Le manifestazioni sono cominciate con una grande massa di giovani che hanno circondato il Palazzo Miraflores, residenza presidenziale di Caracas. La polizia ha represso con violenza le proteste
Mentre in Venezuela continuano le proteste scaturite contro l’annuncio ufficiale della rielezione del presidente uscente Nicolas Maduro per un terzo mandato, un leader dell’opposizione sarebbe stato arrestato.
Un video diffuso dal media Monitoreamos mostra, infatti, come uomini incappucciati e armati abbiano prelevato il leader del partito di opposizione venezuelana Voluntad Popular Freddy Superlano e lo abbiano fatto salire su un furgone.
Nel frattempo, si moltiplicano le reazioni internazionali. L’Ue chiede al paese un’indagine sui risultati elettorali, ma la minaccia di porre sanzioni è ancora lontana.
Le elezioni
Nella giornata di ieri le opposizioni avevano denunciato irregolarità nel voto e avevano rivendicato la vittoria. L’opposizione ha reso pubblico il proprio conteggio basato sui verbali compilati, che danno come vincitore Edmundo Gonzalez con una differenza molto ampia rispetto a Nicolas Maduro: 6,2 milioni di voti contro 2,7.
La campagna di Gonzalez, guidata dalla leader dell'opposizione dichiarata ineleggibile dalla Corte Suprema, Maria Corina Machado, ha caricato tutti questi documenti su un sito web affinché possano essere confrontati. Questi dati smentiscono la versione ufficiale secondo cui il presidente del Venezuela ha vinto le elezioni presidenziali con il 51 per cento e un milione di voti di vantaggio. «I venezuelani hanno espresso la loro volontà assoluta eleggendo Nicolas Maduro», aveva dichiarato ieri il presidente del Consiglio Elettorale Nazionale (Cne), Elvis Amoroso.
La reazione dell’Ue
Lunedì sera l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha detto: «L'Ue invita il Consiglio elettorale venezuelano a esercitare la massima trasparenza nel processo di tabulazione dei risultati, compresa la concessione dell'accesso immediato ai registri di voto di ciascun seggio elettorale e la pubblicazione di risultati elettorali disaggregati». L'Ue ha inoltre invitato le autorità venezuelane a garantire un'indagine completa e tempestiva di eventuali reclami e lamentele post-elettorali, sottolineando che «rapporti credibili di osservatori nazionali e internazionali indicano che le elezioni sono state inficiate da numerosi difetti e irregolarità».
Fonti Ue comunicano che Bruxelles si sarebbe «impegnata» a far in modo che la dichiarazione fosse sottoscritta da tutti i 27 paesi membri, ma «l'Ungheria ha posto il veto».
Secondo il portavoce dell'Ue per la politica estera Peter Stano, l’Ue continua a sostenere la ricerca di una via d'uscita dalla crisi politica in Venezuela, ma «parlare di sanzioni in questo momento è prematuro».
I commenti di leader internazionali
Anche l'Organizzazione degli Stati americani (Osa) denuncia «una manipolazione straordinaria» nelle elezioni di domenica. Secondo un comunicato dell'organizzazione, il governo di Maduro «ha applicato uno schema repressivo, accompagnato da azioni atte a distorcere completamente il risultato elettorale».
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha scritto in un post su X di aver avuto una «lunga telefonata con Maria Corina Machado, leader dell'opposizione al regime di Maduro in Venezuela. Ho espresso la mia solidarietà e vicinanza al popolo venezuelano auspicando che possano trionfare i valori legati alla libertà e alla democrazia».
Il presidente cinese Xi Jinping, invece, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Nicolas Maduro per la sua rielezione, dicendosi pronto a collaborare «per continuare a guidare la partnership strategica bilaterale per tutte le stagioni verso nuove vette, in modo da avvantaggiare le persone di entrambi i Paesi», comunica l'agenzia Xinhua. Da quando ha assunto l'incarico, Maduro «ha guidato il governo e il popolo venezuelani nel perseguire un percorso di sviluppo adatto alle proprie condizioni nazionali, ottenendo risultati notevoli», ha aggiunto Xi.
Anche il Cremlino si unisce alla Cina nel sostegno a Maduro.
«Vediamo che l'opposizione non vuole accettare la propria sconfitta, in ogni caso noi crediamo che debba farlo e debba congratularsi col vincitore di queste elezioni», ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, secondo la Tass. «È importante fare in modo che i tentativi di scuotere la situazione in Venezuela non siano alimentati da paesi terzi, da terze parti, in modo che il Venezuela sia libero da interferenze esterne», ha aggiunto Peskov.
Le proteste
Nel frattempo continuano le manifestazioni tra le strade del Paese, scoppiate lunedì sera. Migliaia di persone sono scese in piazza nella capitale Caracas e hanno marciato verso il il Palazzo Miraflores, il palazzo presidenziale, per protestare contro quello che a loro detta era un risultato elettorale contestato. In tre città i manifestanti hanno abbattuto statue di Hugo Chavez, il leader “bolivariano” di cui Maduro è il successore.
Alcuni video mostrano civili armati che sparano sui manifestanti a Miraflores.
La polizia ha represso con violenza le manifestazioni, sparando proiettili di gomma e lanciando gas lacrimogeni sui manifestanti.
Al momento secondo i bilanci ufficiali, ci sarebbero solo due vittime, ma dalle immagini che circolano sui social network potrebbero essere di più. Secondo l'organizzazione Encuesta Nacional de Hospitales (Enh), una rete venezuelana di medici, sono infatti almeno tre le vittime e 44 i feriti.
Secondo quanto dichiarato in conferenza stampa dal procuratore del Venezuela, Alex Saab, sarebbero 749 i manifestanti arrestati.
Il consolato generale di Spagna a Caracas ha informato che oggi manterrà i suoi uffici chiusi per tutti i servizi e ha chiesto agli spagnoli che vivono in Venezuela di esercitare «estrema cautela e di evitare viaggi non necessari».
Il capo della campagna elettorale di Nicolas Maduro, e presidente del Parlamento, Jorge Rodríguez, ha convocato invece una grande contro manifestazione per martedì 30 luglio «per festeggiare con il presidente rieletto, Maduro, la vittoria elettorale».
Rodriguez ha invitato la popolazione «a riunirsi nelle strade della Grande Caracas, da Petare a La Vega a Catia fino al palazzo presidenziale di Miraflores», cioè esattamente dove si sono registrate le proteste dell'opposizione. «Dai quattro punti cardinali della città, ci mobiliteremo in pace e allegria, per difendere il diritto alla vita e dire al mondo che siamo la maggioranza», ha detto Rodríguez, aggiungendo: «Difenderemo le strade e la pace».
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