Alla plenaria del parlamento europeo, il presidente del Ppe Manfred Weber critica Germania e Francia per aver lasciato l’Italia «da sola» sulla questione ong. Nel frattempo la Commissione assicura che un nuovo accordo europeo sul tema «sta facendo passi avanti»
Il presidente del Partito popolare europeo, il tedesco Manfred Weber, ha difeso il governo Meloni durante l’assemblea plenaria del parlamento europeo in cui si discuteva delle possibili soluzioni ai problemi posti dalle richieste di asilo e dalle migrazioni. «All’Italia dico che questa è una sfida europea e non italiana, dall’Europa serve più solidarietà. Francia e Germania non hanno rispettato le promesse sui ricollocamenti, così non si va avanti», ha detto il tedesco Weber, che guida il gruppo europeo in cui c’è il partito Forza Italia, e che da diverso tempo dialoga con i conservatori europei alla ricerca di una possibile alleanza.
La plenaria
L’assemblea plenaria è la riunione mensile degli europarlamentari a Strasburgo, il momento più solenne della attività legislativa.
Sull’immigrazione non erano previsti voti, ma un lungo dibattito con l’intervento dei principali rappresentanti delle istituzioni europee. «Dare assistenza alle persone in pericolo in mare è un imperativo umanitario e un obbligo di tutti i paesi e capitani di nave sotto il diritto internazionale», ha detto Mikulas Bej, ministro degli Affari europei della Repubblica Ceca, il paese che detiene la presidenza di turno dell’Unione europea.
Sono intervenuti anche diversi esponenti della Commissione europea, che proprio lunedì ha presentato il suo nuovo piano di azione sulla crisi migratoria. Un piano di azione che prevede una maggiore esternalizzazione delle frontiere, più cooperazione con gli stati di partenza (molti dei quali presentano apparati polizieschi molto forti), un “codice di condotta” per le ong, il rafforzamento del ruolo di Frontex e di quello del meccanismo di solidarietà tra gli stati membri.
«I negoziati sul nuovo Patto migrazione e asilo stanno facendo grandi passi avanti», ha detto Ylva Johansson, commissaria per gli Affari interni, riferendosi alla riforma degli attuali trattati che richiederà l’accordo di tutti i paesi europei. «Abbiamo una grande opportunità e possiamo coglierla già nel corso di questa legislatura».
Il vice presidente della Commissione Ue Margaritis Schinas ha invece ricordato la crescita dei volumi dell’immigrazione nel corso del 2022. «L’aumento sugli arrivi della rotta centrale è stato superiore al 50 per cento rispetto all’anno scorso. La rotta balcanica ha visto un aumento drammatico, solo ieri 500 persone sono state salvate vicino Creta».
Le posizioni dei leader
Tra i leader di partito ha parlato anche Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo S&D, di cui fa parte il Pd e gran parte dei partiti del centrosinistra europeo. «Non è la prima volta che discutiamo di questo tema (l’immigrazione) in questo parlamento, ma ne discutiamo senza arrivare a risultati concreti. Sulla base delle cifre di quest’anno, 9 migranti su dieci raggiungono le coste europee senza l’aiuto delle ong. E non abbiamo dubbi sul fatto che, anche senza aiuto, le persone sarebbero arrivate comunque, in un modo o nell’altro. Quindi il messaggio deve essere molto chiaro: basta criminalizzare chi salva vite».
Stéphane Séjourné, presidente di Renew Europe, la formazione liberale a cui aderisce il partito di Emmanuel Macron, ha citato la premier italiana: «È necessario avvicinare le posizioni tra i partiti europeisti per giungere a un accordo. Spero che Varsavia e Budapest ricorderanno che abbiamo agito insieme per l’accoglienza dei rifugiati ucraini. Spero che Roma la smetterà, da parte del governo italiano c’è uno spettacolo polemico per avere qualche punto nei sondaggi».
L’intervento più politicamente significativo rimane quello del presidente dei popolari Weber che ha così confermato il suo appoggio al governo Meloni. Dopo aver attaccato il governo tedesco, di cui il suo partito è all’opposizione, per i mancati ricollocamenti, Weber ha aggiunto: «Come a casa propria, ognuno decide chi far entrare e chi no. Così possono e devono fare gli stati». Sono gli stati membri che «decidono chi entra in Europa, non la mafia. In particolare, più del 50 per cento delle persone, che non hanno diritto a rimanere e che sono migranti illegali, arrivano e vogliono entrare. In particolare dal Mediterraneo meridionale. Una soluzione per queste persone dev’essere rapida: chi non può restare deve essere rimpatriato».
Lo scorso 11 novembre il leader dei popolari europei si trovava a Roma, dove a palazzo Chigi ha incontrato la premier Giorgia Meloni.
La visita è avvenuta durante lo scontro tra Italia e Francia sulla Ocean Viking, la nave della ong Sos Mediterranée che trasportava a bordo 234 migranti soccorsi in mare e che il governo italiano chiedeva alla Francia di accogliere. Già allora Weber aveva detto: «L’Italia non deve essere lasciata da sola, serve una solidarietà europea». L’appuntamento è al 25 novembre quando il piano d’azione elaborato dalla Commissione europea sarà presentato al Consiglio straordinario Giustizia e Affari interni.
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