Secondo il ministero della Sanità Houthi, questi attacchi hanno preso di mira la capitale Sanaa, i governatorati di Saada e Al-Bayda e la città di Radaa. «L'Iran non cerca la guerra, ma se qualcuno lo minaccia, darà risposte appropriate, risolute e definitive», ha detto il capo dei Pasdaran Hossein Salami
Almeno 31 persone sono state uccise in Yemen dopo una serie di raid aerei statunitensi avvenuti in diverse aree del paese.
Secondo il ministero della Sanità Houthi, questi attacchi hanno preso di mira la capitale Sanaa, i governatorati di Saada (nord) e Al-Bayda (centro) e la città di Radaa (centro). Ci sono almeno 31 morti e 101 feriti, «soprattutto bambini e donne», ha detto sul social network il portavoce del ministero Anis Al-Asbahi.
Nei giorni scorsi i ribelli Houthi, la milizia filo iraniana che controlla gran parte del paese, aveva minacciato di colpire nuovamente le navi mercantili in transito nel Mar Rosso nel caso in cui Israele continui a bloccare l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia.
Alle minacce degli Houthi, Trump ha promesso di rispondere con «una forza letale schiacciante». In un messaggio sul suo Truth Social network, il presidente degli Stati Uniti ha anche invitato l’Iran a «fermare immediatamente» il suo sostegno agli Houthi.
Il consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, ha commentato l’attacco all'emittente Abc news. Il raid aereo di ieri è stata «una risposta travolgente che ha preso di mira diversi leader Houthi e li ha eliminati». Waltz ha descritto l'attacco come più «robusto» rispetto a quelli dell'amministrazione Biden. «La differenza qui è uno, perseguire la leadership Houthi e, due, ritenere l'Iran responsabile per aver ripetutamente finanziato, addestrato e aiutato il gruppo a colpire non solo le navi da guerra Usa ma il commercio globale, aiutando gli Houthi a paralizzare le rotte marittime più strategiche del mondo».
La risposta
Gli Houthi hanno annunciato di aver preso di mira una portaerei americana, in risposta ai raid avvenuti nella notte. Secondo il portavoce militare delle milizie, Yahya Saree, è stata condotta «un'operazione» contro portaerei statunitense Harry S. Truman nel Mar Rosso con «18 missili balistici e da crociera ed un drone».
La reazione di Teheran
«L'Iran non cerca la guerra, ma se qualcuno lo minaccia, darà risposte appropriate, risolute e definitive», ha detto il capo dei Pasdaran Hossein Salami il quale ha negato che il suo paese sia coinvolto negli attacchi degli Houthi. «Non siamo una nazione che agisce in segreto, ma piuttosto una forza militare credibile e ufficialmente riconosciuta nel mondo. Se attaccheremo da qualche parte o sosterremo qualcuno, lo annunceremo esplicitamente», ha aggiunto.
Gli Stati Uniti «non hanno alcun diritto di dettare la politica estera dell'Iran», ha commentato su X il ministro degli Esteri, Abbas Araghchi.
La chiamata tra Lavrov e Rubio
Secondo quanto riporta Interfax, nel corso di una conversazione telefonica il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha rimarcato al Segretario di Stato americano, Marco Rubio, «la necessità di porre fine immediatamente all'uso della forza» in Yemen. Secondo Mosca l'obiettivo deve essere quello di «avviare un dialogo politico con l'obiettivo di trovare una soluzione che escluda ulteriori spargimenti di sangue».
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