L’offensiva dell’Idf ha sventato i raid dei miliziani sciiti contro la sede del Mossad e altri obiettivi
Teheran continua a manovrare da lontano i suoi alleati. Al Cairo si discute una tregua per Gaza
Il Medio Oriente (per ora) potrebbe essersi fermato sull’orlo di una guerra regionale con Teheran che manovra nell’ombra e manda avanti i suoi alleati, le milizie hezbollah nel Libano mentre gli houthi dello Yemen, secondo la Bbc, potrebbero seguire a breve, per logorare Tel Aviv e far fallire i negoziati di pace in corso al Cairo.
Ieri Israele ha lanciato un attacco preventivo contro Hezbollah in Libano. Tel Aviv ha affermato di aver sventato un grave attacco grazie a un’operazione di intelligence che ha permesso di distruggere le rampe di lancio dei missili puntati su nord di Israele 15 minuti prima delle 6 del mattino ora prevista per i raid.
L’offensiva
L’attacco preventivo ha sventato i raid degli Hezbollah al quartier generale del Mossad ed ad altri centri vitali del paese. Gli attacchi aerei con più di 100 caccia e gli scambi di artiglieria, tra i più pesanti tra Israele e Hezbollah degli ultimi mesi, sono avvenuti in un momento in cui entrambe le parti sembravano segnalare che si stavano muovendo per allentare l’escalation.
Una fonte della sicurezza israeliana ha riferito a Ynet che l’esercito ha sventato un attacco nella zona di Gilot, vicino a Tel Aviv, dove si trovano il quartier generale del Mossad e la base dell’unità 8200, corpo d’élite dell’intelligence. «Siamo determinati a fare tutto il possibile per proteggere il nostro paese, riportare i residenti del nord in sicurezza nelle loro case», ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di fronte al Gabinetto di Sicurezza: «Continueremo a seguire una regola: a chiunque ci faccia del male, noi risponderemo facendo loro del male». Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato lo stato di emergenza per 48 ore.
Hezbollah a sua volta per ritorsione ha dichiarato di aver lanciato più di 320 razzi contro Israele durante la notte, colpendo una serie di posizioni militari. Hezbollah ha aggiunto di aver preso di mira 11 basi e caserme israeliane. Il gruppo ha affermato che «la prima fase si è conclusa con un successo», aggiungendo che ha cercato di «prendere di mira le caserme per facilitare il passaggio dei droni verso obiettivi» nel profondo di Israele.
Il ruolo degli Usa
«Il presidente Joe Biden sta monitorando gli eventi in Israele e Libano. Continueremo a sostenere il diritto di Israele a difendersi e continueremo a lavorare per la stabilità regionale», fa sapere la Casa Bianca. Washington ha anche mosso delle navi militari per fornire più assistenza a Tel Aviv.
«Ho riaffermato l’impegno solido degli Stati Uniti alla difesa di Israele contro qualsiasi attacco da parte dell’Iran e dei suoi partner e proxy nella regione», ha confermato il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, dopo aver chiamato ieri il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant che ha rassicurato di non volere «una guerra totale».
Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in un discorso trasmesso dalla tv vicina al gruppo sciita ha mostrato i muscoli ma poi ha ammesso che «la rappresaglia» di Hezbollah nei confronti di Israele per l’uccisione del comandante Fuad Shukr «è stata rinviata per vari motivi, tra cui la mobilitazione militare di Stati Uniti e Israele».
«La storia non è finita»
Capitolo chiuso? Non proprio. Nasrallah ha comunque detto che Hezbollah valuterà «l’impatto dell’operazione di oggi. Se i risultati non saranno sufficienti, risponderemo un’altra volta». E soprattutto, il primo ministro israeliano Netanyahu ha commentato che «la storia non è ancora finita». «Hezbollah ha cercato di attaccare Israele con razzi e droni. Abbiamo ordinato all’Idf di effettuare un potente attacco preventivo per eliminare la minaccia», ha affermato il premier politicamente più longevo di Israele.
«Le forze armate israeliane hanno distrutto migliaia di razzi a corto raggio e tutti erano mirati a danneggiare i nostri cittadini e le nostre forze in Galilea», ha aggiunto il premier. La Borsa di Tel Aviv ha chiuso in netto rialzo. E il suo indice principale, il TA 35, ha toccato il suo massimo storico.
Il vertice al Cairo
In questa situazione convulsa proseguono i colloqui per trovare una tregua a Gaza. Fonti hanno riferito ai media arabi che al vertice del Cairo si starebbe lavorando per una tregua temporanea di 72 ore dopo un cessate il fuoco completo a Gaza.
Secondo al Hadath, Hamas avrebbe chiesto tempo per verificare il numero di tutti i rapiti, vivi e morti, mentre la delegazione israeliana avrebbe ricevuto il documento con le richieste di revisione di Hamas e la visione del gruppo islamista riguardo alle linee generali dell’accordo. La tv Al Arabiya ha precisato che le «discussioni in corso al Cairo» vertono anche sul controllo del «corridoio Filadelfia e del valico di Rafah».
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