Tra gli ostaggi consegnati alla Croce Rossa anche Bibas, padre dei due bambini dai capelli rossi rapiti il 7 ottobre e diventati un simbolo. Arrivati in Israele anche Ofer Kalderon e Keith Siegel. Netanyahu rilascia 183 palestinesi
In un'operazione ancora una volta altamente scenografica, ma svoltasi in modo più ordinato delle precedenti, Hamas ha rilasciato altri tre ostaggi israeliani detenuti da 484 giorni nella Striscia di Gaza. Si tratta di Yarden Bibas, di origine argentina e padre dei bambini Ariel e Kfir (i più giovani catturati da Hamas durante l'assalto armato ai kibbutz del sud il 7 ottobre, avevano rispettivamente otto mesi e mezzo e quattro anni), Ofer Kalderon e Keith Siegel.
I tre ostaggi sono stati rilasciati nell'ambito del quarto scambio di ostaggi-prigionieri palestinesi previsto dall'accordo di tregua nella Striscia. I primi a essere liberati a Khan Yunis, nel sud della Striscia, sono stati Bibas (35 anni) e Kalderon (54), rapiti il 7 ottobre 2023: i due sono apparsi sul palco allestito da Hamas circondato da una folla di miliziani. Sono stati poi consegnati alla Croce Rossa che, scortata dal gruppo palestinese, li ha trasferiti nelle mani dell'esercito israeliano.
Per ultimo, al porto di Gaza City - su un palco che aveva come sfondo le onde del mare, bandiere verdi di Hamas, le foto dei leader islamisti uccisi e la scritta «Il sionismo nazista non vincerà» - è stato liberato Siegel, 65 anni. Tra i tre è apparso quello piu' provato: ha salutato con un cenno della mano, mentre portava con sé due sacchetti.

Israele ha rilasciato in cambio 183 prigionieri palestinesi, più del doppio dei 90 inizialmente annunciati. I primi bus hanno lasciato le prigioni israeliane e i primi prigionieri hanno già raggiunto Ramallah, dove sono stati accolti da una folla in festa.
L'accordo di tregua tra Hamas e Israele prevede la restituzione di 33 ostaggi, otto dei quali sono morti, in una prima fase di sei settimane e il rilascio di circa 1.900 palestinesi. In questo periodo sarà inoltre necessario concordare come attuare la fase successiva del cessate il fuoco, volta a porre fine definitivamente alla guerra iniziata nell'ottobre 2023 e a completare la liberazione degli ostaggi ancora in vita. Un alto funzionario israeliano ha affermato che i negoziati sulla questione riprenderanno lunedì.
Intanto il valico di Rafah è stato riaperto anche dal lato palestinese per dare una speranza a chi la stava perdendo fra indicibili sofferenze e angosce: quelle di 30 bambini malati di cancro e dei loro parenti finora bloccati nella Gaza martoriata dal conflitto fra Hamas e Israele, iniziato nell'ottobre di due anni fa.
PUNTI CHIAVE
15:17
Il messaggio di 5 paesi arabi a Trump: "Mai deportazione palestinesi"
12:31
Israele, servizio carcerario conferma rilascio di 183 detenuti palestinesi
11:05
Detenuti palestinesi rilasciati accolti dalla folla a Ramallah
11:03
Il bus con i detenuti palestinesi lascia la prigione israeliana
10:02
Chi sono i tre ostaggi israeliani liberati da Hamas
09:42
Hamas rilascia il terzo e ultimo ostaggio da liberare oggi
08:21
Netanyahu: "Riporteremo a casa tutti gli ostaggi"
07:45
Due ostaggi liberati a Khan Yunis: sono Kalderon e Bibas =
Al Sisi sente Trump al telefono: "Contiamo su di te per pace duratura nella regione"
Il presidente dell'Egitto, Abdel Fattah al Sisi, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Lo ha riferito in una nota la presidenza egiziana, secondo cui Al Sisi ha sottolineato che "la comunità internazionale conta sulle capacità di Trump per raggiungere una pace duratura e porre fine al conflitto in cui la regione versa da decenni". Durante la telefonata, secondo quanto si legge nella nota, il capo dello Stato egiziano si è congratulato con il presidente statunitense per l'inizio del suo secondo mandato alla Casa Bianca e lo ha invitato al Cairo "alla prima occasione disponibile per rafforzare le relazioni strategiche tra i due paesi". Trump, da parte sua, ha invitato Al Sisi a visitare Washington e a incontrarlo alla Casa Bianca. Come riporta la nota della presidenza egiziana, le parti hanno concordato sulla necessità di rafforzare ulteriormente le relazioni economiche e gli investimenti, nonché la cooperazione nel campo della sicurezza idrica. In merito alla situazione nella Striscia di Gaza, i due presidenti hanno sottolineato l'importanza di attuare le fasi dell'accordo di cessate il fuoco e di intensificare la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione palestinese. Al Sisi e Trump hanno infine stabilito di continuare a coordinarsi sulle questioni di interesse comune e a rafforzare le relazioni bilaterali in tutti i campi.
