Sono stati aggrediti con mazze e bastoni: in cinque sono rimasti feriti, di cui uno in gravi condizioni. Dietro l’attacco, le tensioni tra i dipendenti che chiedono contratti regolari e gli imprenditori del settore, a volte legati alla criminalità organizzata
L’ultimo incidente è avvenuto ieri a Prato, durante un presidio del sindacato Si Cobas di fronte alla Dreamland, un’azienda tessile. «Eravamo in picchetto con alcuni lavoratori – hanno scritto sui social i sindacalisti Sarah Caudiero e Luca Toscano – All'improvviso sono arrivate due auto, sono scese una decina di persone ed hanno iniziato a picchiarci con mazze e bastoni».
Nel video postato dai sindacalisti Si Cobas si vedono una decina di persone armate di bastoni e mazze da baseball attaccare violentemente il picchetto formato dai lavoratori. Alcuni scioperanti cadono e vengono presi mentre cercano di ripararsi il volto, altri vengono inseguiti e trascinanti a terra.
«Ci hanno massacrato», ha detto Toscano a Firenze Today. Cinque operai sono rimasti feriti, due hanno perso conoscenza per le percosse e uno è in gravi condizioni, anche se non in pericolo di vita. Gli aggressori erano tutti di nazionalità cinese, mentre gli aggrediti erano in gran parte lavoratori pachistani.
Lo sciopero
Il picchetto dei lavoratori faceva parte di una mobilitazione contro le condizioni di lavoro nelle aziende tessili di Prato che va avanti da mesi. I lavoratori denunciano la situazione irregolare in molte aziende, con turni da 12 a 14 ore al giorno, assenza di ferie e tutele, settimane lavorative da sei giorni.
Dreamland è una società cliente di Texprint, una delle aziende al centro delle proteste di questo mesi, i cui titolari, cittadini cinesi coinvolti in inchieste sul riciclaggio di denaro sporco da parte della ‘ndrangheta, erano già intervenuti con la violenza per stroncare le proteste dei loro dipendenti.
Dopo l’attacco di ieri, i lavoratori di Dreamland hanno manifestato sotto il palazzo del comune di Prato, ricevendo la solidarietà dei lavoratori di Gkn, l’azienda che produce parti di autoveicoli sanzionata per aver annunciato 422 licenziamenti senza rispettare le procedure.
«Se vengono aggrediti lavoratori che manifestano pacificamente e nel rispetto delle regole, non ci può essere tolleranza», ha detto questa mattina il sindaco di Prato Matteo Biffoni. «È inaccettabile che chi manifesta sia oggetto di gravi atti di intimidazione e di violenza», ha scritto in un comunicato la Cgil di Prato.
Attacchi ai picchetti
Mentre l’attenzione pubblica è concentrata in questi giorni sull’assalto alla sede della Cgil di Roma, compiuto sabato scorso da un gruppo di militanti di Forza Nuova, nella provincia industriale italiana si moltiplicano gli assalti a picchetti di scioperanti e contro i sindacati autonomi.
L’episodio più grave è avvenuto lo scorso 18 giugno, quando l’autista di un camion ha investito e ucciso Adil Belakhdim, 37 anni, coordinatore del sindacato Si Cobas, durante un presidio di fronte a un magazzino della Lidl in provincia di Novara.
La settimana precedente, un altro lavoratore era stato ferito durante un’aggressione organizzata ad un presidio di fronte a un magazzino della FedEx di Tavazzano, in provincia di Lodi. Anche in quel caso, una decina di persone armate di mazze e bastone ha attaccato violentemente il presidio.
Negli stessi giorni si era verificata un’altra aggressione anche a Prato, di fronte a un magazzino della TexPrint, società legata alla Dreamland. Dai filmati pubblicati dai sindacalisti si vedono Hong Bo, socio dell'azienda, e Sang Yu Zhang, direttore magazzino della TexPrint (arrestato a luglio per sospetti rapporti con la ‘ndrangheta), attaccare i lavoratori con pugni e mattoni.
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