Gli Stati Uniti hanno bombardato tre siti nucleari in Iran. Ad annunciarlo è stato il presidente americano Donald Trump, che ha spiegato che sono stati colpiti Fordow (il “gioiello nascosto” del programma nucleare iraniano, uno dei principali siti di arricchimento dell'uranio, sicuramente quello più impenetrabile), Natanz (l'impianto più grande per l'arricchimento dell'uranio, già colpito da Israele nei giorni scorsi) ed Esfahan (vicino alla città di Isfahan, dove si ritiene che l'Iran fosse a un passo dall'ottenere la bomba nucleare) con bombe da trentamila libbre e con i bombardieri stealth B-2. Il tycoon ha ringraziato i «grandi guerrieri americani» e ha detto che «ora è il momento per la pace o sarà una grande tragedia». «Questo - le sue parole - è uno momento storico per gli Stati Uniti d'America, Israele e il mondo».

«Adesso è iniziata la guerra», scrivono i Guardiani della Rivoluzione iraniani su X. Il ministro degli Esteri iraniano definisce gli attacchi «oltraggiosi» e afferma che «avranno conseguenze eterne». Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso preoccupazione per una «pericolosa escalation in una regione già sull'orlo del baratro». Israele è stata avvisata del raid prima dell'attacco, così come è avvenuto per lo speaker della Camera Usa e per il leader del Senato. Avviata l'evacuazione dei cittadini statunitensi da Israele.

«Io e il presidente Trump diciamo spesso “la pace attraverso la forza”. Prima viene la forza, poi viene la pace. E stasera il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno agito con molta forza», ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu. In un video il primo ministro ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti definendo la decisione «coraggiosa» e che «cambierà la storia».

La risposta dell'Iran non si è fatta attendere. In mattinata infatti l'Idf ha emesso un allarme per il lancio di missili verso il territorio israeliano. Esplosioni si sono verificate nel centro di Tel Aviv: due edifici sono stati rasi al suolo. In tutto risultano 27 persone ferite.

PUNTI CHIAVE

20:46

Consigliere di Khamenei: "Le basi Usa sono obiettivi legittimi"

19:46

Iran, opposizione chiede le dimissioni di Khamenei

17:37

Grossi (Aiea): sito Natanz "completamente distrutto", danni significativi anche a Isfahan

20:46

Consigliere di Khamenei: "Le basi Usa sono obiettivi legittimi"

Le basi utilizzate dalle forze statunitensi per lanciare attacchi contro siti nucleari iraniani saranno considerate obiettivi legittimi. La minaccia è arrivata da un consigliere dell'ayatollah Ali Khamenei. "Qualsiasi paese della regione o altrove che venga utilizzato dalle forze americane per colpire l'Iran sarà considerato un obiettivo legittimo per le nostre forze armate", ha affermato Ali Akbar Velayati in un messaggio diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale Irna.

19:46

Iran, opposizione chiede le dimissioni di Khamenei

I leader di due importanti fazioni dell'opposizione iraniana in esilio hanno esortato la guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, a dimettersi e a risparmiare ulteriore spargimento di sangue, in seguito agli attacchi americani senza precedenti contro gli impianti nucleari iraniani. Reza Pahlavi, figlio dello Scià detronizzato dalla rivoluzione islamica del 1979, e Maryam Rajavi, leader dei Mujaheddin del Popolo (MEK), organizzazione fuorilegge in Iran, hannofatto sapere in dichiarazioni separate che Khamenei deve dimettersi dopo oltre una settimana di guerra tra Iran e Israele. L'ubicazione di Khamenei, alla guida del Paese dal 1989, non è al momento chiara. Potrebbe trovarsi in un bunker sotterraneo, in isolamento, con lui forse un gruppo di stretti collaboratori. "Ora Khamenei deve andarsene", ha detto Rajavi, aggiungendo che il "progetto antipatriottico" di Khamenei era ormai "andato tutto in fumo". "No all'appeasement, no alla guerra e sì al cambio di regime, ovvero la fine della dittatura religiosa da parte del popolo iraniano e della resistenza iraniana", ha aggiunto. Pahlavi, che è il capofila dei sostenitori della monarchia iraniana detronizzata, ha affermato che "l'unico modo sicuro per raggiungere la pace è la fine di questo regime". "Mentre Khamenei riflette su come rispondere dal suo bunker sotterraneo, gli dico: per il bene del popolo iraniano, risponda dimettendosi", ha aggiunto. In un'altra dichiarazione, la vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023 Narges Mohammadi, che si trova in Iran in congedo dopo una pena detentiva, ha definito il governo iraniano un "regime religioso, autoritario e misogino". Ma ha affermato di essere fermamente contraria alla "guerra devastante e spietata" e ha esortato entrambe le parti ad accettare un "cessate il fuoco immediato". "Credo fermamente che la democrazia e la pace non emergeranno dagli oscuri e terrificanti corridoi della guerra e della violenza", ha affermato. La serie di attacchi statunitensi contro l'Iran ha "devastato" il suo programma nucleare, ha dichiarato il segretario alla Difesa Pete Hegseth, insistendo sul fatto che Washington non stava cercando di estromettere la leadership clericale. 

