«Avanziamo nella regione di Kursk, da uno a due chilometri in varie aree dall’inizio della giornata. Abbiamo catturato più di cento soldati russi in questo periodo». Così ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X, spiegando che ha ricevuto aggiornamenti dal comandante in capo Oleksandr Syrskyi. Ma ha rassicurato: «Non dimentichiamo neanche per un secondo il nostro fronte orientale. Ho dato ordini al comandante in capo di rafforzare questa direzione usando gli equipaggiamenti e le forniture assicurati dai nostri partner». 

Una fonte della sicurezza ucraina ha riferito a Reuters che Kiev ha condotto il più grande attacco di droni fino ad ora contro quattro aeroporti russi, con lo scopo di impedire a Mosca di usare gli aerei da guerra. L’esercito ucraino ha poi dichiarato di aver abbattuto un cacciabombardiere russo Su-34 nella regione di Kursk. 

Vyacheslav Gladkov, governatore della regione russa di Belgorod, ha dichiarato lo stato di emergenza regionale perché la situazione «continua a essere estremamente difficile e tesa» e si appella «al governo affinché dichiari una situazione di emergenza federale». Belgorod confina con l’Ucraina e con la regione in cui è in atto l’incursione dell’esercito di Kiev, Kursk.

La reazione Usa

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha commentato per la prima volta l’incursione militare ucraina in territorio russo, nella regione di Kursk, iniziata lo scorso 6 agosto. Biden, rispondendo alle domande dei giornalisti al suo arrivo a New Orleans, ha detto di essere stato informato sull’azione delle forze di Kiev dal presidente ucraino ogni 4-5 ore nell’ultima settimana. L’operazione «sta creando un vero dilemma» per Vladimir Putin, ha detto il presidente Usa. 

Martedì John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, ha dichiarato che se l’offensiva di Kiev «non piace a Putin, se la cosa lo mette un po’ a disagio, allora c’è una soluzione semplice: può andarsene dall’Ucraina e farla finita».

L’inchiesta della procura tedesca

La procura federale tedesca ha emesso un mandato d’arresto europeo nei confronti di un uomo di nazionalità ucraina sospettato di aver sabotato i gasdotti Nord Stream nel 2022. Lo riporta la stampa tedesca, in un lavoro condotto dall’emittente Ard e dai giornali Die Zeit e Suddeutsche Zeitung.

I media spiegano che a giugno era stato richiesto un mandato di arresto per l’uomo che sembrava essere in Polonia, ma non è chiaro perché le autorità polacche non siano riuscite ad arrestarlo. L’indagato è riuscito a fuggire. Gli inquirenti hanno anche individuato un uomo e una donna ucraini che avrebbero agito come sommozzatori negli attacchi, ma non risulta alcun mandato di cattura nei loro confronti. 

Quattro grandi fughe di gas sono state scoperte nel settembre 2022 sui due gasdotti Nord Stream, dopo che gli istituti sismici avevano registrato due esplosioni sottomarine. 

Il governo tedesco ha chiarito che l’inchiesta della procura tedesca non deteriori i rapporti fra Berlino e Kiev.

L’incontro con il ministro lituano

Ad oggi sarebbero 74 le comunità «sotto il controllo ucraino» dove «vengono eseguite ispezioni e misure di stabilizzazione», ha scritto ieri su X il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, che ha incontrato il ministro della Difesa nazionale della Lituania, Laurynas Kasciunas, per discutere «dello sviluppo dell’industria della difesa e delle esigenze prioritarie di difesa dell'Ucraina». 

La Russia ha inviato le sue truppe dalla regione enclave di Kaliningrad alla regione di Kursk, ha detto Kasciunas a Zelensky durante il colloquio, secondo quanto riportano i media locali. I combattimenti in corso nella regione russa meridionale stanno costringendo Mosca a ritirare i suoi soldati dall’enclave, ha spiegato il ministro lituano, definendola una forma di smilitarizzazione provocata «dal coraggio dell'esercito ucraino». L’operazione ucraina in Russia, ha poi aggiunto ha «risollevato il morale del popolo e delle forze armate» di Vilnius.

La posizione di Kiev

Kiev si sta «difendendo» e agisce «nel quadro del diritto internazionale», ha affermato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sentito dal Corriere della Sera, in merito alla reazione del governo italiano sull’offensiva lanciata dall’Ucraina. «La fine della guerra sarà possibile solo quando l’Ucraina avrà tutte le armi sufficienti per vanificare l’aggressione russa», ha aggiunto, «miriamo a costringere» Mosca «a invertire la rotta, soffrire sotto la pressione economica, vogliamo metterla in difficoltà: solo allora saranno possibili i negoziati tra pari». 

Dopo l’incursione militare nella regione di Kursk infatti diversi esponenti del governo italiano hanno ribadito il sostegno a Kiev ma assicurato che l’Unione europea e la Nato non sono in guerra contro la Russia. «Noi siamo dalla parte dell’Ucraina, che è l’aggredito, ma non siamo né come Paese, né come Nato in guerra contro la Russia», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, precisando che «mai manderemo truppe, per intenderci. Pur comprendendone le ragioni di difesa, le armi inviate dall'Italia non possono essere usate fuori dall’Ucraina. Servono delle specifiche autorizzazioni a un uso diverso, che è quello che infatti sta chiedendo Zelensky».  

Gli aiuti bielorussi

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko sarebbe accorso in aiuto dell’alleato Vladimir Putin. Secondo il media bielorusso Belnovosti, che ha citato fonti della Difesa di Minsk, Lukashenko avrebbe ordinato il trasferimento di parte dell’equipaggiamento militare bielorusso alle forze armate russe come rinforzo nella regione di Kursk, e in altri settori della linea del fronte. La Bielorussia avrebbe risposto a «una richiesta urgente da parte russa» dovuta alle perdite e alla mancanza di equipaggiamento nel Kursk e in altre aree. 

Le forze russe hanno abbattuto nella notte quattro missili tattici Tochka-U e 117 droni lanciati dalle forze ucraine, ha riferito il ministero russo della Difesa citato dall’agenzia di stampa Tass. La regione russa di Belgorod, vicina all’Ucraina, ha dichiarato lo stato di emergenza, hanno riferito le autorità locali.

Mosca starebbe inoltre ritirando una parte delle sue truppe dall’Ucraina per rispondere all’offensiva di Kiev, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, che cita funzionari statunitensi, senza però precisare l’entità del ritiro. Un «primo segnale che l’incursione Ucraina nella regione di Kursk sta costringendo la Russia a rivedere la sua forza d'invasione», ha commentato il quotidiano statunitense.

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