Cisgiordania: media, almeno un morto in attacco con drone israeliano a Jenin
Almeno una persona è morta e altre due sono rimaste ferite a causa di un attacco con drone lanciato nella zona di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale. Lo riferisce l'emittente qatariota "Al Jazeera" citando fonti palestinesi. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano "Times of Israel", le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno riferito di aver effettuato un attacco aereo "contro un gruppo di terroristi palestinesi armati" a Jenin. Alcune settimane fa, le forze israeliane hanno lanciato una "operazione antiterrorismo" nella Cisgiordania settentrionale.
Croce rossa conferma rilascio di tre ostaggi e scarcerazione di 183 detenuti
Il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) ha confermato il rilascio odierno di tre ostaggi da parte del movimento islamista Hamas e la scarcerazione di 183 detenuti palestinesi da parte di Israele. In una nota, il Cicr ha spiegato che i prigionieri palestinesi liberati sono stati trasferiti in sicurezza nella Striscia di Gaza e a Khan Yunis. "Si conclude così la quarta fase delle operazioni di rilascio condotte dal Cicr nelle ultime due settimane, che hanno favorito il ritorno di 18 ostaggi (13 israeliani e cinque cittadini thailandesi) e 583 detenuti palestinesi. Prima dell'operazione odierna, il Cicr ha ricordato alle parti la loro responsabilità di garantire che i trasferimenti fossero effettuati in modo sicuro e dignitoso", si legge nella nota. Il Comitato internazionale della Croce rossa ha sottolineato che, nonostante non sia stato coinvolto nei negoziati per l'accordo di cessate il fuoco, "ha agito come intermediario umanitario per facilitare l'accordo in modo che le persone potessero tornare a casa in sicurezza". Il Cicr, conclude la nota, "resta pronto per facilitare ulteriori operazioni di rilascio nelle prossime settimane e a continuare a portare aiuti a Gaza".
Israele: "Chiediamo a mediatori informazioni su famiglia Bibas"
Israele continua a chiedere ai mediatori che hanno negoziato l'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza informazioni sulla sorte dei membri della famiglia Bibas che si trovano ancora nelle mani del movimento islamista palestinese Hamas. Lo ha detto Gal Hirsch, coordinatore israeliano per il rilascio degli ostaggi. "La famiglia Bibas vive da molto tempo nella costante paura. Continuiamo a chiedere ai mediatori informazioni sulle loro condizioni", ha affermato. Stamane, Hamas ha rilasciato il 35enne Yarden Bibas. Tuttavia sua moglie Shiri e i figli Kfir e Ariel, di 2 e 5 anni, si trovano ancora nella Striscia di Gaza. Israele si e' detto "profondamente preoccupato" per le loro vite. In base all'accordo per il cessate il fuoco e lo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, Hamas e gli altri gruppi armati islamisti avrebbero dovuto rilasciare prima donne e bambini, poi le soldatesse e successivamente gli uomini. Considerando che oggi Hamas ha liberato tre uomini (Ofer Calderon e Keith Siegel, oltre a Yarden Bibas) crescono i timori per le sorti di Shiri, Kfir e Ariel Bibas.
