La Russia ha chiesto all’Onu, al segretario generale e ad altre organizzazioni di prendere posizione e condannare l’attacco delle forze armate ucraine sulla regione di Belgorod. Lo ha riferito la missione russa alle Nazioni Unite, riporta l’agenzia Ria Novosti, precisando di evitare «formulazioni generali vili». Sono cinque le persone morte nell’attacco di venerdì contro la regione russa e, secondo quanto dichiarato dal governatore locale Vyacheslav Gladkov, 37 persone sono state portate in ospedale. Tra queste cinque sono ricoverate in terapia intensiva, fra cui due bambini.

Per il ministero degli Esteri russo e il patriarca di Mosca Kirill si tratta di «un atto terroristico». Il ministero – citato dalla Tass – ha poi sostenuto che l’Ucraina avrebbe usato «munizioni a grappolo del sistema missilistico a lancio multiplo Vampire (Mlrs) di fabbricazione ceca» e annunciato «inevitabili punizioni».

Alla richiesta di una condanna da parte della comunità internazionale, è però corrisposta una serie di attacchi in territorio ucraino da parte di Mosca, che sta guadagnando terreno nella regione orientale del Donbass, dove ha annunciato di aver preso il controllo di un altro insediamento. Un raid su Chasiv Yar, città vicino a Bakhmut nel Donbass, ha poi ucciso almeno cinque persone. I russi, ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Vadym Filashkin, hanno colpito una casa privata e un grattacielo, uccidendo uomini di età compresa tra 24 e 38 anni.

I bombardamenti dell’esercito russo hanno ucciso altri due civili e ne hanno feriti otto in un villaggio della regione di Kharkiv, proprio il giorno in cui nell’omonima città nel nord-ovest dell’Ucraina è stata dichiarata una giornata di lutto cittadino per le sette persone morte nell’attacco di venerdì. Tra le vittime c'è anche una ragazza di 14 anni che si trovava in un parco giochi nel quartiere Nemyshlyanskyi. Novantasette i feriti, di questi 22 sono bambini.

Dopo giorni di attacchi aerei, tra i più intensi dall’inizio dell’invasione russa, anche nella notte tra venerdì e sabato sono entrate in funzione le difese ucraine che hanno abbattuto 24 su 52 droni lanciati da Mosca. E il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, è tornato sul giallo dell’abbattimento dell’F-16, un incidente che è costato la vita a uno degli ufficiali più esperti e il posto al comandante dell’Aeronautica militare Nikolai Oleshchuk. Anche se ieri Umerov ha negato che ci sia un collegamento tra i due eventi e ha parlato di «una rotazione».

L’incursione ucraina

A seguito della pesante offensiva, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reiterato la richiesta ai partner occidentali di usare armi a lungo raggio per colpire il territorio russo. «Un’esigenza assolutamente legittima», ha scritto su X, aggiungendo che l’attacco a Kharkiv «ha colpito direttamente le persone», e «avrebbe potuto essere evitato se le nostre Forze di difesa avessero avuto la capacità di distruggere gli aerei militari russi nelle loro basi».

Una rassicurazione al presidente Ucraino è arrivata direttamente dal segretario uscente della Nato Jens Stoltenberg, intervistato dai media tedeschi. Il diritto di Kiev di difendersi «non si ferma al confine», ha detto a Die Welt. Non solo, il segretario dell’Alleanza ha legittimato l’offensiva ucraina nella regione di Kursk: «È legittima e rientra nel diritto di Kiev all’autodifesa» e «i soldati, i carri armati e le basi militari russe sono obiettivi legittimi secondo il diritto internazionale».

Se Stoltenberg spiega poi che l’incursione «non è stata pianificata con la Nato, e l’Alleanza non ha avuto alcun ruolo», precisa però che continuerà a sostenere l’Ucraina con consegne di armi e attrezzature, «vitali» per contrastare l’invasione russa, ricordando in un’altra intervista, a Welt am Sonntag, quanto detto dal presidente ucraino Zelensky: «L’operazione mira a creare una zona cuscinetto per impedire ulteriori attacchi russi dall’altra parte del confine».

Il contrasto interno alla Nato e all’Unione europea sui limiti all’uso delle armi a Kiev non sembra destinato a spegnersi. Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania, che si sono riuniti a Washington con il massimo consigliere di Zelensky, hanno autorizzato Kiev a colpire il territorio russo con le proprie armi, ma – in vista delle elezioni nel land tedesco della Turingia di oggi – Afd ha ribattuto: «Nessuna arma tedesca in Ucraina. Mai!». L’Italia invece, tra i paesi contrari, non ha ancora inviato il sistema di difesa Samp-T, a causa dei ritardi per ferie dell’azienda italiana, ha detto irritato il ministro della Difesa Crosetto al Globsec Prague Forum, suscitando la risposta del sindacato che ha ricordato che per realizzare il sistema serve tempo.

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