Non sarebbe potuta cominciare sotto una luce migliore la convention repubblicana per Donald Trump. La riunione quadriennale del Gop che quest’anno si tiene a Milwaukee, in Wisconsin, comincia soltanto un paio di giorni dopo che l’ex presidente è sopravvissuto a un attentato a Butler, in Pennsylvania, e qualche ora dopo la notizia che la giudice distrettuale Aileen Cannon ha archiviato il caso riguardante i documenti ufficiali trafugati e occultati nella sua residenza di Mar-a-Lago, con un motivo squisitamente giuridico: nella sentenza si legge la nomina del procuratore speciale Jack Smith da parte del dipartimento di giustizia sarebbe incostituzionale, un giudizio che echeggia l’opinione scritta dal giudice Clarence Thomas in calce al verdetto della Corte Suprema Trump v. United States.

Una tesi bizzarra che però adesso sta acquistando valore giuridico nei circoli conservatori. Trump ha salutato la sentenza esultando su un post sul suo social Truth, dove ha affermato che per «unire il paese» devono essere archiviati anche gli altri tre casi che lo riguardano, incluso quello newyorchese riguardante il pagamento sotto copertura di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels avvenuto nel luglio 2016 per coprire una relazione extraconiugale.

Se non fosse accaduto nulla, al centro del dibattito, ci sarebbe il meeting dei repubblicani e i contenuti delle sedici pagine nelle quali è racchiusa la loro piattaforma programmatica. Però non sono circostanze normali e quindi va posta attenzione anche all’imponente schieramento di forze di sicurezza a cui contribuisce anche il dipartimento della Difesa. Al momento però il centinaio di manifestanti di sinistra che ha progettato una protesta pacifica non sembra destare particolare preoccupazione. Dopo quello che è accaduto, ha detto il senatore repubblicano Tom Cotton dell’Arkansas, la convention è uno dei luoghi «più sicuri d’America» e la stessa Milwaukee, di fatto, è quasi in lockdown.

Qualche esponente politico dem, pur non minimizzando quanto accaduto a Trump, cerca di analizzare quanto siano radicali le proposte repubblicane ed è il caso del senatore del Connecticut Chris Murphy. In effetti i contenuti della piattaforma programmatica, spesso scritti tutti in maiuscolo, sono in puro stile trumpiano.

Sin dalla dedica «alle donne e uomini dimenticati d’America» si capisce che, pur essendoci le stimmate del tycoon in ogni riga, siamo nel solco della nuova destra che deriva dalla rivoluzione conservatrice degli anni ’60 originata da Barry Goldwater e Ronald Reagan. Si prosegue ricordando le vittorie contro l’Impero britannico ai tempi della guerra d’indipendenza a fine ‘700, contro il nazifascismo nella Seconda guerra mondiale e infine contro il comunismo sovietico nel 1989.

Manca, curiosamente, la vittoria dell’Unione nella guerra civile, sotto la guida del primo presidente repubblicano Abraham Lincoln. Si prosegue poi con la parte programmatica, che si può sintetizzare rapidamente con una sconfitta dell’inflazione attraverso un grande taglio della spesa improduttiva, la chiusura del confine e un grande piano di deportazione di massa dei migranti irregolari, che si ottiene anche «distruggendo i cartelli della droga» e «cacciando i radicali pro Hamas» dal campus e dal paese e la protezione nazionale attraverso la «forza», vecchio slogan reaganiano, che si ottiene presumibilmente abbandonando il sostegno all’Ucraina e facendo pagare ai membri della Nato una sorta di quota associativa del 2 per cento del Pil dedicato alla spesa militare.

Guerre culturali

C’è anche molto delle culture wars, dal taglio dei fondi per le scuole che insegnano la “critical race theory” e altre «nozioni inappropriate» ai bambini, alla proibizione per le donne trans di praticare gli sport femminili, abolire le regolamentazioni federali sull’auto e impedire alle grandi piattaforme social di “censurare” i contenuti conservatori.

Un culmine che si conclude con la restaurazione dei pilastri della civilità americana, che verranno celebrati nel duecentocinquantesimo anniversario dell’indipendenza degli Stati Uniti, nel 2026. Infine, c’è il definitivo abbandono dei principi di libero commercio in favore della protezione dei lavoratori americani dalla competizione «sleale», uno dei principi cardine del trumpismo sin dalle origini e la «sicurezza delle elezioni»: in pratica un ritorno al voto in giornata, con schede cartacee e rigidi controlli d’identità per prevenire il voto dei migranti «illegali», una delle grandi bufale evocate da Trump dopo le presidenziali del 2020, a suo dire «rubate» grazie anche al voto dei «clandestini».

Un trumpismo che adesso è un fattore unificante, che ha fatto scomparire dai radar i critici del tycoon: anche la stessa Nikki Haley, per lungo tempo spina nel fianco dell’ex presidente, ora è stata nuovamente invitata a parlare alla convention del partito dopo aver detto ai suoi delegati di votare “urgentemente” per Trump.

Il senatore J.D. Vance

Il tycoon poi in serata ha nominato il suo candidato vicepresidente, James David Vance – senatore di 39 anni, noto al grande pubblico per essere l’autore del memoir autobiografico Hillbilly Elegy ambientato sui Monti Appalachi devastati dall’abuso di oppiacei – dopo un lungo processo di selezione che si è ispirato al suo vecchio programma televisivo The Apprentice, dove sceglieva il miglior manager tra una platea di aspiranti, una scelta che è arrivata solo nel tardo pomeriggio di lunedì, senza annunci preventivi come fatto negli ultimi anni. A Washington, nel frattempo, il presidente Joe Biden e la sua vice Kamala Harris hanno presieduto una riunione di urgenza nella Situation Room dove hanno cercato di comprendere cosa non ha funzionato nella protezione fornita dal Secret Service, non all’altezza della situazione.

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