Il pil italiano crescerà soltanto dello 0,9 per cento nel corso del prossimo anno. La crescita dell’eurozona si ferma all’1,4 per cento. «L'economia europea sta passando da una fase di rallentamento a una fase di frenata», ha detto il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni.
Secondo le ultime stime della Commissione europea, nel 2023 il Pil italiano crescerà soltanto dello 0,9 per cento, un punto in meno delle precedenti stime di maggio. L’Italia è l’ultimo paese nella classifica della crescita di tutta l’eurozona, ma anche gli altri stati membri non hanno molto da festeggiare. Da una previsione di crescita del 2,3 per cento siamo passati una stima dell’1,4.
La frenata
«Si potrebbe dire che l'economia europea sta passando da una fase di rallentamento della crescita a una fase di frenata», ha detto il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni economiche d'estate.
Rimangono buone invece le stime per l’anno in corso, che dovrebbe chiudersi con una crescita del 2,6 per cento per i paesi che adottano l’euro, ma il problema è la dinamica dietro a questi dati. «La crescita di quest'anno», ha detto infatti Gentiloni, «è sostenuta dal forte slancio raccolto dall'anno scorso e da un primo trimestre migliore del previsto». L'attività economica nel resto dell'anno, invece, «non dovrebbe più aumentare il dato di crescita annuale».
Il pil italiano era crollato del 9 per cento nell’anno della pandemia, per poi crescere del 6,6 per cento nel 2021 della ripresa. Solo alla fine di quest’anno torneremo e supereremo i livelli del 2019.Tra le cause di questa frenata ci sono soprattutto l’aumento dei prezzi e l’incertezza sulle forniture di gas a causa del conflitto in Ucraina.
È una situazione che genera particolare incertezza e le stime sulla crescita, ha spiegato Gentiloni, sono soggette «a un elevate grado di incertezza e a rischi di revisioni al ribasso» poiché «l’andamento della guerra e l’affidabilità delle forniture di gas sono fattori entrambi sconosciuti». Per Gentiloni, il taglio delle forniture causerà una recessione nell’eurozona. Se in primavera questa era solo una possibilità «alla luce degli eventi recenti, questo rischio è diventato più di un semplice scenario ipotetico, per il quale dobbiamo prepararci», ha aggiunto Gentiloni.
Attualmente, il gasdotto Nord Stream, da cui passa circa un terzo del totale delle importazioni del gas russo diretto in Europa, è chiuso per una manutenzione programmatica. Sono molti però a temere che la riapertura del flusso non dipenderà soltanto dalla fine dei lavori (che dovrebbero durare una decina di giorni). Il Cremlino, intanto, non fa nulla per disperdere questo timore. «A proposito dell'ulteriore funzionamento del gasdotto, molto dipenderà dai nostri partner in termini di domanda di gas e di prevenzione delle conseguenze di misure restrittive illegali», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, lasciando intendere che la ripresa delle esportazioni sarà probabilmente soggetta a considerazioni politiche.
Secondo la Commissione, l’inflazione media raggiungerà il 7,6 per cento nel 2022 e calera al 4 per cento nel 2023. Queste stime registrano una crescita notevole rispetto alle stime di maggio, 6,1 e 2,7 per cento e anche rispetto alle previsioni della Banca centrale europea di giugno, 6,8 e 3,5 per cento.
© Riproduzione riservata