Il pontefice, a Budapest per chiudere il 52esimo Congresso eucaristico internazionale, incontra il premier ungherese nonostante i contrasti sul tema dell’immigrazione: «Ogni volta che c'è stata la tentazione di assorbire l'altro non si è costruito, ma si è distrutto». Nel pomeriggio il volo per la Slovacchia
Papa Francesco chiude il Congresso eucaristico internazionale a Budapest, in Ungheria, in quella che è la sua 34esima visita apostolica all'estero da quando è salito sul soglio pontificio. Un viaggio, questo, che alla vigilia non si presentava particolarmente agile, viste le tante spaccature tra il Vaticano e i nazionalisti ungheresi guidati dal premier Viktor Orbán, soprattutto sui temi dell’immigrazione e della solidarietà.
Il pontefice e il primo ministro si sono invece incontrati nella Sala Romanica del Museo delle Belle Arti di Budapest, in un clima che lo stesso Vaticano ha definito «cordiale». Francesco ha incontrato anche i rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e alcune comunità ebraiche dell'Ungheria: invitandoli ad «abbattere i muri di separazione del passato e vedere nell’altro non più un estraneo ma un amico». Infine, con una messa solenne nella piazza degli Eroi, ha concluso il 52esimo congresso eucaristico internazionale.
L’incontro con Orbán
Lo stesso papa Francesco, in un’intervista alla radio cattolica spagnola Cope rilasciata qualche giorno fa, aveva parlato in questi termini del possibile incontro con il premier: «Non so se incontrerò anche Orbán. In un salone riceverò diverse autorità. Non viaggio con un libretto degli appuntamenti. Quando incontro qualcuno lo guardo negli occhi e lascio che le cose vadano avanti».
L’incontro, invece, è avvenuto regolarmente. Con Bergoglio e Orbán c’erano anche il vicepremier Zsolt Semjén e il presidente della Repubblica János Áder, oltre al segretario di Stato e al segretario per i Rapporti con gli Stati del Vaticano, i cardinali Pietro Parolin e Paul Gallagher. Tra i vari argomenti trattati, vi sono stati il ruolo della Chiesa nel paese, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente, la difesa e la promozione della famiglia.
«L’antisemitismo serpeggia in Europa»
«Ho chiesto a papa Francesco di non lasciare che l’Ungheria cristiana perisca», ha detto il premier ungherese al termine del summit. Eppure, i temi di contrasto continuano a essere tanti. Su tutti, il trattamento da destinare agli immigrati di sempre e a quelli “nuovi” che la situazione in Afghanistan, con la presa del potere da parte dei Talebani, sta generando.
Nei giorni scorsi, infatti, Orbán aveva detto di voler «proteggere l’Ungheria dalla crisi dei migranti». Parole distanti anni luce dal pensiero del papa che, davanti al Consiglio ecumenico delle Chiese e ad alcune Comunità ebraiche dell'Ungheria, ha trovato modo di rispondere al premier: «La minaccia dell'antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove, è una miccia che va spenta. Ogni volta che c'è stata la tentazione di assorbire l'altro non si è costruito, ma si è distrutto; così pure quando si è voluto ghettizzarlo, anziché integrarlo. Quante volte nella storia è accaduto! Dobbiamo vigilare e pregare perché non accada più. E impegnarci a promuovere insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano», ha detto Bergoglio.
«Siate aperti, senza arroccamenti»
In una piazza degli Eroi gremita di gente, durante la messa per la fine del Congresso eucaristico internazionale, il papa ha fatto un appello ai presenti: «Questo vi auguro, che la croce sia il vostro ponte tra il passato e il futuro. Il sentimento religioso è la linfa di questa nazione, tanto attaccata alle sue radici. Ma la croce, piantata nel terreno, oltre a invitarci a radicarci bene, innalza ed estende le sue braccia verso tutti: esorta a mantenere salde le radici, ma senza arroccamenti; ad attingere alle sorgenti, aprendoci agli assetati del nostro tempo. Il mio augurio è che siate così: fondati e aperti, radicati e rispettosi».
L’ultimo viaggio con Alitalia
A bordo del volo che lo portava a Budapest, il papa ha parlato con i giornalisti di Alitalia, compagnia che dal prossimo 15 ottobre verrà sostituita da Ita. «Ci lascia l’AIitalia, grazie a tutti voi e grazie all’Alitalia che ci ha portati fino a ora», ha detto Bergoglio. «Riprendiamo i viaggi e questa è una cosa molto importante, perché andremo a portare la parola e il saluto a tanta gente», ha concluso il papa. Infine, anche una battuta sulle sue condizioni di salute, dopo l’intervento di qualche mese fa: «Mi sento bene, sto bene grazie», ha detto in aereo.
Il programma del viaggio
L'aereo con a bordo il Papa è partito dall'aeroporto di Roma Fiumicino alle 6 ed è atterrato intorno alle 7.45, accolto in aeroporto dal vice-premier Zsolt Semjén. Il primo appuntamento di Bergoglio è stato nel Museo delle Belle Arti, dove alle 8.45 ha incontrato il presidente János Áder e il premier Viktor Orbán insieme al segretario di Stato e al segretario per i Rapporti con gli Stati del Vaticano, i cardinali Pietro Parolin e Paul Gallagher. Nello stesso luogo, alle 9.15, Bergoglio ha incontrato i vescovi del paese, ai quali ha rivolto un discorso.
Gli altri incontri sono stati con i rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e alcune comunità ebraiche dell'Ungheria. Poi, alle 11.30, il Papa si è spostato nella Piazza degli Eroi per concludere il Congresso Eucaristico con la messa solenne e la recita dell'Angelus. Poi, il trasferimento in aeroporto per la cerimonia di congedo.
Nel pomeriggio, alle 15.30, l’atterraggio a Bratislava, accolto in aeroporto dalla presidente della Repubblica Zuzana Caputov e alle 16.30, in Nunziatura, l’incontro ecumenico prima e, in privato, con i gesuiti.
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