Continua l’offensiva nel sud della Striscia con la conquista della città Khanas Yunis. Il Wsj dichiara che Israele avrebbe posizionato delle pompe idriche per distruggere i tunnel. Herzi Halevi la considera una buona idea. Il premier Netanyahu ha avuto un incontro «teso» le famiglie degli ostaggi
L’esercito israeliano ha raggiunto il centro di Khanas Yunis, solo pochi giorni dopo l’inizio dell’offensiva nel sud della Striscia. Il capo del comando ha detto: «Questo è il giorno più intenso dall’inizio della manovra, in termini di terroristi uccisi, numero di scontri e uso del fuoco da terra e dall’aria. Abbiamo intenzione di continuare ad attaccare per approfondire i risultati».
L’ospedale Nasser è ormai al collasso. Solo questa mattina, infatti, sono stati portati altri 43 morti. Al Jazeera ha dichiarato che sono state viste tante ambulanze che portavano persone ferite all’interno dell’ospedale. Il portavoce del ministero della Sanità di Gaza ha detto: «Gli ospedali non possono far fronte alla quantità e alla qualità dei feriti che arriva negli ospedali».
La città di Khans Yunis è solamente una delle conquiste dell’esercito israeliano che ha confermato di aver circondato il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia, sospettato di essere una base militare dell’organizzazione terroristica.
L’aumento degli scontri ha portato l’Onu a denunciare che «non è possibile» creare delle zone sicure nella Striscia. La portavoce dell’Unicef, l’Agenzia delle Nazioni unite per l’infanzia, ha detto: «Le cosiddette zone sicure non sono scientifiche, non sono razionali, non sono possibili, e penso che le autorità ne siano consapevoli». L’esercito israeliano ha pubblicato su X l’annuncio di una pausa temporanea dei combattimenti al sud fino alle 14 di oggi per consentire l’accesso degli aiuti umanitari dal confine con l’Egitto.
Anche l’Agenzia per i rifugiati palestinesi, Unrwa, ha sottolineato il pericolo della situazione a Gaza. «Ora stanno spingendo le persone verso il sud del sud. Ci aspettiamo che nei prossimi giorni avremo più di un milione di persone sfollate», ha detto il portavoce di Unrwa.
Una delle più grandi preoccupazioni dell’esercito israeliano sono i tunnel di Hamas. Il tenente colonello Hecht ha detto: «Finora abbiamo individuato oltre 800 tunnel e ne abbiamo distrutti 500».
Secondo il Wall Street Journal, Israele avrebbe un piano per distruggere i tunnel. Infatti, secondo le dichiarazioni di alcuni funzionari americani, l’esercito israeliano avrebbe installato cinque pompe idriche vicino al campo profughi di al Shati a Gaza city. I funzionari americani hanno confermato di aver ricevuto la notizia dalle forze israeliane ma ancora non è stato deciso se attuare il piano o meno. La preoccupazione degli Stati Uniti riguarderebbe i potenziali danni alla falda acquifera e al suolo di Gaza. Il capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, Herzi Halevi, ha descritto il piano come «una buona idea». Rispondendo alle domande sul rapporto del Wsj, ha detto che l’obiettivo dell’esercito è distruggere tutte le infrastrutture sotterranee a Gaza. «Qualsiasi mezzo che ci dia un vantaggio sul nemico, come privandolo di questa risorsa, è un mezzo che stiamo valutando di utilizzare», ha aggiunto.
La crisi interna continua
Il ministro dell’Economia, Nir Barkat, vuole sfidare il primo ministro, Benjamin Netanyahu. Barkat è convinto che il partito abbia «bisogno di un cambiamento», sollecitando anche le elezioni nazionali dopo la fine della guerra. «Non sosterrò nuovamente Netanyahu. Dopo la guerra dobbiamo rivolgerci al popolo e riconquistare la sua fiducia», ha detto.
Per la giornata di oggi era previsto anche l’incontro del premier Netanyahu con le famiglie degli ostaggi. Il giornale israeliano Times of Israel ha dichiarato che, secondo i primi resoconti, l’incontro sarebbe stato «teso e ostile», alla luce anche delle critiche che i familiari avevano avanzato verso il premier per essere stati ignorati. La stampa israeliana ha citato le parole di Netanyahu: «Al momento non è possibile riportarli tutti indietro. Qualcuno può davvero immaginare che se ci fosse una tale possibilità, qualcuno la rifiuterebbe?».
Anche il capo di stato maggiore dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che l’esercito sta lavorando per consentire ai civili di tornare nelle proprie case. Le forze di difesa stanno inoltre lavorando per avere ulteriori informazioni sugli ostaggi.
© Riproduzione riservata