18:35

Iran, Pezeshkian: "La risposta all'aggressione Usa sarà dura"

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha ammonito che Teheran reagirà con forza all'attacco subito. "L'Iran darà sicuramente risposte dure all'aggressione", ha detto al premier indiano, Narendra Modi, nel corso di una conversazione telefonica. Lo riporta l'agenzia Tasnim. "Noi non abbiamo iniziato alcuna guerra e vogliamo pace e tranquillità nella regione, ma le azioni aggressive e sconsiderate dell'altra parte hanno chiarito che non ci sono garanzie che siano applicate le regole internazionali", ha sottolineato. "Pensavano che con questo atto criminale avrebbero potuto impedire all'Iran di perseguire i suoi diritti legittimi e legali, ma questa azione non è altro che la logica della legge della giungla, che la Repubblica islamica dell'Iran non accetterà mai. Noi stessi ci riserviamo il diritto di difendere la nazione e l'integrità territoriale del paese", ha avvertito.

17:37

Grossi (Aiea): sito Natanz "completamente distrutto", danni significativi anche a Isfahan

L'impianto nucleare di Natanz, in Iran, è stato "completamente distrutto" in seguito agli attacchi aerei condotti dagli Stati Uniti e da Israele. Lo ha detto il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, all'emittente televisiva statunitense "Cnn". Secondo Grossi, anche le strutture sotterranee del sito "hanno sofferto molto" a causa dei blackout elettrici provocati dalle incursioni. Grossi ha inoltre riferito che il sito nucleare di Isfahan ha subito "danni molto significativi". Per quanto riguarda l'impianto di Fordow, ha precisato che non è ancora possibile determinare con certezza l'entità dei danni: "Ci sono chiare indicazioni di impatti, ma per quanto riguarda il grado di danneggiamento del sottosuolo, non possiamo pronunciarci", ha spiegato il numero uno dell'Aiea. "Non si può escludere che ci siano danni significativi", ha aggiunto Grossi, facendo riferimento ad alterazioni osservate nella conformazione del sito. Alla luce della situazione "urgente", Grossi ha annunciato la convocazione per domani di una riunione straordinaria del Consiglio dei governatori dell'Aiea.

17:26

Iran: Consiglio di Sicurezza adotti misure per violazioni Usa

"Il silenzio di fronte a un'aggressione così palese farebbe precipitare il mondo in un livello di pericolo e caos senza precedenti". L'Iran esorta il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e l'Aiea ad "adottare misure urgenti e decisive in risposta a questa spaventosa violazione del diritto internazionale". Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri di Teheran. "In qualità di membro fondatore delle Nazioni Unite, la Repubblica Islamica dell'Iran invita l'Onu e i suoi Stati membri responsabili ad assumersi le proprie responsabilità di fronte ai palesi atti unilaterali illegittimi degli Stati Uniti contro l'Iran", conclude la nota.

17:11

Vance: "Sarebbe un suicidio chiudere lo Stretto di Hormuz"

La decisione di chiudere lo Stretto di Hormuz, una delle principali rotte commerciali, sarebbe un'azione suicida per l'Iran. Lo ha detto il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in un'intervista a Nbc News. "La loro intera economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Se vogliono distruggerla e causare disordini nel mondo, credo che sarebbe una loro scelta", ha spiegato. "Ma perché dovrebbero farlo? Non credo abbia alcun senso". "Gli iraniani non sono chiaramente molto bravi in guerra. Forse dovrebbero seguire l'esempio del presidente Trump e dare una possibilità alla pace", ha detto Vance. "Se fanno sul serio, vi garantisco che lo fa anche il presidente degli Stati Uniti", ha detto Vance. 

16:42

Meloni sente Carney, Merz, Macron e Starmer: "Lavorare per una rapida ripresa dei negoziati"

A seguito della riunione di governo convocata d’urgenza questa mattina alla luce dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, Giorgia Meloni ha tenuto nel corso della giornata numerosi contatti con alcuni partner internazionali e con i principali attori della regione. In particolare, ha avuto uno scambio di vedute con il presidente di turno del G7, il primo ministro canadese Mark Carney, con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, con il presidente francese Emmanuel Macron e con il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer. In ambito regionale, si è sentita con il principe ereditario e primo ministro saudita Mohammad bin Salman Al Saud, il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan e l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani. Con tutti gli interlocutori è stata condivisa e data massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti, al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e di giungere a una soluzione politica della crisi.

