Claudia Goldin ha vinto il premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel 2023. Non si tratta di un vero e proprio premio Nobel. Il riconoscimento si è aggiunto agli altri cinque premi nel 1968 per volontà della banca centrale svedese.

Tuttavia, poiché questo premio viene gestito dalla Fondazione Nobel e assegnato assieme ai cinque premi Nobel voluti da Alfred Nobel nel 1895, viene comunemente chiamato anche lui premio Nobel, con la differenza che questo è l’unico che non è finanziato dai rendimenti sul capitale lasciati a tal fine da Alfred Nobel, ma dalla Banca Centrale di Svezia. L’importo della dotazione è comunque uguale a quello degli altri cinque.

Chi è la vincitrice?

Claudia Goldin è nata a New York nel 1946. Dopo aver conseguito la laurea in economia alla Cornell, Goldin è entrata nel programma di dottorato in economia presso l’università di Chicago. Dopo la scuola di specializzazione ha insegnato presso le università di Princeton e della Pennsylvania, prima di approdare ad Harvard nel 1990 dove fu la prima donna a ricevere un incarico nel dipartimento di economia.

L’Accademia ha voluto premiare Goldin per il suo lavoro storico sulle donne e sull’economia. In particolare l’economista ha studiato la storia della ricerca di carriera e famiglia da parte delle donne, la coeducazione nell’istruzione superiore, l’impatto della pillola anticoncezionale sulla carriera delle donne e sulle decisioni matrimoniali, i cognomi delle donne dopo il matrimonio come indicatore sociale, le ragioni per cui le donne rappresentano ora la maggioranza degli studenti universitari e il nuovo ciclo di vita dell’occupazione femminile.

Soprattutto Goldin si è concentrata sulle ragioni del persistente divario di genere nei guadagni. Nel suo suo discorso presidenziale presso l’American Economic Association Goldin ha enunciato cosa è necessario affinché vi sia parità tra uomini e donne nel mercato del lavoro. Per la studiosa non è necessario l’intervento del governo, ma deve cambiare il modo in cui i posti di lavoro sono strutturati e remunerati, così da migliorare la flessibilità oraria. Il divario retributivo di genere sarebbe notevolmente ridotto e potrebbe scomparire del tutto se le imprese non avessero un incentivo a premiare in modo sproporzionato gli individui che hanno lavorato per lunghe ore e per orari particolari.

Tra i suoi articoli scientifici, i più importanti per comprendere il suo lavoro sono: “ Il potere della pillola: contraccettivi orali e decisioni sulla carriera e il matrimonio delle donne ” scritto con Katz nel 2002 e  “La funzione della forza lavoro femminile a forma di U nello sviluppo economico e nella storia economica” del 1995. Uno dei suoi articoli più citati è invece: “Orchestrare l'imparzialità: L'effetto delle audizioni “al buio” sulle donne musiciste” scritto con Rouse nel 2000.

Il suo ultimo libro Carriera e famiglia: il viaggio lungo un secolo delle donne verso l’equità contiene la storia completa della figura della donna nel mercato del lavoro e si conclude con l’impatto della pandemia sulla carriera delle donne e sull’equità delle coppie.

Storia del premio economico

In occasione del suo 300° anniversario nel 1968 la Banca Centrale decise di istituire il premio da consegnare ogni anno a «quegli economisti che avessero reso un grande servizio all’umanità». Ma la sua creazione non è stata priva di critiche.

L’avvocato e attivista Peter Nobel, pronipote di Ludvig Nobel – fratello di Alfred Nobel – ha accusato la Fondazione di aver abusato del nome di famiglia – parla proprio di «esempio senza precedenti di violazione di un marchio di successo» – tanto più che l’illustre parente non vedeva di buon occhio gli economisti «più attenti al profitto che al benessere della società intera». Secondo Peter il premio deve in parte il suo prestigio alla sua associazione con i premi Nobel, un accostamento che però è stato arbitrario e forzato dalla Banca di Svezia.

