Da Piazzale del Verano a Piazza del popolo, una moltitudine di persone ha riempito le vie della Capitale per contestare un disegno di legge autoritario che criminalizza il dissenso: «Una modalità di protesta orizzontale per contestare il governo Meloni»
È già piena Piazza del Popolo quando arriva la folla di manifestanti in corteo per protestare contro il disegno di legge sulla sicurezza. O “ddl Paura”, come l’hanno ribattezzato gli organizzatori della protesta che ha fatto tappa oggi a Roma, da piazzale del Verano al cuore della Capitale «per dire che questo disegno di legge non va emendato o modificato, deve essere cancellato», grida dal camion che guida la moltitudine di persone, tra cori, applausi, musica, bandiere e striscioni contro il governo, Luca Blasi, assessore del III Municipio di Roma con delega al diritto all’abitare, militante della rete No Ddl.
«C’è tantissima gente. Siamo contenti ma sapevamo che ci sarebbe stata una larga convergenza, perché parliamo di cose reali, che riguardano le libertà fondamentali di tutte e tutti. La manifestazione avviene in un momento cruciale, in cui la democrazia è in pericolo. Il buio del regime si allarga, ma si allarga anche la potenza dei movimenti sociali, dei partiti dei sindacati. Una modalità orizzontale per contestare il governo Meloni e arrivare all’abbattimento completo di questo ddl».
Il corteo
Infatti, a riempire le strade di Roma sono proprio in tanti. Dallo spezzone studentesco che ha raggiunto il coreo dopo aver occupato l’Università Sapienza, alle organizzazioni non governative come Amnesty International e Mediterranea, dalla Cgil, a chi chiede di non mettere in ginocchio un settore d’eccellenza del Made in Italy, la produzione di cannabis light, come l’Associazione Canapa Sativa Italia. Da Arci Nazionale, la Rete dei numeri pari, la fabbrica occupata di Firenze Gkn fino a Giuseppe Conte, leader del Movimento cinque stelle e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra: «Siamo una grandissima manifestazione, felice, grintosa e determinata contro chi vuole ridurre gli spazi di libertà e criminalizzare il dissenso. Se vogliono dare più sicurezza a questo paese, gli restituiscano il diritto alla salute, all’istruzione, all’abitare, a un salario dignitoso e a un lavoro meno precario. Di questo dovrebbero occuparsi, non di ridurre e criminalizzare gli spazi di libertà», spiega Fratoianni mentre la segretaria del Pd Elly Schlein, dall’assemblea nazionale del partito, ribadisce l’importanza del diritto costituzionale allo sciopero e l’adesione del Pd alla manifestazione.
Difendere i diritti
Per chi non ha una casa, per chi non può curarsi, per i migranti, per le minoranze, per i lavoratori precari. Per il diritto ad avere diritti: come si capisce dagli interventi dei portavoce dei movimenti e delle organizzazioni che hanno aderito alla protesta che si alternano alla testa del corteo che raggiunge il centro città attraversando Villa Borghese, sono queste le regioni che hanno spinto oltre 100mila persone (secondo gli organizzatori) ad arrivare da tutta Italia per riempire le vie di Roma e aderire alla manifestazione nazionale contro il ddl Sicurezza: «La più grande manifestazione contro il governo Meloni», dicono.
Sempre gli organizzatori non mancano di sottolineare che quello del 14 dicembre è solo il primo passo di un processo di contestazione che non si fermerà: «Siamo qui per gli oltre cinque milioni persone in povertà assoluta in questo paese. Per chi rinuncia alle cure. Per chi non ha voce. Per i duemila morti nel Mediterraneo. Per gli oltre 44mila morti a Gaza. Ma siamo qui anche per chi ancora non ha capito la gravità del ddl Sicurezza. Per chi ancora non c’è ma ci sarà. Delmastro a calci nel sedere ti prendiamo noi», ha detto Carlo Testini di Arci Nazionale tra le grida festose dei manifestanti, per rispondere alle dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ad Atreju: «Noi vogliamo prendere per la pelle del culo chi occupa la casa degli anziani, dargli un calcio nel sedere e ridare il possesso della casa all’anziano».
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