15:54

Iran verso la chiusura dello stretto di Hormuz, attesa la decisione

Il Parlamento iraniano avrebbe approvato la chiusura dello Stretto di Hormuz. Lo riportano i media iraniani secondo cui ora il Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dovrà prendere la decisione finale. La decisione di chiudere lo stretto, attraverso il quale transita circa il 20% della domanda globale di petrolio e gas, non è ancora definitiva: la scelta spetta al Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale dell'Iran, la massima autorità di sicurezza del Paese. 

15:12

Macron sente Pezeshkian, appello a de-escalation e dialogo

Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha continuato oggi i suoi colloqui telefonici successivi all'attacco americano contro 3 siti nucleari in Iran questa notte, chiamando il presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian. Lo riferiscono fonti dell'Eliseo. A Pezeshkian, Macron ha ripetuto il suo "appello per la liberazione immediata dei due ostaggi francesi, per una de-escalation e per la ripresa di negoziati diplomatici". Dopo aver parlato in mattinata con il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman e con il sultano dell'Oman, Macron - riferiscono le fonti dell'Eliseo - ha parlato anche con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, e con l'emiro del Qatar, Tamim ben Hamad Al Thani. 

14:34

Il Pentagono tesse le lodi di Trump mentre i dem invocano l'impeachment

Il segretario della Difesa Usa Pete Hegseth ha sostenuto in conferenza stampa che Trump abbia tentato la pace fino all'ultimo, rivendicando poi la magnificenza di quella che è stata battezzata come "Operazione martello di mezzanotte" (Midnight Hammer). Al suo fianco, il generale Dan Caine ha definito l'operazione "ad alto rischio e altamente classificata, tanto che in pochi anche a Washington ne erano al corrente". A tale riguardo, i dem Usa - con l'ala di sinistra guidata da Sanders e Ocasio-Cortez - invocano la richiesta di impeachment per il presidente Usa: "La disastrosa decisione del presidente di bombardare l'Iran senza autorizzazione costituisce una grave violazione della Costituzione e dei poteri di guerra del Congresso. Ha rischiato impulsivamente di scatenare una guerra che potrebbe intrappolarci per generazioni. Cio' costituisce un motivo assolutamente e chiaramente per l'impeachment", scrive AOC.

13:00

Telefonata Meloni-Schlein, convocata la segreteria dem

 "C'è stato un lungo contatto telefonico fra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito democratico Elly Schlein a seguito degli attacchi degli Usa all'Iran." Lo hanno fatto sapere fonti del Nazareno ed è stato riportato dalle agenzie alle ore 11:50 circa. Alle 12:20 la segretaria Pd ha diffuso la sua posizione; pochi minuti dopo è stata annunciata la convocazione della segreteria del partito, prevista per le 18 online.

Elly Schlein dichiara che: “Trump diceva che avrebbe portato la pace e messo fine ai conflitti, e invece lancia le bombe in Iran e infiamma il mondo, aprendo la strada a una pericolosa escalation globale. Facciamo nostre le parole del segretario generale delle Nazioni Unite Guterres contro l’uso della forza, per il rispetto del diritto internazionale e per il ritorno immediato alla via negoziale. Esprimiamo grave preoccupazione per questo attacco di Trump, che si fa trascinare in guerra da Netanyahu e agisce senza il coinvolgimento del Congresso come invece impone la Costituzione americana. Siamo tutti d’accordo che il regime teocratico e liberticida di Teheran non possa sviluppare un’arma nucleare, ma il modo per impedirlo non è bombardare, è negoziare.
Il Governo italiano dica con chiarezza che non parteciperà ad azioni militari né consentirà che il nostro territorio possa essere utilizzato per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale deve provare a fermare prima che sia troppo tardi, e si impegni per la de-escalation e per far tornare tutti gli attori coinvolti al tavolo negoziale, anche per difendere il Trattato di non proliferazione nucleare. L’Italia ripudia la guerra e vuole la pace.”

12:50

Berlino, Parigi, Londra: le mosse delle capitali

Come il cancelliere tedesco aveva annunciato già la settimana fa, con l'esordio degli attacchi di Israele contro l'Iran, c'è un coordinamento "stretto" di Berlino con Parigi e Londra (oltre che con Washington e Tel Aviv). Giorgia Meloni ha interloquito con Merz e Starmer prima di far uscire la dichiarazione di palazzo Chigi di mezzogiorno e mezzo.

