Il Financial Times ha visionato dei documenti che attesterebbero che l’esercito russo si stia allenando per colpire l’Europa occidentale con missili a testata nucleare. Intanto continuano gli scontri tra Kiev e Mosca lungo il confine
Aumenta la tensione al confine russo-ucraino, con l’esercito di Kiev che continua la sua avanzata nell’Oblast russo di Kursk dopo l’offensiva lanciata il 6 agosto oltre confine. Ad oggi sarebbero 74 le comunità «sotto il controllo ucraino» dove «vengono eseguite ispezioni e misure di stabilizzazione», scrive su X il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.
Mentre le forze di Mosca intensificano a loro volta gli attacchi nella zona del Donetsk, sono emersi alcuni documenti segreti visionati dal Financial Times (Ft) secondo cui la marina russa si sia preparata a colpire l’Europa con missili a testata nucleare da ben prima dell’invasione dell’Ucraina nel 2022.
La minaccia nucleare
Alcune carte verificate dal Ft e risalenti al periodo tra il 2008 e il 2014 riportano infatti che la Russia avrebbe addestrato il suo esercito a colpire l’Europa con armi nucleari in vista di un potenziale conflitto con la Nato. Tra i target dell’attacco sono inclusi siti militari, infrastrutture critiche e civili europee, in particolare lungo la costa occidentale della Francia e alcuni siti in Regno Unito, Germania e Norvegia.
La Russia avrebbe quindi mantenuto la capacità di trasportare armi nucleari su navi di superficie nonostante gli accordi del 1991 con gli Stati Uniti. Le esercitazioni recenti della marina russa confermano che questa capacità è ancora attiva.
I missili potrebbero trasportare sia testate convenzionali che nucleari tattiche. Putin vorrebbe utilizzare la minaccia nucleare e il timore di una rapida escalation per ottenere concessioni dall'Occidente, scrive il Ft.
Gli analisti spiegano che questa strategia è coerente con la dottrina militare russa. In caso di un conflitto con la Nato, Mosca tenderebbe infatti ad un uso rapido di armi nucleari, date delle risorse militari convenzionali inferiori rispetto a quelle di cui dispone l’alleanza.
L’offensiva ucraina
L’incursione ucraina sta colpendo da due settimane le regioni russe di Belgorod e di Kursk, entrambe vicine al confine. Per la prima volta la leadership militare ucraina ha confermato la presenza di soldati sul suolo russo, supportata dalla Commissione Europea, che ha ribadito essere «pienamente a favore dell'esercizio legittimo all'autodifesa da parte dell'Ucraina» anche attraverso l'incursione di Kursk.
L'Ucraina non sarebbe interessata a conquistare territorio russo, ha detto ai giornalisti a Kiev il portavoce del ministro degli Esteri ucraino, Heorhii Tykhyi. «A differenza della Russia, l'Ucraina non ha bisogno delle proprietà altrui», ha aggiunto Tykhyi, dicendo che l’attacco è finalizzato a «proteggere la vita del nostro popolo».
Sono oltre 120mila i civili russi sfollati da Kursk, dopo che hanno dovuto lasciare le zone dei combattimenti. Secondo quanto scrive su Telegram il governatore della regione, Alexei Smirnov, che ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin, gli sfollati saranno accolti nelle regioni occupate dell'Ucraina. Dodici sarebbero invece le vittime tra i civili e 121 i feriti, tra cui dieci bambini.
Martedì i servizi segreti esteri russi hanno accusato Zelensky di aver adottato misure «folli» che minacciano di far degenerare la guerra ben oltre i confini del suo Paese, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale russa Ria. Putin ha promesso una «risposta degna» all’attacco di Kursk e ha ordinato alle sue truppe di far «sloggiare il nemico dai nostri territori».
Gli attacchi russi
Oltre a rispondere sul campo all’incursione delle truppe di Kiev a nord est del confine, l'esercito russo ha aumentato i suoi attacchi nella zona del Donetsk, dichiarano le autorità militari ucraine. Secondo lo stato maggiore, in sole 24 ore le truppe russe hanno lanciato ben 52 assalti nell'area di Pokrovsk, una città dell’Ucraina orientale, vicina alla linea del fronte. Si tratterebbe del doppio degli attacchi giornalieri di una settimana fa, riferisce Ap.
Nella notte tra lunedì e martedì sono proseguiti anche gli attacchi dei droni di Mosca sul territorio ucraino. Le forze russe hanno lanciato 38 droni, trenta dei quali sono stati abbattuti dalle difese aeree di Kiev, ha fatto sapere su Telegram l’Aeronautica militare ucraina, precisando che sono stati lanciati due missili balistici Iskander-M dalla regione di Voronezh. I droni intercettati, ha poi aggiunto l’Aeronautica, sono stati abbattuti nelle regioni ucraine di Mykolaiv, Vinnytsia, Sumy, Kirovohrad, Kherson, Chernihiv, Dnipropetrovsk e Cherkasy. Non è noto cosa sia successo alle armi che non sono state distrutte, ha riferito Reuters.
Nell’attacco a Sumy, nell’Ucraina nord-orientale, è rimasta ferita una persona. Lo ha reso noto l’amministrazione militare dell’omonima regione, mentre un quartiere della città è rimasto temporaneamente senza elettricità e senza gas. Al momento l'Ucraina sta limitando la circolazione dei civili entro una zona di venti km nella regione colpita dall’attacco.
«Il comando militare ha imposto restrizioni alla circolazione di tutte le categorie di cittadini nella zona di confine di venti chilometri della regione di Sumy», si legge in una nota dello stato maggiore ucraino sui social media, riporta Reuters.
Nella nota si specifica che la misura è temporanea e che i residenti della nuova area soggetta a restrizioni possono comunque accedere alle loro abitazioni esibendo una prova di residenza.
I numeri delle vittime
L'agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione per i possibili impatti sulla popolazione del recente attacco transfrontaliero dell'Ucraina, ha affermato il suo portavoce.
«Ovunque si svolgano operazioni militari da entrambe le parti, la protezione dei civili e degli obiettivi civili in conformità con il diritto internazionale umanitario deve essere la massima priorità», ha detto il portavoce.
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