Il Wall Street Journal svela altri particolari imbarazzanti sul segretario alla Difesa. Ma per ora Trump non sembra intenzionato a punire qualcuno. Tensioni con la Danimarca sulla Groenlandia mentre Putin continua a bombardare l'Ucraina
Come in un programma tv con i dilettanti allo sbaraglio, le vicende che vedono coinvolti esponenti dell’amministrazione Trump si arricchiscono ogni giorni di particolari incredibili in un mix di arroganza e incapacità.
Secondo il Wall Street Journal il segretario alla Difesa americano Pete Hegseth, già al centro dello scandalo delle chat riservate condivise con un giornalista su Signal, avrebbe portato sua moglie, un’ex produttrice di Fox News, a due incontri con controparti militari alleate in cui sono state analizzate informazioni riservate.
Uno degli incontri, uno scambio ad alto livello al Pentagono il 6 marzo tra Hegseth e il segretario alla Difesa britannico John Healey, è avvenuto in un momento particolare per la Nato, un giorno dopo che gli Stati Uniti avevano dichiarato di aver interrotto la condivisione di informazioni militari con l’Ucraina per ammorbidire la posizione del presidente Volodymyr Zelensky.
Il gruppo che si è riunito al Pentagono, che comprendeva anche l’ammiraglio Tony Radakin, capo delle forze armate britanniche, ha discusso le cause statunitensi alla base di tale decisione e la futura collaborazione militare tra i due alleati.
Il capo del Pentagono – ricorda il quotidiano – può invitare chi ritiene alle riunioni con le controparti in visita, ma di solito gli elenchi dei partecipanti sono particolarmente limitati e ci si aspetta, data la natura riservata delle discussioni, che i partecipanti siano in possesso di autorizzazioni di sicurezza.
Spesso agenti dei servizi sono presenti vicino alla sede della riunione per tenere lontani i non invitati. La situazione comunque sta diventando insostenibile al punto che il vicepresidente americano J.D. Vance e il capo dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles, avrebbero già consigliato a Donald Trump, secondo quanto riferisce Politico, di cacciare il consigliere alla Sicurezza nazionale, Mike Waltz, cioè colui che ha involontariamente inserito il direttore di The Atlantic nella chat. Ma per ora il presidente non sembra intenzionato a punire qualcuno.
La presidente della Columbia
Intanto The Donald aggiunge uno scalpo alla sua collezione. La presidente ad interim della Columbia University, Katrina Armstrong, si è dimessa dopo essersi scontrata con l’amministrazione Trump e aver accettato alcune delle richieste del governo Usa, attirandosi l’ira di professori e studenti. Il suo posto sarà preso da Claire Shipman.
«Sono felice di aver avuto l’occasione di consentire a questa vasta impresa di navigare in uno dei momenti più difficili della sua storia», ha detto Armstrong, che aveva assunto l’incarico lo scorso agosto prendendo il posto della dimissionaria Minouche Shafik.
L’ateneo è nel mirino del presidente Usa dalla campagna elettorale in seguito alle proteste pro-Palestina. La Columbia University ha accettato la scorsa settimana di vietare le mascherine e di ampliare i poteri della polizia del campus in risposta alle richieste dell’amministrazione Usa, che ha congelato finanziamenti per 400 milioni di dollari alla scuola.
UsaL’ira di Copenaghen
La Danimarca sta perdendo la pazienza con Washington e ha dichiarato di non gradire il «tono» del vicepresidente statunitense J.D. Vance che ha accusato Copenaghen di aver investito troppo poco in Groenlandia.
«Siamo aperti alle critiche, ma lasciatemi essere onesto: non apprezziamo il tono con cui sono state espresse. Non è così che ci si rivolge ai propri stretti alleati, e continuo a considerare la Danimarca e gli Stati Uniti stretti alleati», ha affermato il ministro degli Esteri danese, Lars Lakke Rasmussen, in un video pubblicato su X.
I raid russi
Intanto Mosca prosegue, incurante di tutto e di tutti, a colpire l’Ucraina. Più di 170 droni hanno colpito varie regioni causando 4 morti a Dnipro. «La Russia si sta prendendo gioco degli sforzi mondiali per la pace, prolungando la guerra e continuando a provocare morte perché non sente ancora alcuna pressione reale. La diplomazia può funzionare, ma deve essere supportata da misure che rafforzino i nostri militari e privino gli occupanti di risorse. I partner sanno cosa può aiutare, che tipo di pressione esercitare, e tutto dipende dagli Usa, dall’Europa, da chiunque nel mondo desideri una diplomazia efficace», ha detto Volodymyr Zelensky commentando l’attacco. Secondo l’agenzia Ap Vladimir Putin starebbe preparando una vasta offensiva.
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