La prima nota è arrivata stamattina da Berlino. Il portavoce del governo federale, Stefan Kornelius, ha annunciato che "a seguito degli attacchi agli impianti nucleari iraniani, il gabinetto di sicurezza del governo federale si è riunito domenica mattina sotto la guida del cancelliere federale. Il governo tedesco presume che gran parte del programma nucleare iraniano sia stato colpito dagli attacchi aerei. Un'analisi precisa dei danni sarà possibile in seguito. Il cancelliere federale e i ministri del gabinetto di sicurezza si coordineranno strettamente con i loro partner dell'Ue e degli Stati Uniti su ulteriori passi nel corso della giornata. Il cancelliere Friedrich Merz ha ribadito l'invito all'Iran ad avviare immediatamente i negoziati con gli Stati Uniti e Israele e a giungere a una soluzione diplomatica del conflitto".

Alle 12 è arrivata la dichiarazione del ministro degli Esteri francese, presente venerdì scorso a Ginevra coi suoi omologhi iraniano, tedesco e britannico. 

Jean-Noël Barrot ha scritto che: "La Francia ha preso atto con preoccupazione degli attacchi condotti ieri sera dagli Stati Uniti d'America contro tre siti del programma nucleare iraniano. La Francia non ha preso parte a questi bombardamenti né alla loro pianificazione. Esorta le parti a dar prova di moderazione per evitare qualsiasi escalation che potrebbe portare a un'estensione del conflitto. In questo contesto, la nostra priorità è garantire la sicurezza del nostro personale e dei nostri cittadini, nonché quella dei nostri interessi e partner nella regione. La Francia ha ripetutamente espresso la sua ferma opposizione all'acquisizione di armi nucleari da parte dell'Iran. La Francia è convinta che una soluzione duratura a questa questione richieda una soluzione negoziata nel quadro del Trattato di non proliferazione nucleare. Rimane pronta a contribuire in tal senso, insieme ai suoi partner. La Francia ha preso atto della dichiarazione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), che conferma che allo stato attuale non sono stati rilevati livelli elevati di radiazioni". 

12:40

Palazzo Chigi: "L'Italia continuerà a impegnarsi per il tavolo negoziale"

La nota di Palazzo Chigi: "A seguito dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato d’urgenza e presieduto questa mattina una conferenza telefonica. Hanno preso parte il Vicepresidente e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Vicepresidente Matteo Salvini, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, i Sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari e i vertici dell’Intelligence. Nel corso della conversazione è stata analizzata la situazione dei siti iraniani a seguito degli attacchi. Una valutazione precisa dei danni potrà essere fatta solo con il passare delle ore. La crisi è al centro dell'attenzione dell’esecutivo in tutti i suoi risvolti, dalla situazione dei connazionali nella regione, con cui la Farnesina è in costante contatto, agli effetti economici e di sicurezza. Il Presidente del Consiglio si terrà in contatto con i principali alleati e leader della regione nelle prossime ore. L’Italia continuerà a impegnarsi per portare al tavolo negoziale le parti"

12:10

Araghchi (Iran): "L'attacco Usa chiude la via diplomatica. Domani da Putin"

Da Istanbul, il ministro degli Esteri iraniano ha detto che "l'amministrazione Usa, che ha agito in disprezzo del diritto e in modo guerrafondaio, è l'unica responsabile degli effetti della sua aggressione e delle implicazioni". Quanto alle opzioni diplomatiche, "non sono concepibili con una aggressione in corso; se le condizioni cambieranno valuteremo". Araghchi ha detto che nei recenti sforzi diplomatici "non ci fidavamo molto degli Usa, ma a posteriori non avremmo proprio dovuto fidarci". La delegazione iraniana ha chiesto una sessione speciale del Consiglio di sicurezza Onu. Oltre alle "serie consultazioni" che il ministro iraniano annuncia per domani con Vladimir Putin, Araghchi dice di aver interloquito anche con altri paesi della regione: alcuni, "come la Turchia, suggeriscono che potrebbero mediare per fermare gli attacchi provenienti da Israele". "Avvierò azioni e discussioni per prevenire questa aggressione americana".

10:53

Prime reazioni dell'Ue: contro il nucleare iraniano

I vertici delle istituzioni Ue stanno reagendo dopo l'intervento Usa: si registrano le reazioni di Kaja Kallas, António Costa e poco dopo anche di Ursula von der Leyen. Kallas e von der Leyen esordiscono sottolineando che l'Iran non deve sviluppare un'arma nucleare.