Il messaggio di 5 paesi arabi a Trump: "Mai deportazione palestinesi"
Cinque Paesi arabi (Egitto, Giordania, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) hanno respinto con decisione l'ipotesi di una deportazione di palestinesi fuori da Gaza ventilata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dicendosi invece pronti a lavorare insieme su una soluzione a due Stati. Rappresentanti dei cinque Paesi si sono riuniti oggi al Cairo approvando una dichiarazione congiunta in cui assicurano il loro "pieno e continuo sostegno alla determinazione del popolo palestinese nel rimanere sulla propria terra". Nel testo, pubblicato su Facebook dal ministero degli Esteri egiziano, fra l'altro si sottolinea "l'importanza degli sforzi concertati della comunità internazionale per pianificare e attuare un processo di ricostruzione globale nella Striscia di Gaza il prima possibile, in modo da garantire che i palestinesi rimangano sulle loro terre". Nella dichiarazione firmata dal "Segretario del Comitato Esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), in rappresentanza dello Stato di Palestina" e dal Segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul-Gheit, i partecipanti alla riunione ribadiscono il loro "rifiuto totale di qualsiasi violazione di questi diritti inalienabili, sia attraverso attività di colonizzazione, espulsioni, demolizioni di case, annessione di terre o lo sgombero forzato dei loro proprietari. Condanniamo qualsiasi forma di sfollamento, incentivazione al trasferimento o sradicamento dei palestinesi dalla loro terra, in qualsiasi circostanza o con qualsiasi giustificazione, poiché ciò minaccia la stabilità della regione, rischia di prolungare il conflitto e compromette le possibilità di pace e coesistenza tra i popoli della regione". I cinque Paesi evidenziano "la determinazione dei palestinesi a restare" sulla propria terra e formula l'auspicio di una "ricostruzione" completa della Striscia di Gaza.
Gaza: 3 bus con prigionieri palestinesi arrivati a Khan Yunis
Tre bus con a bordo prigionieri palestinesi rilasciati da Israele nell'ambito di un accordo di cessate-il-fuoco per Gaza sono arrivati nella città meridionale di Khan Yunis. I detenuti, molti dei quali indossavano uniformi carcerarie grigie, sono stati accolti da centinaia di abitanti di Gaza che si sono radunati intorno ai mezzi mentre si avvicinavano all'Ospedale europeo della città. I prigionieri dovevano sottoporsi a check-up medici presso l'ospedale prima di dirigersi verso le loro abitazioni. "Nel sangue e nello spirito, ti riscatteremo, prigioniero!", hanno intonato alcune persone tra la folla mentre gli uomini uscivano dagli autobus uno alla volta.
Israele, servizio carcerario conferma rilascio di 183 detenuti palestinesi
Il servizio carcerario israeliano ha confermato il rilascio di 183 detenuti palestinesi, nell'ambito dell'accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo riporta il quotidiano "Times of Israel". I detenuti sono stati trasferiti dal penitenziario di Ofer alla Cisgiordania e dal carcere di Ketziot alla Striscia di Gaza. Secondo il portale d'informazione "Ynet", almeno 143 palestinesi erano stati arrestati dopo il 7 ottobre 2023, giorno dell'attacco di Hamas contro lo Stato ebraico. Tra i detenuti rilasciati oggi - in cambio degli ostaggi Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel - decine erano stati condannati all'ergastolo o a lunghe pene detentive.
Il comandante di Hamas Hawajri presente al rilascio degli ostaggi: l'Idf lo credeva morto
Israele ha riconosciuto di non aver ucciso il comandante del battaglione Shati di Hamas, Haitham Hawajri, nel dicembre 2023, come aveva in passato affermato. Hawajri infatti era tra i miliziani di Hamas che hanno partecipato oggi al rilascio a Gaza City dell'ostaggio Keith Siegel. "Dopo ulteriori accertamenti, è emerso che le conclusioni dell'intelligence su cui si basavano la Direzione dell'intelligence e lo Shin Bet non erano corrette e il terrorista non è stato eliminato", ha ammesso l'esercito israeliano. Lo riporta il Times of Israel.
Tra i palestinesi liberati c'è anche l'operatore umanitario el-Halabi
Uno dei detenuti palestinesi più importanti che sono stati rilasciati oggi è l'operatore umanitario Mohammed el-Halabi, condannato da Israele a 12 anni di carcere in un caso di alto profilo che aveva attirato le critiche dei gruppi per i diritti umani. El-Halabi lavorava come responsabile palestinese della filiale di Gaza di World Vision, un'importante organizzazione umanitaria cristiana. È stato arrestato nel 2016 e accusato di aver dirottato decine di milioni di dollari verso Hamas. Sia el-Halabi, 47 anni, che World Vision hanno sempre negato vigorosamente le accuse che non sono mai state confermate in indagini indipendenti. I gruppi per i diritti umani affermano che a el-Halabi è stato negato un processo equo e trasparente, poiché lui e World Vision non hanno avuto la possibilità di esaminare le prove a loro carico. La sua prolungata detenzione ha messo in agitazione le ong che forniscono aiuti ai palestinesi di Gaza.
