Il problema immediato per i democratici americani (e non solo loro) è l’accordo per finanziare lo stato federale fino a marzo ed evitare la chiusura dei servizi non essenziali che scatta a mezzanotte fra venerdì e sabato, l’ombra dello “shutdown” che ogni anno funesta il Congresso.

Donald Trump ha fatto saltare l’accordo che era stato trovato fra democratici e repubblicani. Lo ha fatto con il solito metodo, quello della minaccia a chi votava contro la sua volontà di non essere rieletto fra due anni, e ha fatto leva sulla forza comunicativa di Elon Musk, che da giorni conduce una martellante campagna intimidatoria su X per far naufragare un testo che, sostiene, contiene spese inutili, mance, scambi, foraggiamenti di clientele varie.

Meglio andare incontro allo “shutdown”, insomma, che non è la fine del mondo, ma solo la fine della vecchia e inefficiente classe politica che si autoalimenta. Musk garantisce che «tutto andrà bene», perché le funzioni essenziali dello stato sono comunque garantite, ma dimentica di ricordare che quando, fra il 2018 e il 2019, lo “shutdown” è scattato per cinque settimane ha avuto un impatto sulla produttività che l’ufficio budget del Congresso ha quantificato in 3 miliardi di dollari.

E il capo di Doge, l’agenzia federale per l’efficientamento dello stato, si è spinto anche oltre: «Nessuna legge deve passare fino al 20 gennaio, quando Trump si insedierà. Nessuna. Zero», ha scritto, di fatto subordinando il potere legislativo all’esecutivo.

Per mandare all’aria l’accordo bipartisan e ottenere il risultato politico che voleva, Musk ha scritto una notevole serie di cose false – ma in grado di far imbestialire i cittadini – sul contenuto del disegno di legge. Ad esempio, ha detto che nella proposta è contenuto un aumento dello stipendio dei parlamentari del 40 per cento, ma non è così.

Armi biologiche

I membri del Congresso guadagnano 174mila dollari all’anno, cifra che è rimasta invariata dal 2009, e hanno nel corso degli anni congelato una norma per aggiornare il salario automaticamente all’inflazione. Il disegno di legge che è saltato prevedeva un meccanismo per agganciare il compenso al costo della vita, ma con un tetto massimo del 3,8 per cento, cioè dieci volte inferiore a quello indicato da Musk. L’incremento reale sarebbe stato di 6.600 dollari all’anno.

Rilanciando un post di uno degli assaltatori del Congresso il 6 gennaio 2021, Musk ha detto anche che il testo impedisce che gli stessi membri aprano una indagine interna sulla commissione che la maggioranza democratica aveva istituito per far luce sull’accaduto. Il passaggio incriminato dice altro, cioè semplicemente che il materiale acquisito al di fuori del Congresso deve rimanere sotto il controllo di un ufficio apposito.

Ancora: Musk ha detto che il disegno di legge avrebbe finanziato «laboratori per armi biologiche», una formula che ricalca una diffusa teoria del complotto sugli esperimenti militari finanziati dal governo americano, cosa peraltro sostenuta anche da Tulsi Gabbard, che Trump ha messo a capo dell’intelligence.

Nel testo non c’erano armi biologiche, soltanto il finanziamento di dodici laboratori per «condurre ricerca biomedica e sostenere la salute pubblica»: in sostanza, si tratta di potenziare la rete di ricerca per non farsi trovare impreparati all’emergere di una nuova pandemia.

Attraverso questa campagna, Trump ha fatto cadere un’ipotesi di compromesso già sul tavolo del Congresso e ha pregiudicato la possibilità di trovare un accordo nelle prossime ore per evitare lo shutdown. Soltanto un testo drasticamente ridotto e spogliato da tutte le spese accessorie (il precedente testo era di oltre 1.500 pagine) potrebbe essere considerato, ma comunque la preferenza indicata è quella di far scadere i termini e andare avanti senza una legge fino all’insediamento.

La convention costituzionale

Questo è il problema immediato. Ma negli incubi dei democratici si sta materializzando anche un mostro remoto: si chiama convention costituente e finora è stata soltanto una mera curiosità per storici delle istituzioni politiche. Trump ha detto che intende fare riforme che implicano una modifica costituzionale, ad esempio eliminare lo ius soli, che è previsto nel 14esimo emendamento. Come potrebbe farlo?

I padri costituenti si sono trovati una volta soltanto per scrivere la Costituzione, che è stata poi emendata molte volte attraverso la procedura che passa per il voto della maggioranza di due terzi del Congresso. Ma ci sarebbe anche un altro modo per mettere mano alla Carta: avere il voto dei due terzi delle legislature statali (34 stati) e così convocare un’assemblea costituzionale con i rappresentanti degli stati.

I padri fondatori non hanno detto nulla su come questo consesso dovrebbe funzionare, né chi potrebbero essere i rappresentanti convocati dai vari stati. Il presidente potrebbe così fare pressione sui membri del partito nei vari stati per avere portavoce che eseguono diligentemente il suo volere e costruire poi la convention come vuole

L’ipotesi è remota e la strada per arrivarci è tortuosa, ma il partito repubblicano ci sta lavorando sul serio. A partire dal 20 gennaio avrà la maggioranza al Congressi in 28 stati, non troppo lontano dalla soglia per tentare una clamorosa riforma del sistema.

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