L'alta rappresentante Ue Kaja Kallas, che era presente a Ginevra venerdì assieme a Francia, Germania e Regno Unito nell'interlocuzione col ministro degli Esteri iraniano, ha rilasciato una dichiarazione, che vale alla stregua di ministra degli Esteri dell'Unione, dato il ruolo di raccordo tra i 27 governi e la Commissione, di cui Kallas è vice. Il testo esordisce con una contestazione all'Iran, non agli Usa che sono intervenuti. E recita: "All'Iran non deve essere consentito di sviluppare un'arma nucleare, poiché ciò rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza internazionale. Esorto tutte le parti a fare un passo indietro, a tornare al tavolo delle trattative e a impedire un'ulteriore escalation. Domani i ministri degli Esteri dell'Ue discuteranno della situazione".

Anche il presidente del Consiglio europeo, istituzione di raccordo tra i capi di stato e di governo, ha rilasciato un messaggio, focalizzato in questo caso sul versante diplomatico. António Costa si dice "profondamente allarmato dalle notizie che giungono dal Medio Oriente. Invito tutte le parti a dar prova di moderazione e di rispetto del diritto internazionale e della sicurezza nucleare. La diplomazia rimane l'unica via per portare pace e sicurezza nella regione del Medio Oriente. Troppi civili saranno ancora una volta vittime di un'ulteriore escalation. L'Ue continuerà a collaborare con le parti e i nostri partner per trovare una soluzione pacifica al tavolo dei negoziati".

A seguire, anche la presidente della Commissione europea è intervenuta, con un messaggio affine a quello di Kallas, pochi minuti prima delle 11. "L'Iran non dovrà mai acquisire la bomba. Con le tensioni in Medio Oriente che hanno raggiunto un nuovo picco, la stabilità deve essere la priorità. E il rispetto del diritto internazionale è fondamentale. Ora è il momento per l'Iran di impegnarsi in una soluzione diplomatica credibile. Il tavolo delle trattative è l'unico luogo in cui è possibile porre fine a questa crisi".

 

10:52

In Israele 27 feriti per gli attacchi iraniani

Il Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica dell'Iran ha dichiarato di aver lanciato la ventesima ondata di missili contro Israele. Nell'attacco, secondo un comunicato ripreso dall'agenzia di stampa "Mehr", sono stati presi di mira l'aeroporto Ben Gurion, un centro di ricerca biologica e centri di comando e controllo. In totale, media israeliani riportano il lancio di più di 25 missili contro Israele, tra cui per la prima volta il missile Khaybar, con una gittata fino a 1.450 km e una precisione migliorata grazie a un sistema di guida satellitare. Durante l'attacco un missile ha colpito la città di Haifa, causando almeno 27 feriti. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf) le sirene ad Haifa non sono suonate poiché l'impatto è' stato causato dal malfunzionamento di un missile intercettore. 

10:35

Media: Usa hanno avvisato in anticipo l'Iran degli attacchi

Washington ha notificato a Teheran degli attacchi che avrebbe sferrato contro tre dei suoi impianti nucleari. Lo rivela il ben informato sito Amwaj.media che cita in forma anonima una "fonte politica iraniana di alto rango". Secondo quanto rivelato, l'amministrazione Trump ieri ha comunicato a Teheran di non voler arrivare a uno scontro totale e di voler colpire solo i siti nucleari di Fordow, Isfahan e Natanz. "La fonte di alto livello ha anche confermato che i siti presi di mira sono stati evacuati e che la maggior parte delle scorte di uranio arricchito dell'Iran è conservata in luoghi sicuri", scrive Amwaj. 

10:11

Herzog: "Non è finita, prossimi giorni delicati"

"La campagna non è finita: i prossimi giorni potrebbero essere delicati, complessi e impegnativi". Lo sottolinea il presidente di Israele, Isaac Herzog, definendo "storico" l'attacco di Donald Trump all'Iran. Lo riporta la Bbc. Le parole del presidente americano dimostrano la "profonda e coraggiosa alleanza" tra Stati Uniti e Israele, ha aggiunto Herzog, invitando poi gli israeliani a continuare a seguire le istruzioni salvavita dei funzionari. 

09:56

Fonti Iran: "Sito di Fordow non ha subito gravi danni"

"Contrariamente a quanto affermato dal presidente Donald Trump" il sito nucleare di Fordow "non ha subito gravi danni". Lo ha afferma Mohammad Manan Raisi, deputato del Parlamento iraniano di Qom, dove si trova l'impianto nucleare, sottolineando che "non si è verificata alcuna emissione di materiale pericoloso dal sito nucleare dopo l'attacco, poiché il materiale a rischio era stato evacuato dal sito". Lo riporta l'agenzia iraniana Mher. Anche il vicegovernatore di Qom, Morteza Heidari, ha affermato che solo una parte del sito di Fordow è stata attaccata, poiché il sistema di difesa aerea è stato attivato nell'area circostante.