Detenuti palestinesi rilasciati accolti dalla folla a Ramallah
Una grande folla ha accolto a Ramallah uno degli autobus da cui hanno iniziato a scendere i detenuti palestinesi liberati in cambio del rilascio da parte di Hamas di 3 ostaggi, avvenuto qualche ora fa. I prigionieri liberati vengono abbracciati e trasportati in braccio. Lo riporta Al Jazeera.
Il bus con i detenuti palestinesi lascia la prigione israeliana
Un bus con detenuti palestinesi ha lasciato la prigione israeliana di Ofer. A bordo ci sono prigionieri che rientrano nello scambio previsto dall'accordo di cessate il fuoco a Gaza, dopo la liberazione di tre ostaggi. In tutto è prevista la scarcerazione di 183 detenuti palestinesi, tra cui 72 prigionieri di sicurezza, 14 dei quali stanno scontando l'ergastolo. Sette di questi dovrebbero essere trasferiti a Gaza e gli altri in Cisgiordania.
50 bambini palestinesi malati lasciano Gaza
Cinquanta bambini palestinesi malati e feriti lasceranno Gaza oggi per ricevere cure. Lo ha detto CNN un funzionario del ministero della Salute di Gaza. Il dottor Munir Al-Barash, direttore generale del ministero, ha detto che i 50 bambini sono stati autorizzati a lasciare l'ospedale Nasser di Khan Yunis e l'ospedale Al-Shifa di Gaza City. Alcuni soffrivano di cancro o malattie del sangue, ha detto. "Abbiamo inviato 400 nomi di bambini malati all'Organizzazione Mondiale della Sanita'", ha aggiunto. L'evacuazione dei palestinesi feriti e malati per cure mediche urgenti era una parte dell'accordo generale sulla presa degli ostaggi e sul cessate il fuoco raggiunto il mese scorso.
Il Forum delle famiglie degli ostaggi: la liberazione è un "raggio di luce"
Un gruppo di attivisti israeliani ha affermato che il rilascio di tre ostaggi da parte di Hamas questa mattina "porta un raggio di luce" dopo oltre 15 mesi di prigionia nella Striscia di Gaza. "Il loro rilascio oggi porta un raggio di luce nell'oscurità, offrendo speranza e dimostrando il trionfo dello spirito umano", ha affermato il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani in una dichiarazione dopo la liberazione dei prigionieri Yarden Bibas, Keith Siegel e Ofer Kalderon.
Miliziani di Hamas al valico di Rafah per cure in Egitto
Miliziani di Hamas, feriti in combattimento a Gaza, stanno attraversando il valico di Rafah per ricevere cure in Egitto, come riferiscono i media israeliani. Centinaia di palestinesi feriti hanno iniziato a lasciare la Striscia per recarsi in Egitto e poi in altri Paesi per ricevere cure mediche, in attuazione degli accordi per il cessate il fuoco.
Gaza: media, verso valico Rafah il primo gruppo di pazienti e feriti da evacuare
Hanno iniziato a lasciare gli ospedali tramite autobus e ambulanze i primi dei 50 pazienti e feriti palestinesi che oggi dovrebbero lasciare la Striscia di Gaza per entrare in Egitto attraverso il valico di Rafah, riaperto come parte dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas. Lo riporta l'emittente qatariota "Al Jazeera". Il valico di frontiera di Rafah con l'Egitto è uno dei principali punti di accesso alla Striscia di Gaza, nonché un canale essenziale per il passaggio degli aiuti umanitari. La zona è stata tuttavia chiusa quando le forze israeliane hanno occupato il territorio nel maggio dello scorso anno. Per la riapertura del valico, e a seguito dell'accordato ritiro di Israele, l'Unione europea ha dispiegato la missione civile di frontiera Eubam.
