Nella notte tra il 9 e il 10 settembre l’Ucraina ha lanciato un attacco con droni su diverse regioni della Russia, tra cui Bryansk, Mosca, Tula, Kaluga, Belgorod, Kursk, Oryol, Voronezh e la regione di Krasnodar. Il ministero della Difesa russo ha affermato che ne sono stati abbattuti 144 e ha definito l’attacco come uno dei «più grandi di tutta la guerra». Delle testimonianze video sono state pubblicate dai residenti locali su Telegram

Secondo Reuters è stata uccisa almeno una persona vicino a Mosca e circa una dozzina di case sarebbero state distrutte. Il Cremlino ha detto di aver abbattuto almeno venti droni nei dintorni di Mosca. Tre dei quattro aeroporti della città sono stati chiusi per sei ore e oltre cinquanta voli sono stati dirottati. 

Il presidente russo Vladimir Putin si è espresso dopo gli attacchi dicendo che la Russia deve «continuare l'operazione militare in Ucraina per proteggersi». E ha aggiunto che questi sconfinamenti mostrano «la vera essenza del regime di Kiev». «Questi sono nemici», ha concluso.

Volodymyr Zelensky ancora non si è espresso, ma recentemente durante un’intervista rilasciata ai direttori di sei testate italiane il presidente ucraino aveva difeso l'operazione preventiva nella regione del Kursk spiegando che «l'intelligence americana e di altri paesi occidentali ci aveva avvertito che la Federazione russa stava cercando di occupare Kharkiv e la regione di Sumy per creare una zona cuscinetto a nord dell'Ucraina». La strategia di Zelensky ha come obiettivo mettere in guardia i russi dal loro leader e far percepire alla popolazione del Cremlino che la guerra non riguarda soltanto l’Ucraina. 

LA QUESTIONE IRAN 

Zelensky nell’intervista aveva anche confermato l’esclusiva pubblicata dal Wall Street Journal secondo cui l’Iran aveva fornito dei missili balistici alla Russia, un’azione che per Kiev rappresentava «un’escalation del sostegno di Teheran all’invasione dell’Ucraina».

Secondo fonti del Financial Times all’interno del governo ucraino «più di 200 missili balistici a corto raggio Fath-360 erano arrivati ​​in un porto russo del Mar Caspio solo in una settimana». Andriy Zagorodnyuk, ex ministro della Difesa ucraino e direttore del Centro per le strategie di difesa di Kiev, aveva affermato che i missili iraniani rappresentavano un’«enorme minaccia».

Per l’intelligence ucraina Teheran avrebbe ricevuto da Mosca, in cambio dei droni, una maggiore cooperazione in materia di sicurezza e di tecnologia militare.

La risposta dell’Occidente 

Fino ad ora i governi occidentali stavano monitorando la situazione ma non avevano preso alcun provvedimento. Ma nel pomeriggio del 10 settembre il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è volato a Londra dove, durante una conferenza stampa congiunta con il segretario per gli Affari esteri inglese David Lammy, ha condannato la fornitura di armi iraniana alla Russia, annunciando sanzioni imminenti.

Lammy e Blinken hanno annunciato anche che questa settimana si recheranno insieme in Ucraina, sarà il primo viaggio insieme nel paese dall’inizio del conflitto.

Alla dichiarazione del segretario di Stato americano è seguita una comunicazione analoga da parte di Germania, Francia e Inghilterra che in una dichiarazione congiunta hanno «condannato fermamente l'esportazione da parte dell'Iran e l'acquisto da parte della Russia di missili balistici iraniani». Definendo quest’atto come «un'escalation sia da parte dell'Iran che della Russia» e «una minaccia diretta alla sicurezza europea». L’Inghilterra ha inoltre annunciato l’interruzione di tutti «i collegamenti aerei diretti» di voli passeggeri con l'Iran.

Anche l’alto Commissario europeo Josep Borrell si è espresso e ha presentato ai 27 stati membri Ue delle sanzioni contro l’Iran per i missili alla Russia: «La consegna di missili balistici iraniani aiuterà probabilmente l'escalation della campagna di bombardamenti della Russia contro i civili, le città e le infrastrutture civili ucraine, aumentando ulteriormente le vittime civili e la distruzione», ha fatto sapere un portavoce del Servizio di azione esterna.

Il capo dell'ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, ha commentato su X le sanzioni scrivendo che sono «un passo positivo». E ha aggiunto: «Abbiamo anche bisogno di autorizzare l'uso di armi occidentali contro obiettivi militari in territorio russo, di fornire missili a più lungo raggio e di potenziare i nostri sistemi di difesa aerea».

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