È la prima visita dell presidente cinese in Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Xi ha incontrato Putin nel primo colloquio informale tra i due. Domani sarà la giornata dei negoziati e probabilmente ci sarà una conferenza stampa. Ma la Russia esce già rafforzata e meno isolata dalla visita
Il presidente cinese Xi Jinping è atterrato a Mosca per un’attesa visita di tre giorni al suo omologo russo Vladimir Putin. Si tratta del primo viaggio in Russia di Xi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina e di un’importante manifestazione di sostegno a Putin, che ha appena ricevuto un mandato d’arresto dalla Corte penale internazionale.
Esperti e analisti si interrogano su qualche sarà il significato della visita, iniziata con l’arrivo di Xi all’aeroporto di Mosca e l’accoglienza di Dmitry Chernyshenko, vice primo ministro con delega al Turismo. Dopo l’incontro informale tra i leader oggi, i due dovrebbero vedersi per una giornata di trattative domani alle quali dovrebbe seguire una conferenza stampa. Gli scenari principali su come dovrebbe svolgersi l’incontro sono due: Xi potrebbe invitare Putin a cercare una soluzione pacifica del conflitto dopo oltre un anno di escalation. Oppure, potrebbe rinnovare il suo supporto e promettere aiuti militari.
La posizione cinese sul conflitto, infatti, per ora è ambigua. Pechino ha rifiutato di condannare l’invasione, ma ha mostrato segnali di insoddisfazione per essere stato tenuto all’oscuro dei piani russi e appare contrario a ulteriori escalation. Se da un lato la Cina fornisce aiuto alla Russia per aggirare le sanzioni, dall’altro non sta inviando armi e munizioni in quantità significative e il suo aiuto non sta arrivando gratuitamente e i diplomatici cinesi negoziano duramente ogni concessione, consapevoli che Mosca non ha molte altre alternative.
Al centro del colloquio pubblico il tema della modernizzazione e dello sviluppo economico con Putin che ha espresso apprezzamento per la capacità cinese di coniugare «il mercato al rafforzamento dello stato», ammettendo anche di essere «invidioso» dei traguardi raggiunti dalla Cina.
Rilevante anche una frase di Xi che, complimentandosi con l’omologo per i risultati raggiunti da presidente, si dice certo della sua rielezione il prossimo anno, certificando la candidatura, messa in dubbio da alcuni, di Putin alle presidenziali russe.
La diplomazia
Putin e Xi si sono incontrati di persona per 39 volte nel corso dei rispettivi mandati. L’ultima lo scorso settembre, durante un vertice dei paesi dell’Asia centrale in Uzbekistan. L’ultima visita nelle rispettive capitali risale invece al 4 febbraio del 2022, quando Putin si è recato a Pechino, soltanto poche settimane prima dell’invasione dell’Ucraina. In quell’occasione i due presidenti avevano sottolineato l’amicizia «senza limiti» tra i due paesi.
Questa formula è stata ribadita da Putin nel suo articolo pubblicato sul People’s Daily, giornale ufficiale del Partito comunista cinese. Il presidente russo ha, infatti, scritto che le relazioni tra Russia e Cina «sorpassano qualitativamente le alleanza politico-militari della Guerra fredda» e che non conoscono «limiti o tabù». Più cauto, invece, Xi che, su Russia Gazette, scrive che le relazioni bilaterali sono informate dalla logica «del non allearsi, del non scontrarsi e del non prendere di mira terze parti nello sviluppo dei legami».
L’intelligence degli Stati Uniti, però, sospetta che la Cina si stia preparando all’invio di armi. Fino ad ora Pechino non avrebbe fornito direttamente armi alla Russia e proprio oggi il ministero degli Esteri ha negato ancora una volta che questa sia l’intenzione della diplomazia.
Nel frattempo, molti sperano che la visita di Xi, che dovrebbe essere accompagnata da un colloquio telefonico tra il presidente cinese e Zelensky, possa contribuire a trovare una soluzione per il conflitto. Altrettanti, invece, temono che Pechino deciderà di dare via libera a Putin per un’ulteriore escalation, in modo da tenere la Nato impegnata e ridurre l’appetito dell’opinione pubblica occidentale per nuovi interventi militare, come la possibile difesa di Taiwan da un’aggressione cinese.
La diplomazia cinese aveva già tentato di intervenire sulla questione ucraina, ma il piano di pace proposto a febbraio era stato respinto dalle due parti e giudicato con scetticismo da Europa e Stati Uniti. Gli Usa hanno già detto che rifiuteranno eventuali appelli al cessate il fuoco emersi dai colloqui di questi giorni, considerati funzionali agli interessi di Mosca.
La decisione di Xi di visitare Mosca arriva pochi giorni dopo la sua riconferma a presidente per un terzo mandato senza precedenti nella recente storia del paese. La scorsa settimana, la diplomazia cinese aveva raggiunto un altro obiettivo importante, mediando la riapertura delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita, una trattativa culminata in un incontro a Pechino tra le due delegazioni durato quattro giorni.
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