Chi sono i tre ostaggi israeliani liberati da Hamas
Bibas è il padre dei due ostaggi più giovani presi da Hamas il 7 ottobre, durante l'assalto armato ai kibbutz del sud: sono i piccoli Kfir e Ariel, che allora avevano rispettivamente otto mesi e mezzo e quattro anni. Anche la moglie di Bibas, Shiri, è stata rapita e ora si teme il peggio per lei e i due figli che non sono ancora rientrati in nessuno dei precedenti scambi che prevedevano proprio il rilascio di donne e bambini e che secondo Hamas sono rimasti uccisi in un bombardamento israeliano. Gerusalemme non ha mai confermato la loro morte e molti si aggrappano alla speranza che siano ancora vivi. La famiglia Bibas è stata rapita nel kibbutz Nir Oz e da allora i due bambini dai capelli rossi sono diventati il simbolo della sofferenza degli ostaggi a Gaza.
Anche Kalderon, con doppia cittadinanza israeliana e francese, era stato rapito nel kibbutz Nir Oz, con i figli Erez e Sahar, che all'epoca avevano rispettivamente 12 e 16 anni. I due adolescenti sono stati rilasciati durante la prima tregua nel novembre 2023.
Siegel, 65 anni, anche cittadino americano, e sua moglie Adrienne, conosciuta come Aviva, erano stati sequestrati dalla loro casa nel kibbutz Kfar Aza. Adrienne è stata rilasciata durante il primo cessate il fuoco nel novembre 2023. Bibas e Kalderon hanno incontrato le famiglie nella struttura dell'Idf a Reem, vicino al confine, dopo essersi sottoposti a primi controlli medici e psicologici.
Hamas rilascia il terzo e ultimo ostaggio da liberare oggi
Hamas ha rilasciato il terzo e ultimo ostaggio da liberare oggi, come accordato con Israele. Si tratta di Keith Siegel, 65 anni. L'uomo è stato consegnato alla Croce Rossa nel porto di Gaza, nel nord della Striscia, per essere trasferito nello Stato ebraico. In precedenza, come riportato dal quotidiano "Times of Israel", sono stati rilasciati a Khan Yunis, nel sud dell'enclave palestinese, Yarden Bibas, 35 anni, e Ofer Calderon, 54 anni. Bibas è il padre dei due bambini Kfir e Ariel, di 2 e 5 anni, ancora nelle mani di Hamas a Gaza insieme alla madre Shiri, le cui sorti restano però sconosciute.
In base all'accordo, Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi avrebbero dovuto rilasciare prima donne e bambini, poi le soldatesse e successivamente gli uomini. Pertanto, la liberazione odierna di tre uomini accresce i timori per Shira e i figli. Il rilascio di Bibas, Calderon e Siegel è stato più rapido e ordinato rispetto alle scene caotiche che hanno caratterizzato la liberazione giovedì scorso della soldatessa Agam Berger, 20 anni, e di Gadi Mozes, 80 anni, scatenando l'ira di Israele, che ha chiesto garanzie per la sicurezza degli ostaggi.
Netanyahu: "Riporteremo a casa tutti gli ostaggi"
In una nota diffusa dal suo ufficio, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, accoglie con favore il rilascio degli ostaggi Ofer Kalderon e Yarden Bibas e promette di riportare a casa tutti i prigionieri detenuti a Gaza. "Il governo israeliano abbraccia i due ostaggi di ritorno. Le loro famiglie sono state informate dalle autorita' competenti che sono nelle mani delle nostre forze", si legge nella dichiarazione. "Il governo israeliano si impegna a restituire tutti gli ostaggi e gli scomparsi", conclude la nota.
Due ostaggi liberati a Khan Yunis: sono Kalderon e Bibas =
È iniziata l'operazione di Hamas per il rilascio dei tre ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza, secondo quanto previsto dall'accordo di cessate il fuoco. Il primo ad apparire sul palco allestito dai miliziani e' stato Ofer Kalderon, cittadino franco-israeliano. Subito dopo è apparso sul palco Yarden Bibas il padre della famiglia rapita il 7 ottobre nell'assalto ai kibbutz di Hamas: di sua moglie e dei suoi due figli piccoli ancora non si sa nulla, ma si teme il peggio. Kalderon e Bibas sono stati liberati a Khan Yunis, dove sono stati trasferiti alla Croce Rossa i cui veicoli attendevano da questa mattina.
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