Mentre proseguono i combattimenti sia nella regione russa di Kursk che nell’est dell’Ucraina, il presidente indiano è andato oggi in visita a Kiev per parlare di pace. «Oggi si è fatta la storia» secondo Zelensky
Proseguono gli scontri sui due fronti più caldi della guerra in Ucraina: da un lato l’esercito di Kiev avanza nella regione russa di Kursk, dall’altra la Russia procede nel Donbass dirigendosi verso la città di Pokrovsk.
Nel frattempo il primo ministro indiano Narendra Modi è arrivato a Kiev dalla Polonia per incontrare Volodymyr Zelensky.
I due fronti
Oggi le forze ucraine hanno colpito nuovamente la regione russa di Kursk, usando bombe di precisione plananti di fabbricazione statunitense. Inoltre, hanno riferito di aver riconquistato quasi due chilometri di territorio nella regione di Kharkiv.
Negli ultimi giorni le forze ucraine hanno rallentato l’avanzata in Russia, sembrerebbe che vogliano trincerarsi sulle posizioni acquisite fino ad ora piuttosto che conquistare altro territorio.
Come dichiarato il 18 agosto da Zelensky, l’obiettivo adesso è quello di creare una «zona cuscinetto» in territorio nemico, per evitare nuovi bombardamenti dalla Russia oltre il confine.
Alcuni funzionari ucraini hanno evidenziato una sorta di proporzionalità fra l’incursione ucraina in Russia e la posizione negoziale dell’Ucraina: se l’operazione avrà successo, il paese avrà una posizione più forte nei prossimi colloqui di pace.
Mercoledì Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina di aver tentato di attaccare la centrale nucleare di Kursk e venerdì le autorità russe hanno riferito all’Agenzia internazionale per l'energia atomica di aver ritrovato i resti di un drone a cento metri dalla centrale. Nel frattempo, l’ambasciatore russo negli Usa, Anatoli Antonov, ha riferito che Putin ha preso una decisione per punire «severamente» tutti i responsabili dell’invasione ucraina a Kursk.
Nonostante l’offensiva in territorio russo però, le operazioni dell’esercito di Mosca sono prevalentemente concentrate nell’est dell’Ucraina, nel Donbass. Due persone sono morte e tre sono rimaste ferite nei bombardamenti dell’esercito di Mosca, che venerdì ha colpito la regione ucraina di Sumy. Le truppe russe sono adesso a dieci chilometri dalla città di Pokrovsk, dalla quale i civili stanno evacuando a ritmo serrato. Secondo il capo dell'amministrazione militare di Pokrovsk, abbandonano la città tra le 500 e le 600 persone al giorno.
Il 19 agosto le autorità della città avevano detto che i residenti avevano due settimane di tempo per evacuare, prima dell’arrivo dei russi.
Modi in visita a Kiev
Il primo ministro Narendra Modi è arrivato in Ucraina per parlare con Volodymir Zelensky. Si tratta della prima volta che un leader indiano visita il paese da quando l'Ucraina ha ottenuto l'indipendenza nel 1991.
L’incontro avviene sei settimane dopo quello di Modi con Putin a Mosca, visita che aveva suscitato l’avversione di molti paesi occidentali e la «profonda delusione» di Zelensky.
Il presidente ucraino aveva definito l’abbraccio fra Modi e Putin come un abbraccio fra la più grande democrazia del mondo e il criminale più sanguinario del pianeta.
A commento dell’incontro, Zelensky ha scritto su X che «la storia è stata fatta», perché l’India «sostiene la sovranità e l’integrità territoriali dell’Ucraina».
Modi invece durante la conferenza stampa, ha ribadito l’urgenza di nuovi colloqui per trovare una «via d’uscita da questa crisi», proponendosi come possibile interlocutore fra le parti. Dopo la fine dei colloqui, il ministro degli Esteri S. Jaishankar ha sottolineato che l'India è impegnata ad aiutare a porre fine alla guerra.
Il non-allineamento dell’India
In realtà, l’India ha sempre mantenuto una posizione ambigua nel contesto della guerra in Ucraina, rimanendo in buoni rapporti con Kiev e in ottimi rapporti con Mosca.
Gli Stati Uniti hanno più volte manifestato la loro preoccupazione per le relazioni bilaterali tra Russia e India, chiedendo a quest’ultima di schierarsi a favore dell’integrità territoriale di Kiev.
L’india ha stretti legami con gli Stati Uniti, il Dipartimento di stato americano ha definito le relazioni bilaterali fra i due paesi come tra le più strategiche e consequenziali del ventunesimo secolo.
Ma il paese ha anche profondi legami con la Russia, basti pensare che ad oggi più del 50 per cento del suo arsenale militare è di produzione russa, o che l’India è il più grande importatore al mondo di petrolio russo. Questo ha portato il paese a non schierarsi nel conflitto e a non condannare mai direttamente l’invasione russa.
A giugno l’India aveva partecipato a un vertice internazionale di pace in Svizzera fortemente voluto da Kiev, senza però aderire al comunicato finale.
Prima della visita di venerdì, alcuni funzionari indiani avevano detto di non cercare un ruolo di mediazione vero e proprio, ma che avrebbero scambiato messaggi tra Ucraina e Russia, se richiesto. Modi stesso si è offerto di aiutare nella creazione di canali di comunicazione fra i due paesi, «come amico».
Modi viene definito come una “fune diplomatica”, termine che rispecchia bene lo storico non-allineamento dell’India, che per anni è stata orgogliosamente lontana da qualsiasi alleanza formale. Alcuni analisti sono poco ottimisti sull’incontro con Zelensky: Michael Kugelman, direttore del South Asia Institute presso il think-tank Wilson Centre di Washington ha sottolineato come la visita non rispetta altro interesse se non quello dell’India di ribadire la propria posizione di neutralità.
L’ex ministro e diplomatico indiano Shashi Tharoor ha detto che la grande sfida per la diplomazia indiana in questo momento «è quella di calibrare i propri messaggi per placare le preoccupazioni di entrambi i Paesi», più che agire attivamente per aiutare a negoziare la pace.
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