Il riformista Massoud Pezeshkian ha vinto il ballottaggio ed è il nuovo presidente dell’Iran. Con oltre 16 milioni di voti ha sconfitto il candidato ultraconservatore Said Jalili (fermo a 13 milioni di preferenze).

Nonostante la diaspora iraniana ha fatto pressioni per boicottare le elezioni, l’affluenza si è attestata intorno al 49.8 per cento. Dieci punti in più rispetto al primo turno dove si è registrato il più alto tasso di astensionismo dal 1979. Oltre 600mila le schede non valide.

Il contesto

Le elezioni presidenziali erano state convocate dopo la morte di Ebrahim Raisi avvenuta in un incidente in elicottero lo scorso 19 maggio. Da allora fino all’elezione del nuovo presidente alla guida del paese è stato scelto ad interim il primo vice presidente iraniano Mohammad Mokhber.

Nonostante i tentativi di boicottaggio gli iraniani hanno scelto il 69enne Pezeshkian, già deputato e con un’impronta verso l’apertura con l’occidente. Troppa la paura di una presidenza ultraconservatrice con Said Jalili.

«Tenderemo la mano dell’amicizia a tutti, siamo tutti abitanti di questo paese, dovremmo lavorare tutti per il progresso del paese», ha detto il nuovo presidente nel suo primo discorso dopo la vittoria, ringraziando i suoi sostenitori. Il suo obiettivo dichiaro è quello di fare uscire il paese dall’isolamento.

Reazioni

Il re dell'Arabia Saudita Salman bin Abdulaziz e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman si sono congratulati con Massoud Pezeshkian per la sua vittoria alle elezioni presidenziali iraniane. «Auguriamo buona salute e felicità a Pezeshkian, e auguriamo sempre più progressi alla nazione fraterna dell'Iran», ha detto il re saudita.

Messaggi di congratulazioni inviati anche dal presidente siriano Bashar al Assad e dal presidente russo Vladimir Putin.

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