Raid israeliani hanno colpito la periferia sud della capitale del Libano considerata roccaforte di Hezbollah. Secondo i media locali le operazioni sono iniziate intorno alle 6 del mattino. La conferma arriva da una nota diffusa dalle Forze israeliane su X. Secondo l’Idf alcuni jet hanno colpito un centro di comando della divisione di intelligence di Hezbollah e un sito sotterraneo per la fabbricazione di armi. L’agenzia libanese Nna parla di una serie di raid sulle zone di Haret-Hreik e Hadath.

Nelle ore precedenti l’Idf aveva inviato un “avvertimento urgente” ai civili che vivono nella periferia sud di Beirut: «Vi trovate vicino a siti e interessi di Hezbollah, contro i quali interverranno le Idf interverranno». Stando a quanto comunica l’esercito israeliano, sono stati uccisi tre comandanti di Hezbollah nel sud del Libano: al-Hajj Abbas Salameh, accusato di essere stato alla guida dei combattenti nella zona di Bint Jbeil, Rada Abbas Awada e Ahmed Ali Hussain, indicato come responsabile per la fabbricazione di armi.

I raid arrivano dopo che ieri un drone, proveniente dal Libano è stato lanciato verso la residenza di Benjamin Netanyahu a Cesarea. «Il tentativo di Hezbollah, proxy dell'Iran, di uccidere me e mia moglie è stato un grave errore», ha scritto su X il premier israeliano. Una nuova raffica di razzi è stata inviata dal Libano verso Israele anche nella mattina di oggi, domenica 20 ottobre. 

Continuano i bombardamenti a Gaza. L’Onu: «Incubo si intensifica»

«L'incubo a Gaza si sta intensificando. Scene orribili si stanno svolgendo nella Striscia settentrionale, tra conflitti, incessanti attacchi israeliani e una crisi umanitaria in continuo peggioramento». A lanciare l’allarme è il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente Tor Wennesland per il quale nella Striscia nessun luogo è sicuro per i civili per sfuggire ai bombardamenti.

«A Beit Lahiya la scorsa notte, decine di persone sarebbero state uccise in raid aerei israeliani. Ciò segue settimane di operazioni che hanno causato decine di vittime civili e una quasi totale mancanza di aiuti umanitari al nord».

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