09:33

Aiea: "Domani riunione urgente del Consiglio dei governatori". Iran: "Grossi complice"

"Alla luce dell'urgente situazione in Iran, convoco una riunione d'urgenza del Consiglio dei Governatori dell'Aiea per domani": lo scrive su X il direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Rafael Grossi. Intanto il capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran (Aeol), Mohammad Eslami, ha inviato una lettera al direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Rafael Grossi, accusandolo di complicità negli attacchi statunitensi ai siti nucleari di Natanz, Fordow e Isfahan. "L'Iran ha adottato le iniziative necessarie per difendere i propri diritti di sovranità e adotterà le opportune misure legali, in particolare contro l'inazione e la complicità da parte sua in un crimine così sfacciato, attraverso gli organismi internazionali", si legge nella lettera. 

09:13

Trump ora alle prese con le critiche della base Maga

Donald Trump deve ora affrontare una feroce reazione da parte di alcuni esponenti del suo movimento Maga per la sua decisione di lanciare attacchi contro l'Iran: secondo le voci più critiche, sarebbe stato manovrato da Israele in una nuova guerra in Medio Oriente. "La stragrande maggioranza della popolazione non vuole essere coinvolta in tutto questo", ha dichiarato Steve Bannon. Anche prima che i bombardieri B-2 statunitensi attaccassero gli impianti nucleari iraniani a Fordow, Natanz e Isfahan, la prospettiva di un coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra, segnala il Ft, aveva messo in luce profonde divisioni nel campo pro-Trump. I falchi, tra cui il senatore Lindsey Graham e l'influente conduttore radiofonico Mark Levin, hanno sostenuto il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra di Israele contro l'Iran, mentre Bannon e il personaggio mediatico conservatore Tucker Carlson hanno esortato il presidente a tenere gli Stati Uniti fuori dalle ostilità. Carlson ha affermato che non c'era alcuna giustificazione per attaccare l'Iran, aggiungendo che non c'erano "informazioni credibili" che suggerissero che fosse "nemmeno lontanamente" vicino alla costruzione di una bomba nucleare. Gli scettici hanno affermato che Trump, alleandosi con Israele per attaccare l'Iran, tradirebbe la sua promessa di porre fine alle "guerre infinite" degli Stati Uniti e di tenere il Paese fuori dai conflitti militari in Medio Oriente, uno dei pilastri fondamentali della sua agenda "America First". Qualsiasi attacco, hanno affermato, esporrebbe anche migliaia di militari statunitensi in Medio Oriente alla ritorsione dell'Iran e dei suoi alleati nella regione. Tra i sostenitori del presidente c'e' anche la preoccupazione che egli sia stato spinto a partecipare all'operazione militare contro l'Iran da Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, dopo aver inizialmente puntato sulla diplomazia per cercare di fermare il programma nucleare iraniano. 

EPA
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08:42

Media: Usa si preparano a ritorsione entro 48 ore

L'amministrazione Trump si sta preparando a potenziali ritorsioni da parte dell'Iran e le prossime 48 ore ritenute particolarmente preoccupanti. Lo riferisce l'emittente americana Nbc, citando due funzionari della Difesa e un alto funzionario della Casa Bianca. Non è chiaro se eventuali ritorsioni riguarderanno località all'estero o su territorio nazionale, o entrambe, hanno affermato i funzionari. Due funzionari esperti di pianificazione militare hanno affermato all'inizio della settimana che l'Iran ha già in programma di colpire basi e risorse statunitensi in Medio Oriente, se necessario. Le basi e le risorse statunitensi sono al massimo stato di allerta da mesi, ma dopo l'inizio della guerra di Israele con l'Iran il 13 giugno, i funzionari americani all'inizio della settimana hanno affermato che le preoccupazioni erano ulteriormente aumentate riguardo ai potenziali attacchi alle risorse statunitensi da parte dell'Iran o dei suoi delegati nella regione.

