L’attacco, che ha colpito un convoglio diretto al palazzo presidenziale, è stato rivendicato dal gruppo estremista al Shabaab. Fra le vittime anche una consigliera del primo ministro e due bambini
Un’autobomba è esplosa sabato 25 settembre nella capitale somala Mogadiscio, provocando almeno otto morti e nove feriti. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo islamista al Shabaab.
L’attentato
L’attacco suicida ha colpito un convoglio che era fermo a un posto di blocco e si stava dirigendo al palazzo presidenziale. Come riferiscono le prime testimonianze, l’autobomba è stata fatta esplodere quando le forze dell’ordine hanno fermato l’autista al posto di blocco. L’esplosione ha colpito le macchine vicine e i passanti.
La polizia locale al momento può confermare al momento otto morti, ma come preannuncia lo stesso portavoce Abdifatah Aden Hassan, il numero di vittime potrebbe essere più alto.
«C’è Al-Shabaab dietro l’attacco», ha dichiarato Hassan. «Tra le otto persone uccise, c’è una madre con due bambini. Al-Shabaab massacra i civili».
Il governo ha fatto sapere che fra le vittime c’è anche Hibaq Abukar, una consigliera del primo ministro Mohamed Hussein Roble che si occupava di questioni relative ai diritti umani e alle donne.
Alle vittime si aggiungono i danni in città: secondo i testimoni oculari, almeno sette auto e tre risciò distrutti.
La rivendicazione
Al Shabaab ha rivendicato l’attentato con una nota: «Il mujahidin ha effettuato un'operazione di martirio attaccando il principale posto di controllo di sicurezza del palazzo presidenziale».
Cellula somala di al Qaida, al Shabaab è un gruppo estremista che combatte contro le forze governative da più di un decennio, il cui nome in arabo significa «la gioventù». In un paese a maggioranza sufi, i miliziani di al Shabaab sono seguaci dell’islam wahabita.
Il gruppo ha occupato la capitale Mogadiscio fino al 2011, quando i miliziani sono stati sconfitti dall’esercito dell’Unione africana. Controlla ancora alcuni territori rurali, dove impone un’interpretazione estremista della Sharia.
I jihadisti compiono spesso attentati contro obiettivi governativi e contro la popolazione civile. L’attacco di sabato è arrivato a poche ore da un altro attentato suicida, vicino al quartier generale dell’esercito somalo nella capitale, che non ha però provocato vittime.
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