Sono almeno 34 le persone morte nell’attacco avvenuto ieri mattina a Sumy, nell’Ucraina nordorientale, un bilancio che fa del bombardamento il più grave nel 2025. Altre 117 persone sono rimaste ferite, tra loro dieci bambini. Si tratta dell’ennesimo attacco al centro di una città ucraina, nonostante i tentativi di raggiungere una tregua promossi dalla Casa Bianca.

I missili, due Iskander balistici russi, dicono gli ucraini, sono piombati sul quartiere universitario della città intorno alle dieci di mattina, mentre le strade erano affollate di passanti e fedeli che si recavano in chiesa per la domenica delle Palme. Le esplosioni hanno danneggiato una ventina di edifici e decine di automobili, spargendo ovunque fiamme insieme ai corpi delle persone uccise e di quelle rimaste ferite.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto che «l’orribile attacco» ha preso di mira «ordinarie strade urbane» su cui circolavano decine di civili. «A Mosca sono convinti di poter continuare a uccidere con impunità – ha aggiunto – Serve che la comunità internazionale faccia pressione sulla Russia».

Le reazioni

La violenza dell’attacco ha causato reazioni da parte di tutti gli alleati dell’Ucraina, con parole di condanna che sono arrivate dalle istituzioni europee, Francia e Regno Unito. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito gli attacchi «violenze inaccettabili, che contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal presidente Trump e sostenuto convintamente dall’Italia, insieme all’Europa e agli altri partner internazionali».

Ma le parole più attese sono state quelle della Casa Bianca. Questo ennesimo attacco letale spingerà il presidente Donald Trump a prendere nuove misure contro la Russia? Per ora si è espresso l’inviato americano per l’Ucraina, Keith Kellog: «L’attacco di oggi, domenica delle Palme, da parte delle forze russe contro bersagli civili supera ogni linea di decenza». Parole dure, anche se la sua parabola all’interno della corte del tycoon sembra da tempo in fase calante.

Il bombardamento è arrivato dopo il terzo incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, che si è svolto venerdì a San Pietroburgo. E a pochi giorni dai negoziati sulla sicurezza della navigazione nel Mar Nero tra Mosca e Kiev che si terranno domani e mercoledì ad Ankara. Da quasi un mese, in Ucraina e Russia è in vigore un cessate il fuoco che impone ai due paesi di non bombardare le reciproche reti energetiche. Ma questa mini-tregua ha fatto poco per ridurre il numero di vittime civili in Ucraina. Lo scorso quattro aprile, 19 persone erano rimaste uccise in un bombardamento sulla città di Kryvyi Rih.

L’attacco e l’elevato numero di vittime civili avevano spinto il presidente americano a muovere un’insolita critica alla Russia. «Non sono contento di come sta andando con i bombardamenti, perché stanno bombardando come pazzi». Parole a cui, nei giorni scorsi, sono seguite dichiarazioni di «frustrazione» nei confronti di Mosca per via del suo continuo temporeggiare sull’estensione del cessate il fuoco (Trump ha chiesto a Putin di accettare un cessate il fuoco totale di 30 giorni).

La dinamica dell’attacco

Con un clima tra Casa Bianca e Cremlino che inizia a farsi teso, il bombardamento di Sumy potrebbe avere significative conseguenze diplomatiche e spingere Trump ad adottare un atteggiamento più duro nei confronti di Mosca. La Casa Bianca ha spesso ripetuto che nuove sanzioni colpiranno la Russia se non ci saranno progressi sul coprifuoco, ma per il momento alle dichiarazioni non sono seguiti i fatti.

Sumy, una città di provincia che prima della guerra aveva circa 250mila abitanti, è diventata nelle ultime settimane uno dei nuovi fronti del conflitto. Lontana dal Donbass, ha svolto per mesi il ruolo di centro logistico di supporto per l’offensiva ucraina nella vicina regione russa di Kursk. Quando però gli ucraini si sono ritirati, Sumy si è trovata all’improvviso in prima linea. Da settimane la città è sotto intensi bombardamenti come non si vedeva dalle prime settimane del conflitto.

Anche se nessuno mette in dubbio l’origine degli attacchi, alcuni ucraini aggiungono particolari sulla dinamica. In un post su Facebook, Mariana Bezhula, deputata della commissione Difesa al parlamento ucraino, ha scritto che il reale obiettivo sarebbe stata una cerimonia per la consegna di medaglie militari che si stava svolgendo in uno dei centri congressi dell’università.

Nel suo post, Bezhula ha accusayo gli alti comandi dell’esercito ucraino e ha chiesto al presidente Zelensky se intende fare qualcosa contro i generali militari che proseguono nell’organizzare riunioni e altre cerimonie a poca distanza dal fronte e a portata dei missili russi. Bezhula ricorda che già in passato cerimonie per la consegna di medaglie si erano trasformate in stragi dopo che i russi era riusciti a identificare e colpire i luoghi dove si celebravano questi eventi.

Bezhula è un ex membra del partito di Zelensky, attualmente indipendente. La sua attività consiste soprattutto nel criticare la leadership delle forze armate e in particolare l’attuale comandante in capo, Oleksandr Syrsky, di cui chiede da tempo le dimissioni. Bezhula ha un importante seguito sui social ed è da molti ritenuta un’alleata di Zelensky, usata dal presidente e dal suo ufficio per criticare gli avversari con cui non vogliono scontrarsi direttamente.

© Riproduzione riservata