08:11

Netanyahu: "Attacchi Usa coordinati con Israele"

Il raid aereo degli Stati Uniti sugli impianti nucleari iraniani è stato "pienamente coordinato" con Israele. Lo ha detto in un messaggio video, diffuso da diversi organi d'informazione nazionale, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha definito il presidente Donald Trump, definendolo "un enorme amico di Israele". Netanyahu ha affermato che l'operazione Usa è stata la continuazione delle operazioni militari israeliane e del Mossad in Iran contro il programma nucleare di Teheran, che "minacciava la nostra stessa esistenza e metteva in pericolo la pace nel mondo". Insomma "il presidente Trump sta guidando il mondo libero con forza", ha spiegato Netanyahu. "È un grande amico di Israele, un amico come nessun altro", ha aggiunto. 

07:30

La risposta di Teheran: missili su Israele

L'Iran ha reagito all'attacco americano lanciando una ondata di missili, secondo l'esercito israeliano tra i 20 e 30, ore dopo l'attacco americano. Altri sarebbero in arrivo dalla Repubblica Islamica. L'obiettivo dichiarato è smantellare il programma nucleare iraniano e indebolire l'Iran, nemico storico degli Usa. La decisione arriva dopo oltre una settimana di bombardamenti israeliani su difese aeree e missilistiche iraniane. Teheran ha avvertito: "si tratta di tti oltraggiosi con conseguenze eterne". Il ministro degli Esteri Araghchi ha affermato su X che "l'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità e i suoi interessi", citando l'articolo 51 della Carta ONU. Dopo gli attacchi, fiamme erano visibili a Fordow, come riferito dall'agenzia Fars. Trump ha contattato Netanyahu subito dopo le operazioni. L'Iran dichiara che non ci sono segni di contaminazione nucleare dopo i raid, ma la tensione internazionale è alle stelle.

06:03

Netanyahu a isareliani: su nucleare "promessa mantenuta"

"Ricorderete che, fin dall'inizio, vi avevo promesso che gli impianti nucleari iraniani sarebbero stati distrutti in un modo o nell'altro". "Quella promessa è stata mantenuta". Così il primo ministro Benjamin Netanyahu in un messaggio video registrato e trasmesso dalle principali emittenti televisive del Paese. L'attacco degli Stati Uniti all'Iran, avvenuto nella notte - ha aggiunto il premier israeliano - è stato condotto in "perfetto coordinamento" con il presidente Usa Donald Trump e "in perfetto coordinamento operativo" tra le forze israeliane e quelle statunitensi. L'offensiva israeliana contro Teheran è stata lanciata il 13 giugno scorso con l'obiettivo di fermare definitivamente il programma nucleare iraniano.

04:47

Trump: "Risponderemo con la forza a qualsiasi ritorsione"

Gli Stati Uniti risponderanno "con la forza" a "qualsiasi ritorsione" da parte dell'Iran, dopo gli attacchi sferrati dagli Usa contro i siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan. Lo ha scritto il presidente Donald Trump in un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social. "Risponderemo a qualsiasi ritorsione con una forza molto maggiore rispetto a quella utilizzata stanotte", ha scritto il presidente.

04:36

Gli Houthi minacciano gli Usa: "Trump pagherà le conseguenze"

Gli Houthi, le milizie yemenite alelate dell'Iran, minacciano gli Stati Uniti di rappresaglie. "Trump deve assumersi le conseguenze" degli attacchi contro l'Iran, ha scritto su X Hizam al-Assad, membro dell'ufficio politico degli Houthi.

04:31

Netanyahu si congratula con Trump: Usa "insuperabili"

Dopo l'annuncio dell'attacco statunitense ai siti nucleari strategici iraniani, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è congratulato con il presidente Usa Donald Trump. "Congratulazioni presidente Trump. La sua audace decisione di colpire gli impianti nucleari iraniani con la forza impressionante e giusta degli Stati Uniti cambierà la storia", ha dichiarato Netanyahu in un messaggio video. L'operazione, ha aggiunto il premier israeliano, ha dimostrato che "l'America e' davvero insuperabile". Nello stesso messaggio Netanyahu ha sottolineato come l'azione statunitense costituisca una "svolta" nella storia che "aiuterà a condurre il Medio Oriente e non solo verso un futuro di prosperità e pace".

04:17

Trump: "Il nostro obiettivo è distruggere capacità di arricchimento dell'uranio"

L'obiettivo degli attacchi statunitensi in Iran è "distruggere la capacità di arricchimento dell'uranio di Teheran e fermare la minaccia nucleare rappresentata da un Paese che è il primo sponsor globale del terrorismo". Lo ha detto il presidente Usa, Donald Trump, durante un discorso alla nazione dopo gli attacchi contro i siti nucleari iraniani di Fordow, Isfahan e Natanz, definiti "un successo militare spettacolare". "Abbiamo condotto attacchi di precisione contro tre siti chiave", ha aggiunto. I siti nucleari iraniani colpiti dagli Usa sono stati "completamente distrutti" e ora il "bullo del Medio Oriente deve fare la pace: o ci sarà la pace o ci sarà una tragedia come mai prima. Se la pace non arriverà rapidamente, attaccheremo gli altri obiettivi con precisione, velocità e abilità". L'Iran, ha detto ancora Trump, ha augurato "per anni" la morte all'America e a Israele, e in migliaia sono morti in Medio Oriente e in tutto il mondo a causa del loro odio. In riferimento a Netanyahu, il tycoon ha detto: "Abbiamo lavorato come una squadra, forse come nessun'altra squadra ha mai fatto prima. Abbiamo fatto molta strada nel cancellare questa orribile minaccia per Israele".

