di Sharara. Saddam Haftar avrebbe ordinato la riduzione dell’estrazione per via del mandato di arresto spagnolo. Il giacimento è in mano all’Akasus oil operations company che vede la partecipazione anche della spagnola Repsol.

Rallentare la produzione è una ritorsione nei confronti della Spagna per la sua indagine sul traffico di armi in cui è coinvolto il figlio del generale. «C'è un tentativo da parte di Khalifa Haftar di inserire i suoi figli in posizioni centrali. Questo è più evidente con Saddam, intorno a lui negli ultimi mesi c'è molto movimento sia a livello diplomatico che economico», dice Virginie Collombier scientific coordinator del Mediterranean platform della Luiss Guido Carli. In poche parole, Haftar sta preparando la sua successione. In questo scenario, le false ricostruzioni tripoline hanno l’obiettivo di delegittimare Saddam, ma anche colpire il governo di Giorgia Meloni che dialoga con la sua cerchia. «A ovest non sono molto contenti dell’attenzione degli italiani verso l’Est del paese. Hanno paura di perdere la loro posizione di interlocutore privilegiato».

© Riproduzione riservata