Ma anche tra gli insospettabili c’è chi reputa (o reputava) che la disciplina economica non meritasse un premio del genere. Il vincitore del sesto “premio Nobel per l’Economia”, Friedrich von Hayek. L’economista durante il banchetto del premio nel 1974 affermò proprio che se gli fosse stato chiesto un parere sull’istituzione del riconoscimento lo avrebbe «fortemente sconsigliato» perché «conferisce a un individuo un’autorità che in economia nessun uomo dovrebbe possedere» e che poi «influenza politici, giornalisti, funzionari pubblici e il pubblico in generale».

Donne 

Ma le critiche non sono finite qui. Il premio ha una bassissima concentrazione di vincitrici. Claudia Goldin è solo la terza a ricevere il premio in ben 54 anni.

Fino a ieri su 92 vincitori totali sono solo due le donne che lo avevano vinto: Elinor Ostrom nel 2009 ed Esther Duflo dieci anni dopo, nel 2019.

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Elinor Ostrom nata a Los Angeles nel 1933, è laureata in realtà in Scienze Politiche. Nel 2009 è stata insignita del premio perché sfidando il celeberrimo dogma del biologo Garrett Hardin “la tragedia dei beni comuni” ha dimostrato che le risorse comuni possono in realtà essere gestite da comunità di individui, basta che queste si dotino di particolari regole d’uso di condivisione e coproduzione.

Sebbene non sia una posizione totalmente rivoluzionaria – Ostrom non mette in discussione la razionalità dello stato e del mercato come modi di produzione – la sua teoria ha comunque avuto il merito di spostare l’attenzione dalla produzione alle istituzioni, facendo emergere il comune come un principio dell’agire e una logica che richiede una nuova teoria per fare quel salto che la scienziata non è riuscita a fare: dai beni comuni alla logica del comune. 

L’ultima donna ad aver vinto il premio finora, Esther Duflo, è nata a Parigi il 25 ottobre 1972. Si tratta anche della persona più giovane ad averlo mai ricevuto (46 anni). Lo ha ottenuto insieme a suo marito Abhijit Banerjee e a Michael Kremer  per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale. Il loro nuovo approccio ha permesso di ottenere risposte affidabili sui modi migliori per combattere la povertà globale. In breve, si tratta di dividere la questione in problemi più piccoli e più gestibili, ad esempio quali siano gli interventi più efficaci per migliorare i risultati scolastici o la salute dei bambini. A queste domande su temi circoscritti poi rispondevano con esperimenti tarati sulle persone colpite.

Nel 2013 Duflo ha fatto parte del nuovo Comitato per lo sviluppo globale, il quale ha fornito consulenza all’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, su questioni relative agli aiuti allo sviluppo nei paesi poveri.

L’unico italiano

Tra i 92 vincitori, uno solo è italiano: Franco Modigliani, che con i suoi studi ha rivoluzionato la finanza aziendale moderna. L’economista nacque a Roma nel 1918 e a soli diciassette anni si iscrisse alla facoltà di economia della Sapienza, ma a causa delle leggi razziali nel 1938 partì prima per Parigi e poi alla volta di New York dove si specializzò alla New school of social research e dove prese la cittadinanza statunitense nel 1946. 

Insieme a Merton Miller nel 1958, Modigliani presenterà il teorema di Modigliani-Miller della finanza aziendale. L’assunto spiega sotto quali condizioni il valore di un’azienda rimanga lo stesso sia che venga finanziata attraverso l’emissione di azioni, sia che venga finanziata attraverso acquisizione di debito, e quindi emissione di obbligazioni. Ancora adesso l’accademia indaga sotto quali condizioni questo teorema non sia vero.

Modigliani è anche ricordato per l’ideazione del ciclo vitale: che spiega come il risparmio ed il consumo cambino nell'arco di vita di un individuo. Secondo l’economista infatti gli individui non risparmiano ( o spendono) in base al loro reddito corrente, ma in base a quello che si aspettano di avere in futuro. È il principio alla base del risparmio in ottica del pensionamento.

Le sue analisi pioneristiche del risparmio e dei mercati finanziari gli sono valse il premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel nel 1985.

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