La scadenza porta la data del 20 settembre prossimo. Entro quel giorno gli aspiranti compratori di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria dovranno presentare le loro manifestazioni d’interesse per rilevare l’impianto di Taranto e gli altri stabilimenti del gruppo siderurgico in crisi. È solo il primo passo, perché i commissari, Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli nelle settimane successive dovranno decidere chi ammettere a una procedura di gara che avrà necessariamente tempi lunghi.

L’elenco

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso resta ottimista e a suon di annunci ha già aggiornato un paio di volte il numero degli ipotetici aspiranti compratori: ora sarebbero sei. Nel frattempo, mentre l’acciaieria marcia al minimo e 3.500 lavoratori a Taranto, su 8 mila totali, restano in cassa integrazione, si allunga la lista dei consulenti reclutati dai commissari. L’elenco comprende 18 nominativi, con gli incarichi più disparati. Nel gruppo non mancano avvocati di chiara fama e grandi marchi internazionali

Tra i legali, uno dei compiti più delicati (assistenza giudiziale e stragiudiziale” nei rapporti con la vecchia Ilva) è stato affidato Gianluca Brancadoro, nome molto conosciuto negli ambienti finanziari, consigliere di società importanti come il Monte dei Paschi di Siena (è vicepresidente) e grande esperto anche di amministrazione straordinaria, visto che, tra l’altro, fa parte della terna nominata nel 2011 (governo Berlusconi) per gestire la procedura della vecchia Alitalia. Insieme a lui c’era anche Giovanni Fiori, che adesso è commissario proprio di Acciaierie d’Italia. Brancadoro conosce bene Urso, visto che in passato è sceso in campo come avvocato personale del ministro. Nei documenti ufficiali si legge che il legale di Urso è stato nominato senza gara, per “ragioni di assoluta urgenza” non meglio specificate. Il suo compenso sarà calcolato, si legge, in base alle tariffe forensi, oltre a “cassa e spese accessorie”.

Con una parcella di 120 mila euro, ma al termine di un beauty contest con tre partecipanti, è stato ingaggiato un altro noto legale con base a Roma, Corrado Gatti, che dovrà seguire come consulente tecnico di parte la causa “inerente l’insolvenza di ADIH, cioè Acciaierie d’Italia Holding, a cui fa capo la società operativa. Anche Gatti ha avuto a che fare con Alitalia. Era presidente del collegio sindacale della compagnia che fallì nel 2017, con l’Etihad di Abu Dhabi come azionista. Anche in quel caso, come nella precedente versione pubblica, Alitalia finì in amministrazione straordinaria.

Nell’elenco degli advisor non potevano mancare le grandi sigle della consulenza internazionale, che tra i molteplici business, a volte in conflitto d’interessi tra loro, hanno anche quello di fornire consigli alle società in difficoltà.

Multinazionali

A Taranto troviamo Bdo, multinazionale di servizi professionali che riceverà 800 mila euro per una “forensic due diligence” iniziata ad aprile e conclusa a luglio. Bdo è stata scelta senza gara perché, viene spiegato nel documento che segnala la nomina, le “altre società di pari livello erano in conflitto d’interessi”.

La stessa formula, con parole diverse, viene utilizzata per giustificare l’affidamento diretto di una consulenza a un’altra sigla onnipresente nel mondo degli affari come McKinsey, che riceverà 800 mila euro per quattro mesi di incarico (marzo-luglio) per la “consulenza e assistenza al piano industriale”. Un piano che è già stato presentato nelle sue linee generali dal ministro Urso e dall’azienda ai sindacati, che l’anno accolto con qualche scetticismo (eufemismo).

McKinsey è stata scelta perché, si legge, “è necessario rivolgersi a una delle top Three (sic)”. Una di queste, Bain, era stata consulente della precedente gestione, quella fallimentare di Arcelor Mittal, mentre Boston Consulting group, in sigla Bcg, è già “impegnata in altre attività”. Quali sarebbero queste attività? È presto detto: Bgc per due mesi di lavoro (marzo-aprile) ha ricevuto 760 mila euro dall’amministrazione straordinaria per la consulenza strategica per il “rilevamento impianti”, si legge nei documenti. L’incarico si riferisce probabilmente alla proroga del contratto d’affitto degli impianti, a Taranto e negli altri siti produttivi del gruppo (Genova, Novi Ligure, Racconigi), che sono di proprietà dell’Ilva in amministrazione straordinaria, ammessa alla procedura dopo il crack del 2015.

Spesa milionaria

A conti fatti quindi, nell’arco di quattro mesi, la spesa autorizzata dai commissari è pari a 2 milioni e 560 mila euro per le sole società di consulenza internazionale.

In una vicenda complessa come quella di Acciaierie d’Italia anche la comunicazione gioca un ruolo importante. In questo settore, dopo un beauty contest con altri due concorrenti, la scelta è caduta su Comin & partners, società di comunicazione sempre ben piazzata nel mondo delle imprese e della politica, Il compenso è di 120 mila euro per un anno, fino a marzo 2025.

Fin qui i nomi più importanti che emergono dalle carte dell’amministrazione straordinaria. E i commissari? A quanto ammonta il loro compenso? Per Fiori, Quaranta e Tabarelli non è per ora stato comunicato nulla in proposito. C’è il precedente di Ilva, in amministrazione straordinaria, come detto, dal 2015. Per Francesco Ardito, Alessandro Danovi, e Antonio Lupo, la terna in carica fino a pochi mesi fa, il compenso previsto era di 420 mila euro ciascuno per il periodo da gennaio 2022 a settembre 2023. Si vedrà se con il nuovo giro di giostra se i compensi aumenteranno. Intanto Taranto aspetta ancora di conoscere il suo destino.

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