04:04

Proteste fuori dalla Casa Bianca prima del discorso di Trump

Decine di persone si stanno radunando fuori dalla Casa Bianca poco prima che Donald Trump si rivolga alla nazione sull'attacco contro l'Iran. Molti dei manifestanti sorreggono cartelli con su scritto 'Giù le mani dall'Iran', altri protestano contro il rischio di una nuova guerra per gli Stati Uniti. 

03:55

Netanyahu: "Il popolo di Israele ringrazia Trump"

 "Io e il presidente Trump diciamo spesso, 'la pace attraverso la forza'. Prima viene la forza, poi viene la pace. E stasera il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno agito con molta forza". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu. In un video appena pubblicato in inglese, il premier israeliano ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti per l'attacco agli impianti nucleari iraniani. "La decisione di Trump è coraggiosa e cambierà la storia. Nell'azione di stasera contro gli impianti nucleari iraniani, l'America è stata insuperabile. Ha fatto ciò che nessun altro Paese al mondo avrebbe potuto fare. La storia ricorderà che il presidente Trump ha agito per negare al regime più pericoloso del mondo, le armi più pericolose del mondo. La sua leadership ha scritto una pagina di storia che può aprire al Medio Oriente un futuro di prosperità. Presidente, il popolo di Israele la ringrazia. Le forze della civiltà le sono grate. Dio benedica l'America, Dio benedica la nostra incrollabile alleanza", ha affermato il primo ministro.

03:29

 Sanders: "L'attacco di Trump all'Iran è incostituzionale"

Il senatore del Vermont Bernie Sanders è il primo democratico a reagire all'attacco americano contro l'Iran. "È gravemente incostituzionale. L'unica entità che può portare questo Paese in guerra è il Congresso degli Stati Uniti. Il presidente non ne ha il diritto", ha dichiarato durante un comizio Tulsa, in Oklahoma. Il senatore ha letto l'annuncio di Donald Trump alla folla di sostenitori che hanno subito iniziato a fischiare e a urlare "basta con la guerra". "Sono d'accordo", ha commentato Sanders. 

03:11

Trump: "Israele adesso è molto più sicura"

In una telefonata all'agenzia Axios, il presidente degli Stati Uniti ha commentato il raid con parole entusiaste. "Abbiamo ottenuto un grande successo stasera - ha detto - la tua Israele, adesso, è molto piu' sicura".

02:49

Gli Usa hanno informato Israele prima di attaccare i siti iraniani

L'amministrazione Trump ha informato le autorità israeliane prima di condurre gli attacchi di poco fa contro i siti nucleari di Fordow, Isfahan e Natanz, in Iran. Lo ha detto un funzionario israeliano anonimo al portale di informazione "Axios", dopo che il presidente Usa ha annunciato il completamento dell'operazione sui social. Una seconda fonte israeliana ha confermato l'impiego di bombardieri B-2 per effettuare gli attacchi.

02:21

Trump ha annunciato il raid durante il Consiglio di sicurezza sull'Iran

La notizia dell'attacco chirurgico americano in Iran è stata data da Donald Trump dopo che, tornato dal suo golf club a Bedminster, New Jersey, aveva in programma un'altra riunione del consiglio per la sicurezza nazionale nello studio Ovale, dopo quella dei giorni scorsi.

02:03

Trump: "Attaccati con successo tre siti nucleari in Iran"

"Abbiamo completato con successo il nostro attacco ai tre siti nucleari in Iran, tra questi quello di Fordow, Natanz ed Esfahan. Tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano", ha scritto il presidente Usa Donald Trump sul suo profilo Truth. "Un carico completo di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow. Tutti gli aerei sono tornati a casa sani e salvi. Congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani. Non c'è un altro esercito al mondo che avrebbe potuto fare questo. Ora è il momento della pace! Questo è uno momento storico per gli Stati Uniti d'America, Israele e il mondo. "L'Iran ora deve accettare la fine di questa guerra", ha aggiunto.

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